Lavoro e professione

Endocrinologia da riorganizzare tra team e telemedicina

di Federico Lega *, Vincenzo Toscano **

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24 Esclusivo per Sanità24

L’epidemia di Covid-19, con la collegata temporanea chiusura degli ambulatori di endocrinologia e le successive necessità di recupero delle liste di attese, ha offerto l’opportunità di approfondire una riflessione sulle criticità e sfide che la disciplina si trova ad affrontare nel contesto attuale del Ssn. Criticità che hanno una storia lunga. L’endocrinologia ha prima visto una progressiva frammentazione in ambiti che hanno visto sviluppi disomogenei - malattie metaboliche, diabete, andrologia – e poi una riduzione di strutture e dotazioni per effetto di un suo “confinamento” a mera disciplina ambulatoriale. Contemporaneamente sono diminuiti e si sono settorializzati gli specializzandi, creando oggi una carenza diffusa di professionalità. Mentre la domanda assistenziale cresceva significativamente, in particolare per i problemi di tiroide e diabete. Solo misurando la necessità di tempi e professionalità necessarie per queste problematiche emerge il bisogno di avere in servizio nel Ssn circa 20 endocrinologi ogni 500.000 abitanti. Che diventano 35-40 considerando l’universo delle patologie endocrinologiche acute, croniche, rare. Ed è fondamentale vi sia la disponibilità di specialisti endocrinologi essendo stato ampiamente dimostrato dalla letteratura che il loro intervento migliora sensibilmente gli esiti rispetto a quelli conseguiti con l’intervento di altri professionisti. Questi sono i dati ottenuti da uno studio che l’Associazione medici endocrinologi ha voluto impostare e portare avanti con il supporto del Prof. Federico Lega dell’Università di Milano e SDA Bocconi. E che sono serviti per mettere a fuoco le possibili traiettorie di riposizionamento organizzativo e strategico della disciplina nel futuro prossimo. Come tutte le realtà assistenziali anche l’Endocrinologia si è articolata in entità separate (ospedale e territorio) e poco o nulla coordinate fra di loro, senza alcun filtro di accesso alle diverse strutture (specialistica del territorio e ospedali di I e II livello) e con uno insufficiente ricorso alle nuove possibilità tecnologiche (telemedicina in particolare). Occorre quindi prevedere una profonda innovazione e trasformazione organizzativa, fondata sul fare rete, adottare forme agili di erogazione dei servizi, valorizzare le professionalità territoriali e degli infermieri, favorire la rotazione tra ospedale e strutture territoriali dei professionisti di ogni livello ed expertise. Il perno della riorganizzazione è il superamento dei silos ospedale/territorio/cure primarie per sostituirlo con il “triangolo assistenziale” che unisce l’ospedale di II livello ad alta specializzazione con quelli generalisti e con la specialistica endocrinologica ambulatoriale (e le collegate cure primarie ed intermedie, Mmg, Rsa). I professionisti saranno organizzati in team clinici ed assistenziali multiprofessionali dedicati ad una specifica patologia e guidati da un endocrinologo con alta professionalità. I componenti dei team - che includeranno anche gli specialisti di altre discipline che si occupano di patologia endocrinologica - ruoteranno periodicamente in modo che sviluppino le competenze per gestire sia patologie semplici che complesse. I team lavoreranno con i Mmg per fornire consulenza ed orientare il bisogno verso la prestazione più appropriata. Avvalendosi di telemedicina per i casi di minore complessità o per i rinnovi di prescrizioni o di piani terapeutici per i pazienti cronici. Avviando ai riferimenti clinici e diagnostici di competenza i casi più complessi/severi. Per garantire la massima diffusione ed accessibilità delle competenze endocrinologiche tutti i componenti dei team specialistici dovranno contribuire alle attività di continuità assistenziale, di guardia e reperibilità. Con l’obiettivo di favorire diagnosi tempestive ed accurate che generino i migliori esiti per il paziente e benefici per la sostenibilità del SSN grazie alla riduzione dell’utilizzo di risorse per esami e terapie non appropriate. Tutto questo sarà sostenuto dalla strutturazione a livello di azienda sanitaria da una rete clinica dell’endocrinologia guidata da uno specialista che coinvolgendo i colleghi ed altri professionisti organizzati nei team definisca le strategie di sviluppo e la programmazione delle attività, risorse, tecnologie.

* Università degli Studi di Milano
** Associazione Medici Endocrinologi (AME)



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