Lavoro e professione
Una legge di Bilancio squilibrata per i sanitari e per il Ssn: mobilitazione per non smobilitare
di Intersindacale*
24 Esclusivo per Sanità24
L’Intersindacale dei dirigenti medici, veterinari e sanitari del SSN sente forte l’esigenza di condividere tutte le forme di mobilitazione finalizzate a modificare la legge di bilancio.
Una legge in cui manca qualsiasi idea di riforma e di finanziamento strutturale del Servizio Sanitario Nazionale. Si continua, ormai da troppi anni, a mettere toppe ad un sistema che lascia insoddisfatte ampie fasce di tutela sanitaria dei cittadini, a causa del progressivo definanziamento dei servizi pubblici e delle controriforme costruite secondo le logiche del risparmio e della sostenibilità economica.
Questa miopia strategica non ha fatto che favorire la sanità privata convenzionata e la sanità integrativa deludendo le promesse di difesa e potenziamento del Servizio sanitario nazionale.
Abbiamo bisogno di un programma di riforma e di finanziamento mirato di lungo respiro che investa prima di tutto sul personale con lo sblocco al tetto di spesa che impedisce alle Aziende sanitarie di integrare con assunzioni a tempo indeterminato, secondo i CCNL, gli organici ormai ridotti ai minimi termini, prevedendo anche uno stop definitivo all'appalto di personale e al lucro delle cooperative.
Questa legge di bilancio riduce il valore del Fondo sanitario nazionale rispetto alle previsioni di andamento del PIL. Infatti, i 3 miliardi di finanziamento aggiuntivo sono completamente assorbiti sia dalle risorse necessarie per il rinnovo dei contratti per il triennio 2022/2024, che pure sono sottofinanziati rispetto all’inflazione registrata nel triennio, sia dallo sblocco del tetto di spesa previsto per la sanità convenzionata e dai provvedimenti tappabuchi di finanziamento delle prestazioni aggiuntive dei professionisti ormai stremati dal sovraccarico lavorativo.
Siamo sconcertati, in particolare, dal taglio retroattivo, previsto in legge di bilancio, del rendimento delle pensioni di professionisti che hanno regolarmente pagato i contributi previdenziali ed hanno investito risorse per il riscatto degli anni laurea. Un provvedimento incostituzionale con il quale il governo intende fare cassa con una patrimoniale che colpisce solo i dipendenti pubblici che da “eroi” sono oggi trasformati in bancomat.
È una finanziaria che non si limita soltanto a tagliare i rendimenti delle future pensioni dei medici rientranti nel “sistema misto”, ma che aumenta ancora le penalizzazioni economiche per l’uscita anticipata, come ad esempio quota 103 e 1/2. Sfavorendo così anche i giovani, limitando e penalizzando ancora la pensionabilità in base alla “Opzione Donna”. Una legge di bilancio che sul fronte delle entrate non prevede nessuna reale lotta all’evasione fiscale, mentre l’Irpef - dei lavoratori che la pagano regolarmente - ormai finanzia oltre il 20% delle spese Inps complessive.
È una finanziaria che non fa nulla per salvaguardare il cassetto previdenziale Inps rispetto a quello assistenziale di cui gode anche chi non ha versato contributi e che non fa nulla per introdurre per la contribuzione Inps una quota “a capitalizzazione” rispetto al suo sistema interamente “a ripartizione”.
In sostanza questa legge di bilancio:
- Non contiene le misure necessarie per stabilizzare i precari.
- Non sblocca i tetti alle assunzioni di nuovo personale.
- Non affronta l’iniqua corresponsione differita, dichiarata incostituzionale, del TFS/TFR dei dipendenti pubblici, penalizzati rispetto ai dipendenti privati.
- Non mantiene le promesse fatte sulla valorizzazione extracontrattuale dell’indennità di specificità professionale e sulla defiscalizzazione del salario accessorio e delle prestazioni aggiuntive.
Con questa linea il Governo favorisce la fuga dal lavoro del pubblico impiego, favorisce il lucro delle “cooperative” e dei medici gettonisti, asseconda il profitto dei grandi gruppi della sanità privata e continua a tutelare i monopoli di lobbies private alle quali sono appaltati la sanità e altri servizi pubblici non sanitari, emarginando di fatto le regioni da una politica sanitaria a protezione dei propri abitanti.
Sono queste le motivazioni che ci spingono a mobilitarci ed a sostenere ogni iniziativa sindacale necessaria a modificare gli attuali dannosi indirizzi governativi della bozza della legge di bilancio, ad iniziare da quelle della prossima settimana e di quelle che seguiranno,
E’ il momento della coesione sindacale per tutelare i professionisti a beneficio dei servizi offerti ai cittadini, occorre superare le divisioni corporative che frammentano il panorama sindacale, prestando il fianco alla disintermediazione voluta dalle Istituzioni per indebolire la protesta e tacitare le proposte.
In rappresentanza dei 135 mila Dirigenti medici, veterinari e sanitari che lavorano nei servizi pubblici l’Intersindacale chiede un incontro al Ministro della Salute per rivedere i provvedimenti inopportuni di questa legge di bilancio e per riavviare il percorso di confronto, iniziato mesi fa, sulle riforme necessarie a ripensare la formazione dei professionisti, i fabbisogni di personale, l’organizzazione di servizi e del lavoro, a partire dalla revisione del DM 70 e 77.
*•AAROI-EMAC
•FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO- SNR)
•FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN
•FVM FEDERAZIONE VETERINARI E MEDICI
•UIL FPL MEDICI E VETERINARI
•CISL MEDICI
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