Lavoro e professione

Farmaci innovativi, Fimmg: per 10 milioni di pazienti lo specialista è d’obbligo

di Rosanna Magnano (da Il Sole 24 Ore di oggi)

Per almeno 10 milioni di pazienti con gravi patologie, come tumori, diabete ed Epatite C procurarsi i farmaci equivale a una corsa a ostacoli. Sono infatti centinaia i medicinali che appartengono a 32 categorie terapeutiche oggi prescrivibili solo dallo specialista e dopo la predisposizione di un piano terapeutico che ne garantisca l'uso più appropriato. Un paletto che per i pazienti si traduce in ripetuti ticket per le visite specialistiche (nel servizio pubblico si paga 50 euro) e lunghe attese ogni volta che va aggiornato il piano terapeutico, valido da tre mesi a un anno. A denunciarlo è la Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale: «Un sistema che taglia fuori i medici di famiglia – sottolinea il segretario nazionale Giacomo Milillo - costringendo i malati a saltare dallo studio del proprio dottore di fiducia al medico specialista, quando non si richiede addirittura il timbro della farmacia ospedaliera».

Storie di farmaci col contagocce
Tra quelli «a ricetta limitativa» con obbligo di Piano terapeutico figurano anti-Alzheimer, anti-anemici utilizzati per velocizzare il recupero dopo la chemioterapia; medicinali che stimolano la produzione di globuli bianchi per pazienti in chemio, con Hiv o sottoposti a trapianto di midollo; l'interferone per la cura dell'epatite C, antipsicotici, antiepilettici. Insomma una lista di prodotti innovativi, costosi e spesso salva-vita.

Già in passato i medici di famiglia avevano posto la questione all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che nel 2014 aveva annunciato una sperimentazione, coinvolgendo in prima battuta 2.500 medici di base per quattro categorie terapeutiche. «Ma dopo incontri, riunioni e tavole rotonde tutto è rimasto a livello di annunci », denuncia Milillo. E i pazienti sono costretti a districarsi in un labirinto burocratico. Da qui l'appello della Fimmg al direttore generale di Aifa, Luca Pani, e al presidente, Mario Melazzini, «a mantenere gli impegni finalizzati soprattutto a garantire a malati cronici e gravi di poter essere curati dal proprio medico di famiglia con i farmaci innovativi». Il tutto in una giusta cornice di appropriatezza, facilmente verificabile attraverso le ricette elettroniche. «La sperimentazione su ricetta dematerializzata - conclude la Fimmg - consente infatti il controllo incrociato di Asl e Aifa per arginare sul nascere qualsiasi eventuale fenomeno di inappropriatezza prescrittiva».

La risposta di Aifa
L'Aifa fa sapere di aver avviato le procedure per la sperimentazione dal novembre 2014 con l'obiettivo di coinvolgere i medici di base nella prescrizione di farmaci tramite Piano terapeutico «web based», nell'ottica di una continuità assistenziale tra ospedale e territorio. Sono state inoltre richieste agli assessorati regionali alla Sanità le aree terapeutiche sulle quali testare la procedura. A gennaio 2016 è stato presentato alla Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell'Aifa, deputata a decidere, un draft del progetto. «Sono state rilevate alcune criticità da approfondire – spiega Pani - per non creare disorientamento con l'attivazione di un sistema di prescrizione parallelo di farmaci specialistici. Ora siamo in attesa di conoscere le aree terapeutiche da includere nel progetto da una delle prossime sedute della Cts».


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