Lavoro e professione

Fnomceo: c'è consenso sulla "questione medica", ora dialogo con il Governo

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24 Esclusivo per Sanità24

Sul disagio dei medici "apriremo un confronto con le organizzazioni sindacali, per definire i contorni generali degli argomenti da sottoporre all'attenzione del Governo, con il quale stiamo avviando un'interlocuzione. La 'questione medica' esiste ed è percepita a tutti i livelli della professione nella sua importanza e gravità. E, per risolverla, occorrono non solo risorse ma progetti chiari e incisivi di riforma". Lo scrive il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici ( Fnomceo), Filippo Anelli, riferendo del consenso unanime, da parte dei sindacati di settore, rispetto al problema sollevato in una lettera-manifesto inviata nei giorni scorsi al ministro della Salute, Roberto Speranza.

Nella lettera si delinea "un diverso modo di intendere il sistema salute e, al suo interno e nel suo epicentro, il ruolo del medico e degli altri professionisti sanitari. Una vera e propria rivoluzione copernicana della sanità, che metta al centro non i pareggi di bilancio, da perseguire in maniera ragionieristica, ma gli obiettivi di salute, i professionisti e i cittadini. Che non consideri gli operatori come 'prestatori d'opera', cui chiedere servizi al ribasso, ma come il cuore e il cervello del sistema di cure, modificandone l'attuale governance. Che garantisca la loro autonomia, la loro indipendenza, la loro responsabilità come sigilli della qualità delle cure".

"Ringrazio tutti i sindacati - commenta Anelli - per il sostegno alla nostra iniziativa. Il fatto che le istanze e le forze di tutti si siano coagulate intorno a quella che abbiamo definito la 'questione medica' ci dimostra che il tema è largamente condiviso e profondamente sentito, e diventa parte del patrimonio culturale della professione, in tutte le sue declinazioni. Il Governo si trova oggi di fronte a una grande sfida: investire le risorse che ha a disposizione in una vera e propria riforma del sistema, che metta al centro il capitale umano, e non solo in un ammodernamento delle strutture. Il Recovery attualmente consente di mettere a norma gli ospedali, consente di istituire le Case di Comunità, ma non definisce né il fabbisogno di professionisti né tantomeno i loro ruoli specifici".

Molti i sindacati che hanno dato il loro consenso all'iniziativa "venerdì scorso, elenca una nota Fnomceo, "la presa di posizione unitaria di Cimo-Fesmed, Anpo, Ascoti, Fials Medici (per la dirigenza) e di Cisl Medici, Fimmg, Fimp, Fismu, Snami e Sumai-Assoprof (per i convenzionati); domenica, quella del sindacato Sbv_Cuspe, che rappresenta gli specialisti e le strutture accreditate col Servizio sanitario nazionale. Ieri, l'intervento dei medici e dirigenti dello stesso Ssn: Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi-Emac, Fassid- Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Fvm federazione veterinari e medici, Uil Fpl Coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica veterinaria, sanitaria – Cisl medici". "Tutti uniti, a fronte della grande sfida -,conclude la nota Fnomceo -: la riforma del Servizio sanitario nazionale. Necessaria da tempo, possibile ora, anche grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una riforma alla quale i medici vogliono partecipare da protagonisti, non da spettatori".


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