Lavoro e professione

Sivemp: anche i veterinari pubblici scioperano accanto ai medici

«Difendere la conquista del Servizio sanitario nazionale è certamente un impegno che va rinnovato e per il quale anche la veterinaria pubblica manifesterà nelle prossime settimane con tutte le altre organizzazioni sindacali dei medici dirigenti e convenzionati che hanno indetto sciopero nazionale unitario per il prossimo 16 dicembre». E' il messaggio che parte dal Congresso nazionale del Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica (Sivemp), in corso a Roma. Il primo fronte su cui non si può cedere, anche per i veterinari pubblici, «è quello delle risorse e del finanziamento. Il Governo, infatti, sta ancora definanziando il Ssn in un momento storico in cui l'evasione fiscale vale 130 miliardi». «Se come dice il premier il Paese sta avviandosi verso una crescita - afferma Aldo Grasselli, segretario generale del Sivemp - chiediamo un'inversione di rotta e che il rapporto tra Pil e spesa sanitaria italiana sia equivalente a quello medio dei Paesi dell'Ue. In rapporto al Pil la spesa sanitaria italiana è più bassa di quella greca, nonostante la crisi del Paese ellenico».

Nel 2013 i greci hanno investito in sanità, tra pubblico e privato, il 9,2% del loro Pil, l’Italia si è fermata all’8,8%, «nulla in confronto con il 16,4% degli Stati Uniti». Contestualmente - secondo i veterinari - si dovrà affrontare sul piano lavorativo una nuova fase di passaggio generazionale che si scontrerà con una progressiva riduzione degli spazi di agibilità della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria. Insomma, non ci si potrà sottrarre al cambiamento. «Ci troviamo di fronte ad un momento storico - sottolinea Grasselli - in cui si assiste ad un inesorabile invecchiamento del perso-nale che non può andare in pensione a fronte della disoccupazione dei giovani veterinari che non possono essere assunti dove servono a causa del blocco del turnover. Per noi non è eretico pensare di inserire stabilmente giovani veterinari non specializzati nei processi lavorativi delle Asl».


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