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Previdenza: un pensionato al giorno si trasferisce all'estero. Ecco la top ten delle mete preferite

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

Sempre più persone scelgono, una volta raggiunta l’età della pensione, di trasferirsi all’estero per scoprire posti nuovi e magari approfittare di un costo della vita inferiore. Sono più di 317 mila i pensionati che risiedono fuori dall’Italia con pagamenti di pensione all’estero. Le pensioni all’estero sono destinate sia a italiani sia a stranieri che in Italia hanno maturato una pensione o una quota parte di questa che viene liquidata in regime di totalizzazione. Agli stranieri è destinato il 24,1% del totale delle pensioni pagate all’estero. Svizzera, Germania, Spagna, Stati Uniti, Canada, Australia, Francia, Belgio e in parte la Gran Bretagna. Sono questi i paesi dove risiede il maggior numero di pensionati italiani. Germania, Canada e Australia, Francia, Svizzera, Stati Uniti, Belgio e Spagna sono invece quelli nei confronti dei quali l’istituto di previdenza registra un numero di pensioni da pagare più consistente. Quanto agli importi, al primo posto c’è il Portogallo (oltre 153 milioni), seguito da Spagna (più di 126 milioni), Svizzera (quasi 110 milioni di euro), Germania (oltre 108 milioni) e Francia (oltre 96 milioni) Tuttavia se si prende in considerazione un trend quinquennale, l’Inps ha registrato un decremento di circa il 6%, dovuto essenzialmente alla riduzione dei pagamenti pensionistici in aree continentali di “ antica migrazione ”, quali il Nord e sud America e l’ Oceania. Ma nelle altre aree il trend è costantemente in crescita. Da un punto di vista tendenziale, i dati interessanti sono quelli che riguardano l’incremento del numero dei pagamenti di pensioni in Europa (+4,3%), e la forte crescita di quelle pagate in America centrale, in Asia e in Africa (rispettivamente + 38,9%, + 34,9% e +30,3%). Oggi l’Inps sta provvedendo a liquidare soprattutto le pensioni della generazione di coloro che sono emigrati dopo il secondo dopoguerra. Molte di queste sono diventate pensioni di reversibilità, destinate a ridursi nel tempo, come, ad esempio avviene soprattutto per quelle destinate in America meridionale, dove le pensioni di vecchiaia rappresentano solo il 37% e quelle ai superstiti sono oltre il 60%, con un’età media molto elevata. Pertanto, nei Paesi che, in passato, hanno rappresentato le mete di milioni di italiani, le comunità di pensionati connazionali registrano un trend in forte decremento, mentre è iniziata la liquidazione di pensioni di “ nuova generazione” in nuove località.
I motivi di questa nuova “ migrazione ” sono che molti pensionati hanno scoperto la possibilità di aumentare gli importi pensionistici non pagando più le tasse in Italia, assai care del nostro bel paese, e vivere più agiatamente in paesi assai confortevoli. Non è una fuga di massa, ma sempre più pensionati, che comunque ricevono un importo discreto, si trasferiscono – in media uno al giorno – in nazioni dal sistema fiscale più accogliente.
Le mete di questa abbandono del suolo italico sono diverse.
In Spagna i pensionati italiani sono oltre 8 mila con un onere medio mensile di 1400 euro. In Portogallo sono presenti circa la metà, 3.600 presenze, con un onere medio di ben 4.240 euro mensili. Gli ex dipendenti pubblici sono fra quelli meno fortunati di poter usufruire di mete viciniori al loro Paese di origine.
Anche se l’Inpdap è stata assorbita dall’Inps, la gestione continua ad essere separata, e per gli ex Inpdap i paesi in cui hanno diritto a ricevere la pensione lorda sono i più lontani : Australia, Senegal, Costa d’Avorio. Ma , fortunatamente anche la Tunisia dove, alla spicciolata, sono ormai circa 2.000, con onere medio di 3.800 euro, vi si recano godendo di un clima favorevole e soprattutto nessuna doppia tassazione. Infatti quasi tutti i nostri pensionati emigranti puntano, oltre al clima ed un costo della vita più basso, a regimi fiscali che consentano di “ ottimizzare ” la pensione.
Da poco tempo è in auge ( circa 500 italiani ) anche l’Albania dove non è prevista la tassazione delle pensioni.
Scopriamo dunque la classifica dei luoghi migliori dove trascorrere la pensione nel 2024. Al decimo posto c’è la Colombia, un Paese straordinario: ricco di colori e di spiagge meravigliose, ma anche di foreste rigogliose e montagne che regalano riparo dal caldo, offre molte opportunità ai nuovi residenti. Il suo sistema sanitario è da anni in netto miglioramento, e il costo della vita è ancora relativamente basso
