Lavoro e professione

Mille medici in 5 mesi pronti a lavorare nei Paesi del Golfo. L’appello: Aiutiamoli a casa loro (in Italia). Un decalogo per orientarsi

di Foad Aodi *

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24 Esclusivo per Sanità24

Hanno raggiunto quota 1.250 dall'inizio di maggio a oggi - con un +40% a settembre e un +60% a partire da ottobre rispetto al periodo precedente - le richieste di andare a lavorare nei paesi del Golfo avanzate da professionisti della sanità italiana. Una "tendenza" che continua a crescere e che non vede grandi distinzioni né tra aree del Paese – tradizionalmente spaccato e frammentato in tema di sanità – né tra pubblico e privato. La maggioranza delle informazioni sull’"espatrio" verso Paesi che come l’Arabia Saudita investono il 10% del Pil in sanità arriva da Lombardia, Veneto, Piemonte, Lazio, Sicilia e Sardegna e chi scrive, telefona o si presenta via Facebook, Instagram, Linkedin e Whatsapp sono medici specialisti, medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, infermieri, fisioterapisti, tecnici di laboratorio, di radiologia e di ortopedia, psicologi, osteopati, logopedisti.
Insomma, malgrado l’intenzione annunciata dal ministro della Sanità Schillaci di volere mettere in campo politiche attrattive non solo in termini di miglioramento delle retribuzioni ma di qualità del lavoro, almeno per il momento non si ferma l’emorragia di professionisti sulla cui formazione lo Stato, insieme alle famiglie, ha investito soldi e tempo. E chissà se i contenuti della manovra che destina tre miliardi alla sanità, quasi integralmente riservati al contrasto delle liste d’attesa agendo anche sugli incentivi per gli straordinari, avranno l’effetto di contrastare questa tendenza.
Solo negli ultimissimi giorni dall'11 ottobre, sono altre 300 le richieste pervenute ai nostri uffici. Il motivo principale non sono i salari bassi, che pure pesano, ma stanchezza, demotivazione e tanta burocrazia. Davanti a una media di 14mila euro di stipendio in Arabia Saudita e di 20mila euro negli Emirati Arabi, la tentazione di spostarsi portando con sé la famiglia è di certo alta ma contano anche il pacchetto dei benefit – dall’abitazione alla scuola per i figlia – e la relativa facilità delle procedure amministrative.
I medici italiani sono tra i più richiesti perché sono molto preparati e molto apprezzati dal punto di vista delle competenze relazionali: questo porta a un incremento dell’offerta di lavoro in tanti Paesi arabi. E se il Qatar, ad esempio, è ormai saturo, altri "mercati" si stanno aprendo in Kuwait, in Bahrein e in Oman oltre Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti
Il nostro Ssn, già desertificato, corre un serio rischio di ulteriore spopolamento davanti a offerte così potenzialmente allettanti. Ciò ci conduce a formulare sul personale sanitario un appello rivolto a tutto il mondo politico: "Aiutiamoli a casa loro, in Italia, con fatti concreti e non solo annunci". Prima che sia tardi per il Servizio sanitario nazionale e per la tutela del diritto alla salute garantito dalla Costituzione.
Intanto visto l’incremento delle richieste, per spirito di servizio e per tutelare i colleghi propensi ad andare a lavorare nei Paesi del Golfo abbiamo stilato un decalogo frutto delle indicazioni richieste a esperti e istituzioni. Lo mettiamo a disposizione di tutti i medici e dei sanitari che ci contattano e lo pubblichiamo qui in esclusiva.
1. Iscriversi a un primo link generico per verificare se la laurea rientra tra quelle ammesse. Per chi proviene dall’Italia è richiesto diploma di laurea e specializzazione e se ci sono anche master o altre esperienze documentate è ovviamente anche meglio;
2. e poi iscriversi al link specifico del ministero della salute del paese scelto con tutti i documenti .Una volta verificati questi presupposti il ministero della Salute del Paese di destinazione potrà decidere se sottoporre il candidato a un esame oppure se procedere con un colloquio a distanza;
3. Superata questa fase si procede con la ricerca del posto di lavoro che avviene solitamente per il tramite di agenzie di intermediazione. Agenzie che chiedono di solito una quota pari all’importo di una o due mensilità al momento della firma del contratto. Spese e tasse governative sono a parte.
Noi consigliamo di informarsi su tutto sia prima di partire che prima di firmare il contratto che al ritorno in Italia; Durata del contratto ,condizioni ,dimissioni ,salari all'inizio e dopo un periodo di lavoro ,incentivi ,assicurazioni professionali ,sistemazione dei figli, iscrizione all'albo professionale sia in Italia che all'estero (sospensione, cancellazione), tasse, pensione per non aver sorprese sia prima che dopo.

* Presidente di Amsi (Associazione medici di Origine straniera in Italia) e Umem (Unione medica euro mediterranea), Docente Università Tor Vergata ai Corsi di Laurea in Scienze infermieristiche e in Fisioterapia e Membro della Commissione Salute Gobale Fnomceo


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