Lavoro e professione

Il mondo dell’Oncologia alle istituzioni: "Gender gap da superare"

di Rossana Berardi *

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Da sempre siamo di fronte a differenze di genere in ogni campo, quello medico compreso. E non solo da un punto di vista strettamente professionale. Il gender gap è, infatti, purtroppo una questione che riguarda anche l’accesso alle cure, comprese quelle oncologiche, con motivazioni che non sono di ordine esclusivamente medico. I dati, del resto, sono lì a dimostrarlo, basti dire che su 100 pazienti oncologici arruolati nei protocolli di cura sperimentali per il cancro, in media 70-80 sono uomini e solo 20 o massimo 30 sono donne. Tutto questo è spiegabile con cause che superano il mondo della medicina ed investono quello sociale e culturale. Il gap si manifesta, infatti, non perché esistano a monte limiti nell’accesso alle terapie, bensì per una barriera molto più insidiosa e difficile da sradicare: il ruolo sociale di "custode della casa" e, spesso, di unico caregiver familiare che la donna, per quanto emancipata possa essere, porta ancora cucito addosso. È questo il vero freno invisibile che induce molte pazienti a non percorrere la strada delle terapie sperimentali, generalmente più impegnative, e di conseguenza a essere di fatto penalizzate nel loro diritto alla salute. Ma ancora si osserva questa differenza, probabilmente perché accedere alla sperimentazione significa anche spesso allontanarsi dalla propria città, dal proprio presidio sanitario di riferimento, essendo le sperimentazioni non disponibili in tutti i centri. Avere accesso alle sperimentazioni vuol anche dire sottoporsi a visite più frequenti, a più controlli ma questo, per i motivi anticipati, per le donne può rappresentare una difficoltà non facilmente superabile alle condizioni date, ma che va assolutamente affrontata e risolta. Sarà questo uno degli argomenti di dibattito del prossimo appuntamento "Donne che curano" il 7 marzo a Montecitorio, promosso dalla nostra associazione Women for Oncology Italy e che torna a svolgersi dopo gli anni di impedimenti dovuti alla pandemia. Con questo appuntamento faremo come di consueto il punto su alcuni dei tasselli del più ampio quadro dell’oncologia in Italia: in questo 2023 l’appuntamento cade proprio alla vigilia della Festa della Donna, motivo in più per sottolineare come i passi avanti compiuti in tema di gender gap non possono né devono fermarsi ma proseguire ancora.
Se vogliamo guardare poi a un’ottica di genere possiamo sottolineare la differenza dei profili biomolecolari tra uomini e donne rispetto ad alcune patologie. Oggi non si può prescindere da una approfondita conoscenza dei geni del tumore, che rappresentano la carta di identità dello stesso. Per fare un esempio citiamo quello al polmone: sappiamo infatti che molto più spesso nelle donne, non fumatrici, è possibile riscontrare un diverso profilo biomolecolare, in primis una maggiore espressione del gene EGFR che può essere colpito esattamente con farmaci biologici, assolutamente importanti. L’oncologia di genere studia le differenze in base al sesso biologico, ma anche in base agli aspetti socio-sanitari anche inerenti l’accesso alle cure, tra uomini e donne ma anche in base ai diversi orientamenti di genere. Sono molteplici le varianti che costituiscono appunto questa branca della medicina. Chiaramente esistono alcuni tumori che sono più propriamente femminili come quello al seno e quelli esclusivamente maschili come il tumore alla prostata. Ma ci sono anche patologie comuni ai due generi, con percentuali di incidenza diverse, come il tumore al polmone il cui profilo biologico può essere differente tra donna e uomo. Differente può essere anche la tollerabilità ai trattamenti. È dimostrato, infatti, che le donne presentano una maggiore tossicità ai farmaci biologici e all’immunoterapia rispetto agli uomini. "Donne che curano" 2023 sarà comunque in incontro ricco di molti spunti: le altre sezioni che comporranno il convegno, che rappresenta uno degli appuntamenti focali di Women for Oncology Italy, oltre alla prima in ordine di tempo, "Pari opportunità in medicina e in oncologia" saranno "La migrazione sanitaria, le reti oncologiche come risposta", "L’Accesso alle cure, oncologia equa e sostenibile" e "Oncologia e territorio: Pnrr per un nuovo paradigma dell’assistenza tra ospedale e territorio?". Temi che entrano nel vivo del dibattito oncologico e della salute e con il quale proprio a Montecitorio vogliamo lanciare un appello alle istituzioni: ascoltate il mondo della scienza, della medicina per contribuire a creare una sanità più solida e che possa continuare al mettere al proprio centro tutti i cittadini, senza distinzioni.

* Presidente Women for Oncology, Ordinario Oncologia Università Politecnica delle Marche


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