Nono posto per la Francia, che per gli italiani significa non dover allontanarsi troppo dal paese natio (e dagli affetti). Naturalmente bisogna fare attenzione a non scegliere località troppo costose come Parigi o la Costa Azzurra, ma non è difficile trovare posticini splendidi dove si spende poco e si vive benissimo.
La Malesia si aggiudica l’ottava posizione, e ci porta dall’altra parte del mondo. Questo Paese ricco di culture diverse e di paesaggi affascinanti vanta un costo della vita che va da un terzo a un quinto di quello sostenuto nella maggior parte delle località europee o statunitensi. E l’assistenza sanitaria è ormai eccellente.
In settima posizione troviamo la Grecia. Lasciando da parte le isole più turistiche, ci sono belle città e villaggi, un po’ più isolati, dove ancora oggi si vive con poco.
È però importante stipulare un’assicurazione sanitaria e verificare che nei pressi della propria nuova residenza ci siano strutture ospedaliere di qualità.
Torniamo in Sud America per il sesto posto. Ad aggiudicarselo è l’Ecuador, dove il clima consente di godere quasi di un’eterna primavera e le località lungo la costa non sono troppo umide. Anche qui c’è un’ottima assistenza sanitaria, e il settore privato si rivela molto conveniente.
Il quinto posto non ha bisogno di molte spiegazioni: la Spagna, con il suo clima perfetto e i suoi paesaggi variegati, è una delle mete migliori per godersi la pensione. E se dovete scegliere il luogo in cui andare, non dimenticate le isole Canarie!
Scendiamo al quarto posto, dove incontriamo Panama. Un Paese da sogno, con spiagge bellissime e temperature ottime in ogni periodo dell’anno, costi ancora accessibili e ospedali di ottimo livello.
Al terzo posto c’è il Messico, che spicca anche tra le destinazioni preferite per il turismo. Il costo della vita è basso e ci sono tante bellezze naturali da scoprire.
Il secondo posto se lo aggiudica il Portogallo, uno dei Paesi europei più ricchi di fascino. Tra città d’arte, spiagge incantevoli e colline straripanti di vigneti, è il luogo quasi perfetto dove trascorrere la pensione.
Il Portogallo da anni è stato considerato la terra promessa dei pensionati italiani. Clima mite, cultura europea, lingua neolatina, prezzi bassi e, soprattutto, niente tasse. Il Portogallo, però, smetterà di concedere esenzioni fiscali ai pensionati stranieri a partire da quest’anno. Lo aveva annunciato il primo ministro Antonio Costa spiegando che continuare a concedere agevolazioni contribuirebbe a far salire i prezzi degli immobili nel mezzo di una crisi immobiliare. Costa ha, però precisato che le esenzioni già concesse rimarranno in vigore. Introdotta per gli stranieri che vivono almeno la metà dell’anno in Portogallo, questa esenzione, concessa per dieci anni, è stata totale fino al 2020. Da allora, i nuovi arrivati potevano beneficiare di un’aliquota fiscale ridotta del 10%. La misura era stata introdotta nel 2012 per attirare capitali esteri in Portogallo , allora duramente colpito dalla crisi del debito. Ne hanno beneficiato circa 10.000 persone, per lo più pensionati francesi, britannici o italiani, che si sono stabiliti soprattutto nella regione di Lisbona o nelle località balneari dell’ Algarve e che di fatto hanno contribuito alla ripresa del mercato immobiliare. Ricordiamo che, le agevolazioni fiscali, che hanno permesso ai pensionati di ricevere la pensione lorda in Portogallo, sono ad esclusivo beneficio degli ex lavoratori del settore privato. Sono categoricamente esclusi gli ex dipendenti pubblici in ragione dell’art. 19 della convenzione tra Italia e Portogallo. In base alla convenzione sulle doppie imposizioni fiscali tra Italia e Portogallo, l’assegno dei pensionati italiani del settore privato, che acquisiscono la residenza dello Stato iberico, è tassata secondo le regole di quest’ultimo. Invece per i pensionati pubblici non era sufficiente la residenza, ma occorreva la nazionalità portoghese per sottrarsi al fisco italiano.
A fronte di queste regole, alcuni pensionati del settore pubblico avevano fatto causa all’Inps chiedendo l’applicazione delle condizioni previste per i dipendenti privati.
La Corte di giustizia dell’Unione europea ha ritenuto che sia legittimo applicare un regime tributario differenziato ai pensionati residenti in un altro Stato in relazione al fatto che gli stessi siano stati impiegati nel settore privato o pubblico e se siano solo residenti o anche cittadini del Paese straniero ( sentenza nelle cause riunite C-168/19 e 169/19 ). Infine, il Paese migliore in cui trasferirsi dopo aver lavorato tanti anni è la Costa Rica: un paradiso tropicale con due sistemi sanitari (sia pubblico che privato) e un costo della vita decisamente diverso dal nostro.


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