Lavoro e professione

Studio Inail sull'invecchiamento dei lavoratori: ricadute attese su sicurezza e valutazione del rischio

di Matteo Bonzini *

S
24 Esclusivo per Sanità24

Il mondo del lavoro è in continuo cambiamento e caratterizzato in particolare da un incremento delle richieste tecnologiche e di aggiornamento che richiedono capacità cognitive e di flessibilità, anche di orario, sempre più marcate. Di contro, si verifica un continuo aumento dell’età media dei lavoratori, come conseguenza del posticipo pensionistico e dell’invecchiamento generale della popolazione italiana. Questo pone la sfida della tutela e la promozione della salute dei lavoratori di età superiore 50 anni, soprattutto se esposti a condizioni di lavoro usuranti o a fattori di rischio cui sono per natura iper-suscettibili. Per questo la Medicina del Lavoro del Policlinico di Milano ha in corso uno studio su finanziamento BRIC Inail, con le Università di Milano e Torino e il Cnr e la Fondazione Igea Onlus come partner. Lo studio ha lo scopo di valutare il benessere dei lavoratori che invecchiano attraverso la misura di capacità lavorativa, età cognitiva, qualità del sonno, benessere psicologico ed età biologica nei lavoratori di oltre 50 anni di età. Lo studio, di natura osservazionale e prospettico coinvolge persone con età maggiore di 50 anni sottoposte a sorveglianza sanitaria ai sensi del Dlgs 81/08. Per ogni soggetto si rilevano: capacità lavorativa, alterazioni della qualità del sonno, performance cognitive (per valutare attenzione e flessibilità mentale; memoria visuo-spaziale a breve termine; memoria verbale a breve termine) e tecnostress, oltre a età biologica, fattori di rischio psicosociali e benessere psicologico. Si prevede poi una rivalutazione di tutti i soggetti dopo un anno (attualmente in corso).
Tra ottobre 2021 e marzo 2022 sono stati arruolati 468 soggetti, di cui 290 (62%) white collars e 178 (38%) blue collars; di questi ultimi la maggior parte svolge (103, 58%) o ha svolto (45, 25%) un lavoro con turni anche notturni. 232 lavoratori (49%) provengono dal settore bancario, 134 (29%) dal settore chimico e 102 (22%) dal settore metalmeccanico. Capacità lavorativa, qualità del sonno e capacità cognitive presentano punteggi medi significativamente diversi tra white collars e blue collars. Una peggiore qualità del sonno è risultata associata a una minore capacità lavorativa (p<0.001) e tale relazione è significativamente diversa tra white collars e blue collars (più marcata dei blue collars). Dall’altro lato, una migliore performance cognitiva è risultata significativamente associata ad una migliore capacità lavorativa, in particolare considerando il Memory Span Corsi nei blue collars. Infine, un alto tecnostress si è mostrato associato a una peggiore capacità lavorativa e a una minore performance cognitiva. Lo studio in corso mostra una associazione tra ridotta capacità abilità lavorativa, performance cognitive (riduzione della memoria a breve termine) e qualità del sonno soprattutto negli operai e nei turnisti (di età superiore a 50 anni).
Questi dati, da integrare con misure biologiche relative all'età biologica, sembrano indicare una suscettibilità maggiore nei lavoratori a maggior impegno fisico e che lavorano a turni. Se confermati al termine dello studio i risultati finora raccolti saranno importanti per le possibili ricadute sia in termini di sicurezza sul lavoro, visto il dato sulla memoria, sia per focalizzare la valutazione del rischio e le misure preventive sulle specificità dei lavoratori di età superiore ai 50 anni.

* Coordinatore dello studio Inail su "Work Ability in Active Aging" e Direttore Scuola di specializzazione in Medicina del lavoro - Università degli Studi di Milano


© RIPRODUZIONE RISERVATA