Lavoro e professione

Emergenza-Urgenza, nel Manifesto di Firenze le 20 priorità irrinunciabili

di Fabio De Iaco *

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24 Esclusivo per Sanità24

C’è una felice anomalia che distingue il Congresso Emergenza Urgenza appena concluso a Firenze dai soliti congressi: non è stato l’evento di una disciplina o di una società scientifica ma l’appuntamento comune di oltre una ventina di società e organizzazioni che insieme realizzano quotidianamente il Sistema dell’Emergenza Urgenza. Circa tremila partecipanti, tra soccorritori volontari e professionisti, infermieri e medici, impegnati sia dal punto di vista operativo che della formazione. Contenuti, dunque, non solo tecnico-scientifici ma anche organizzativi e di politica sanitaria: non è un caso la presenza di numerose figure politico-istituzionali, fino all’intervento in diretta del ministro Schillaci che si è soffermato sulla parte sanitaria del recente decreto 34, accolto come un primo segnale di risposta urgente alla condizione di costante rischio di collasso nella quale versano molti Pronto soccorso nazionali.
Il decreto, è stato osservato, per la prima volta riconosce il valore dei professionisti prendendo atto, attraverso un intervento sui requisiti pensionistici, degli aspetti particolarmente usuranti dell’attività in Emergenza Urgenza, e inizia ad affrontare, seppur parzialmente, il tema cruciale degli organici e del riequilibrio dell’attrattività del servizio pubblico per i professionisti.
Un provvedimento, dunque, che risponde a un’esigenza circoscritta, pur se cruciale, e che certamente non cancella l’esigenza di una profonda riforma dell’intero sistema, attesa da anni e oggetto di svariati progetti di legge durante la passata legislatura.
Per questo tutti gli organismi che hanno dato vita al congresso hanno voluto riassumere una posizione comune nel "Manifesto di Firenze", un documento condiviso che individua le condizioni indispensabili per il Sistema dell’Emergenza Urgenza del futuro nella visione dei suoi protagonisti, e che li impegna alla collaborazione tra loro e con le Istituzioni per la sua realizzazione.
La complessità del Sistema d’Emergenza Urgenza, che deve garantire interventi tempestivi, adeguati, professionali e di qualità scientifica su tutto il territorio nazionale, si riflette nei contenuti del documento, che consta di venti punti fondamentali che i firmatari ritengono necessari al futuro Sistema. Partendo dall’evidente necessità di una reale integrazione territorio-ospedale e della realizzazione su tutto il territorio del Numero Unico di Emergenza 112 e del numero europeo armonizzato 116117 per le prestazioni non urgenti, il Manifesto prevede l’istituzione di organismi regionali di governo delle Centrali Operative, nonché di un organismo ministeriale di verifica e indirizzo, con la partecipazione di Regioni e Società Scientifiche.
Definisce le necessità strumentali e tecnologiche del Sistema, prevedendo l’inserimento dell’elisoccorso, la standardizzazione della tipologia dei mezzi su gomma, l’ottimizzazione dei sistemi informatici, cruciali sia dal punto di vista diagnostico che del monitoraggio delle prestazioni e degli indicatori.
Il Manifesto entra nello specifico delle molte professionalità che compongono il Sistema, sostenendo la necessità del riconoscimento legislativo delle figure del soccorritore e dell’autista soccorritore e dell’operatore tecnico di centrale, con iter formativi standardizzati e con l’obiettivo di una reale integrazione operativa del volontariato all’interno del Sistema.
Per il personale medico, partendo dalla necessità del medico unico dell’emergenza, si richiedono percorsi di valorizzazione degli specialisti di Medicina d’Emergenza Urgenza e di Anestesia e Rianimazione e delle loro competenze, definite in uno standard nazionale cui adeguare anche i professionisti di differenti derivazioni.
Si prevede la valorizzazione delle competenze infermieristiche avanzate attraverso l’istituzione della laurea magistrale a indirizzo clinico in Emergenza Urgenza.
Dal punto di vista organizzativo si ribadisce la necessità della omogenea applicazione di sistemi di gestione della non urgenza, delle disposizioni già esistenti su triage, osservazione breve, sovraffollamento, e l’individuazione di metodiche omogenee di gestione della maxiemergenza.
Venti punti per un progetto complesso ma necessario, che può contare sulla posizione di vantaggio offerta dalla condivisione, dalla disponibilità e dal valore di tutti gli attori coinvolti, e che non può fallire perché, come spesso ripetiamo in questi tempi, è in gioco lo stesso diritto alla salute di un intero Paese.

* Presidente nazionale Simeu - Società italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza


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