Lavoro e professione

Fimmg: sbloccare l'Acn scaduto e trovare nella legge di Bilancio le risorse per rilanciare la medicina generale

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24 Esclusivo per Sanità24

"È determinante che si arrivi in tempi rapidissimi alla definizione dell’Accordo Collettivo Nazionale (triennio 2019 – 2021), nodo cardine affinché nella prossima Legge di Bilancio siano previste risorse congrue alla programmazione che il PNRR prevede per la medicina generale". Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, commenta così l’incontro tenutosi oggi con la Struttura interregionale sanitari convenzionati (SISAC) che segna l’apertura delle trattative per il rinnovo dell’ACN della medicina generale. Proprio la Fimmg evidenzia come nell’ambito di questo primo incontro si sia prevista una calendarizzazione rapida e una metodologia di lavoro utile a chiudere l’Accordo prima del varo della nuova Legge di Bilancio. Non certo un caso, visto che quest’ultima «dovrà evidenziare investimenti che possano valorizzare il ruolo della medicina generale convenzionata – sottolinea Scotti - così come giustamente deve avvenire per tutto il personale sanitario dipendente».

Per Fimmg, l’obiettivo delle trattative in SISAC è dunque quello di arrivare in tempi rapidissimi - anche in considerazione di una discussione ancora arenata al triennio 2019 – 2021 - per cercare di migliorare l’attrattività e la gestione dei carichi di lavoro che gravano sulla medicina generale. Tra i temi centrali, il ruolo unico. «Questo ACN – prosegue Scotti - dovrà tener conto e assorbire le attività legislative che sono state promosse, ad esempio il doppio incarico o un’organizzazione del lavoro che renda le AFT soggetti determinanti nella valorizzazione dei progetti, degli obiettivi e dell’omogeneità di risposta da parte dei medici convenzionati che le compongono».

Insomma, un’agenda che dovrà procedere a ritmo serrato. Non a caso è stato già fissato un secondo incontro entro le prossime due settimane, incontro durante il quale sarà essenziale affrontare la revisione dell’ultimo Accordo così da raccordare alcune alle diverse realtà regionali alcune norme che ad oggi appaiono poco chiare nella loro applicabilità. «Questi sono i nostri obiettivi e non sono derogabili – conclude Scotti – in ballo c’è il futuro della medicina generale e di conseguenza la salute milioni di assistiti».


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