Lavoro e professione

Previdenza: è l'ora di una "casa comune" per tutti i medici

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

Gli ultimi provvedimenti previdenziali vedono gli iscritti alle ex Casse previdenziali già del Tesoro, poi confluite nell’Inpdap e successivamente nell’Inps, particolarmente colpiti da norme restrittive. Fra questi, coloro che subiscono l’aggravio più significativo sono i medici dipendenti del Servizio sanitario che, enfatizzati al tempo recente del Covid si vedono sempre più bistrattati dai provvedimenti riguardanti la sanità pubblica, i loro emolumenti, ed adesso dalle restrizioni pensionistiche. La loro Cassa previdenziale ( CPS ) è stata per decenni la più florida del fronte pubblico previdenziale ed anche la più tartassata avendo subito, per far fronte alle deficienze di altre Casse, il depauperamento del proprio vasto patrimonio, oggi praticamente scomparso.

Il sistema che coinvolge i medici è un vero arcipelago con diverse isole alcune solitarie altre anche confluenti fra loro. I medici di medicina generale versano i contributi all’Enpam, i dipendenti all’Inps. Ma se quest’ultimi svolgono un’attività libero professione, la così detta intramoenia, versano, anch’essi contributi all’Enpam. I medici in formazione specialistica sono equiparati a dei Co.Co.Co. e versano alla gestione separata dell’Inps, per poi, passati alla dipendenza, alla CPS. Ci sarebbe da restare confusi soltanto a verificare dove vanno a finire i denari dei contribuenti e che manovre si debbano poi fare, ( cumulo, totalizzazione, ricongiungimento, riscatti ) per cercare di ottenere una pensione quasi mai unica.

Alcune situazioni di relativo favore in alcune di queste Casse hanno, fino ad oggi, impedito di realizzare un’unificazione di questo arcipelago previdenziale dei medici. Sarebbe forse giunto il momento, anche alla luce dei cambiamenti imposti dalla legge finanziaria per il 2024, ma già ventilati, anche se poi bloccati, nel medesimo provvedimento dell’anno scorso, di ripensare all’intero sistema pensionistico di una così importante categoria che coinvolge quasi 400 mila professionisti.

I medici, appena laureati, con l’obbligo di iscriversi al loro Ordine professionale attivano automaticamente l’iscrizione all’Enpam, l’ente previdenziale di tutti medici. Anzi, grazie alla lungimiranza di chi lo presiede, l’iscrizione può avvenire, volontariamente e con un piccolissimo esborso, anche negli ultimi anni del corso di laurea. Per questi futuri medici sono garantite dall’ ente previdenziale tutte le condizioni di sostegno e di assistenza proprie dei medici laureati, e i loro contributi rappresentano le prime quote della futura pensione legata all’Enpam. Se questo meccanismo di collegare all’ente dei medici anche i contributi dei nuovi assunti dal servizio sanitario nazionale, si potesse realizzare si potrebbe incominciare a mettere la prima pietra per l’auspicabile futura “ casa ” di tutti i medici.


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