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Upb, 219 mln redistribuiti tra Regioni con nuovo riparto Fsn. I nuovi parametri aumentano risorse per Mezzogiorno. Poi: Quota premiale “riduce trasparenza distribuzione”

di Radiocor Plus

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24 Esclusivo per Sanità24

I criteri previsti dal nuovo sistema di riparto del fabbisogno sanitario nazionale (Fsn) hanno generato nel 2023 un impatto redistributivo tra le Regioni pari complessivamente a 219 milioni di euro. È quanto mette in evidenza il Focus pubblicato dall’Ufficio parlamentare di bilancio, sul nuovo sistema di riparto del fabbisogno sanitario nazionale, che analizza le implicazioni del nuovo meccanismo di distribuzione delle risorse e gli effetti della riforma.
Con il nuovo sistema, definito con l’Intesa in Conferenza Stato-Regioni del 21 dicembre 2022 e il decreto del Ministro della Salute del 30 dicembre 2022 e introdotto dal 2023, spiega un comunicato, vengono “effettivamente affiancati al criterio capitario, che tiene conto dell’influenza dell’età sui consumi sanitari, il tasso di mortalità sotto i 75 anni e alcuni indicatori delle condizioni socio-economiche, quali la povertà relativa, la bassa istruzione e la disoccupazione”.
L’applicazione dei nuovi parametri produce in particolare, spiega la nota, un “incremento delle risorse per le Regioni in cui sono più diffuse le condizioni di emarginazione socioeconomica”, dunque principalmente nel Mezzogiorno. Nel 2023 il nuovo meccanismo ha infatti attribuito 84 milioni in più alla Campania, 56 milioni in più alla Sicilia, 45 milioni in più alla Puglia e 21 in più alla Calabria. Allo stesso tempo ha ridotto le risorse della Lombardia (-71 milioni), del Veneto (-33 milioni) e dell’Emilia-Romagna (-30 milioni). La riforma, riconoscendo che lo stato di salute e il bisogno sanitario non sono determinati esclusivamente dall’età ma anche dalle condizioni socio-economiche, come evidenziato da numerosi studi, “riequilibra la distribuzione dei finanziamenti per assicurare una maggiore aderenza tra i bisogni sanitari dei territori e le risorse destinate al loro soddisfacimento”.
Le variabili socio-economiche “entrano effettivamente tra i criteri di riparto” spiega dunque l’Upb nel Focus sul nuovo sistema di riparto del fabbisogno sanitario nazionale. Tra gli altri risultati si evidenzia che il nuovo meccanismo “migliora il sistema ma la quota premiale non contribuisce alla trasparenza del riparto”, vanno poi “rafforzate le basi informative per ottenere un’assegnazione delle risorse più aderente ai bisogni sanitari”. In particolare, spiega l’Ufficio nella nota, insieme alla quota indistinta del Fsn il riparto include alcune porzioni di finanziamento che seguono criteri di distribuzione specifici. Fra questi vi è la cosiddetta quota premiale, aumentata negli anni e pari allo 0,5 per cento del finanziamento complessivo nel 2023. Il Focus sottolinea che la quota premiale è ripartita in base ad accordi svincolati da criteri prefissati e frutto di negoziazioni tra le Regioni, che sembrano generalmente tenere conto e compensare eventuali effetti sfavorevoli derivanti dalla distribuzione del finanziamento indistinto o da altre cause. Tali negoziazioni, nota l’Upb, “da una parte contribuiscono a favorire il raggiungimento di accordi complessivi sull’allocazione delle risorse, ma allo stesso tempo riducono la trasparenza del meccanismo complessivo di distribuzione”. L’Upb nota infine che potrebbe essere utile una valutazione dei pesi congiunti delle variabili ’età’ e ’deprivazione’ sulla base dei consumi sanitari rilevati a consuntivo “per soppesare il ruolo rispettivo di questi due determinanti del bisogno sanitario e, a tal fine, anche in questo ambito e sempre nella piena tutela dei dati personali e sensibili, andrebbero rafforzate le basi informative disponibili”.


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