Lavoro e professione

Dai Giovani medici Anaao lettera aperta per un sistema formativo moderno ed europeo

di Ro. M.

Il mancato rispetto del decreto legislativo 66/2003 sull'orario di lavoro dei medici in formazione specialistica, la qualità della formazione medico-specialistica; le proposte di modifica della metodologia di accesso alle scuole di specializzazione; l'insufficienza di contratti di formazione specialistica correlati al numero di laureati e al fabbisogno delle regioni. Sono queste le quattro emergenze evidenziate dal gruppo Anaao Giovani Formazione in una lettera inviata oggi ai ministri della Salute e del Miur, al coordinatore della Commissione Salute delle Regioni, al presidente Fnomceo e a quello dell'Osservatorio nazionale formazione medica specialistica. Criticità che secondo i giovani dottori andrebbero affrontate e risolte in un tavolo tecnico, meglio se permanente, sulla formazione medica post-lauream, per garantire una visione completa del panorama formativo, per un reale controllo della qualità formativa con l'introduzione di reali sanzioni.

Tra le denunce messe nero su bianco nella lettera, uno sfruttamento conclamato dei giovani medici sepcializzandi, senza alcun rispetto delle normative sui riposi. «Continuano ad arrivarci segnalazioni di colleghi specializzandi costretti a lavorare per 24 ore consecutive, per 15 o 20 giorni ininterrottamente senza nessun giorno di riposo, per 60-70 ore di lavoro settimanale medio conteggiato nell'arco di 4 mesi. È evidente che tale comportamento, oltre ad essere totalmente illegale secondo il già citato D.lgs. 66/03, è gravemente rischioso per la salute dei pazienti e del professionista stesso».

E sul gap specializzazioni, i giovani Anaao sottolineano che il divario tra neomedici e contratti per la formazione post-lauream è destinato ad aumentare ancora. «Si stima che, nell'anno 2026, a invarianza di programmazione, saranno diventati 36.000 i colleghi che non riusciranno ad accedere alle specializzazioni e che dovranno sopravvivere con lavori saltuari e precari. Tutto ciò andrebbe ad incrementare ulteriormente la fuga dei camici bianchi all'estero in cerca di un futuro che l'Italia non sarà in grado di offrire».

La lettera non contiene solo denunce, ma anche suggerimenti e proposte:

1. Ferma presa di posizione sul rispetto della legge sull'orario di lavoro per i medici specializzandi.

2. Una rivisitazione dei numeri di prestazioni minime che il medico in formazione deve aver svolto al termine del percorso formativo.

3. Stabilire un percorso formativo definito, delineando step temporali e di competenze da raggiungere, cadenzare tempistiche, obiettivi, tipi di tutoraggio e tipologie di strutture in cui viene svolta la formazione.

4. Creazione di un organismo esterno di verifica della qualità delle strutture accreditate, al fine di assicurare le reali capacità formative con parametri realmente oggettivi.

5. Migliorare l'accesso alle scuole di specializzazione attraverso sostanziali modifiche delle regole sul concorso

6. Riduzione pluriennale degli accessi a Medicina e concomitante aumento considerevole dei contratti di formazione specialistica. Sarebbe auspicabile che le Regioni contribuissero all'aumento dei contratti di formazione specialistica, diventando protagoniste nel cammino formativo dei medici specializzandi, considerate anche le loro richieste di fabbisogno specialistico. Con il loro aiuto e lo stanziamento, anche per un periodo transitorio, di ulteriori 1.000 contratti di formazione specialistica, e di un numero almeno pari di contratti di formazione in Medicina Generale, il gap tra laureati e posti a bando si ridurrebbe. Il costo complessivo, stimato in circa 130 milioni di euro, ammonterebbe a poco più di 6 milioni di euro per le 20 Regioni italiane, una cifra oggettivamente alla portata di ogni bilancio regionale, viste anche le sue finalità.

«Noi ci crediamo e auspichiamo – concludono i giovani medici dell'Anaao - che mettendoci in gioco tutti insieme, si possa davvero arrivare ad un sistema formativo più moderno ed europeo, più attraente ed efficiente, più performante e meritocratico. Il futuro della Sanità italiana è in mano nostra, lavoriamoci sopra per migliorare. Insieme possiamo!»


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