Medicina e ricerca

Settimana del cervello/ Neurologia, bisogni disattesi

di Leandro Provinciali (presidente Società italiana di Neurologia e direttore della Clinica Neurologicae del Dipartimentodi Scienze neurologichedegli Ospdali Riuniti di Ancona)

Nel corso degli ultimi anni è risultato evidente che le malattie neurologiche, soprattutto le condizioni morbose che interessano il cervello, rappresenteranno la sfida della sanità nei prossimi anni. Questa considerazione è supportata da diversi fatti:

i) l’aumento della sopravvivenza ha contribuito alla crescita delle malattie degenerative neurologiche età-correlate;

ii) la possibilità di trattamenti sistemici più efficaci, soprattutto a livello cardiocircolatorio, ha consentito di aumentare la durata della vita favorendo la ricorrenza di malattie del sistema nervoso legate all’invecchiamento;

iii) il trattamento precoce dei disturbi metabolici, soprattutto il diabete e le dislipidemie, ha consentito di contenere alcune complicanze generali rendendo più evidenti le complicanze neurologiche favorite dalla durata della malattia;

iv) i trattamenti dedicati ad alcune malattie severe, fra cui il cancro, hanno ridotto sensibilmente la mortalità lasciando questo triste primato alle malattie del sistema nervoso e a quelle cardiache.

Sulla base di simili considerazioni, che avevano supportato iniziative di prevenzione e lotta alle malattie cerebrali, quali il decennio del cervello e i programmi attuati dal Presidente Obama, l’attenzione nei riguardi della prevenzione e della cura delle malattie del Sistema nervoso è cresciuta sensibilmente in molti paesi occidentali. È apparso infatti evidente che, sebbene con caratteristiche profondamente diverse, le malattie dell’encefalo, del midollo, di radici, nervi e muscoli, oltre a essere epidemiologicamente ai primi posti delle malattie trattate dai sistemi sanitari, rappresentano la prima causa di disabilità e una fonte crescente di impegno della spesa sanitaria.

Un breve e incompleto elenco può giustificare tale affermazione. Le condizioni di demenza nel nostro Paese superano il milione e richiedono una diagnosi precoce, fondata su una profonda competenza neurologica, sia per il tipo che per l’entità della compromissione cerebrale; le malattia cerebrovascolari ricorrono con oltre 150.000 nuovi casi all’anno e sono dovute a cause differenziate che richiedono un’approfondita valutazione diagnostica sulla quale si basa il trattamento e la prevenzione più efficaci; la malattia di Parkinson interessa circa 200.000 persone nel nostro Paese e può beneficiare di validi trattamenti, se “tagliati su misura per il singolo paziente” e integrati con altre modalità assistenziali; la Sclerosi multipla è diagnosticata in circa 100.000 pazienti, spesso giovani, e richiede programmi di trattamento farmacologico differenziati a seconda delle caratteristiche cliniche e dell’evoluzione a cui si associano programmi specifici di ordine assistenziali, differenziati in relazione al livello di disabilità; l’epilessia coinvolge un numero consistente di pazienti e almeno 100.000 di essi devono affrontare condizioni di particolare impegno terapeutico con prognosi non favorevole; i traumi cranici e del tratto cervicale sono registrati in almeno 80.000 casi all’anno e richiedono attenzioni particolari e competenti, sia nelle forme più gravi, che nelle manifestazioni lievi e moderate che si realizzano si soggetti fragili quali gli anziani e i bambini; le malattie neuromuscolari sono fortemente differenziate e coinvolgono, sia nelle forme primarie che nelle manifestazioni secondarie ad altre condizioni morbose, oltre un milione di soggetti ai quali deve essere dedicati sofisticati programmi diagnostici e di trattamento.

Se a questi numeri si aggiungono una serie di malattie neurologiche meno frequenti, quali quelle genetiche o secondarie ad altra condizione morbosa, e se si aggiunge la grande popolazione che soffre di cefalea tanto da subirne, almeno temporaneamente, una compromissione della qualità della propria vita, ci si rende conto che la competenza neurologica rappresenta un elemento insostituibile nei progetti di salute della popolazione italiana.

Purtroppo, a fronte di bisogni dettagliati con crescente attenzione, non si registrano risposte organizzative efficienti e un’offerta adeguata di trattamenti efficaci.

Da un’indagine condotto pochi anni fa nella Regione Lombardia, risulta che un approccio specialistico competente si realizza soltanto nel 40% dei pazienti ricoverati in ospedale per un problema che interessa il Sistema nervoso. Anche in assenza di dati specifici è diffusa l’impressione che nelle altre Regioni italiane l’appropriatezza dell’assistenza neurologica non sia superiore a quella lombarda e che molto debba essere fatto per contenere i costi umani e sociali delle malattie neurologiche, sia in urgenza che in elezione o in continuità assistenziale. In un periodo di risorse economiche ridotte, può essere opportuno prendere in considerazione che recentemente è stato documentato, in un centro statunitense, che il trattamento in strutture neurologiche per pazienti con un problema riguardante il Sistema nervoso, è economicamente vantaggioso nell’ambito dell’offerta assistenziale dedicata ad ogni malattia e migliora la qualità della vita dei soggetti interessati.

Anche se il rimodellamento dell’organizzazione assistenziale rappresenta uno dei compiti più difficili nel nostro Paese è lecito attendersi un maggior impegno verso le malattie neurologiche, le quali oltre a determinare un sensibile incremento della spesa sanitaria, sono responsabili di severe limitazioni in milioni di cittadini.


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