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Casale delle Arti a Roma, sfuma il sogno di inclusione per gli autistici adulti? Lettera di un padre alle istituzioni

di Gianluca Nicoletti, padre di Tommy ragazzo autistico di 20 anni

Il Casale delle Arti di Roma (struttura di proprietà del Comune, ristrutturata per attività sociali e ora in stato di abbandono) è stato un bel sogno, ma è ora che ci svegliamo e prendiamo atto della realtà: mi sembra sempre più evidente che anche questa volta sono state solo promesse. Certo che mi rode, io personalmente ci avevo investito tantissimo, anni di lavoro per arrivare a riuscire ad avere un contatto con tutte le parti interessate, per metterle d'accordo, per farle parlare tra di loro, per coinvolgerle, convincerle…
Io ci ho creduto, con pochi amici e pochi genitori che mi hanno dato una mano­, eravamo convinti dell'idea, forse folle, che per Tommy e gli altri ragazzi adulti maggiorenni si sarebbe potuto costruire un destino diverso a quello di diventare “una retta” per l'istituto che li accoglierà quando a noi toccherà morire.

Preferisco essere io a dire con chiarezza che non ci credo più. Non voglio essere un alibi nei giorni in cui tutti promettono tutto, non voglio che ancora una volta, per farsi belli, si giochi sulla vita e sulle speranze dei nostri ragazzoni strampalati.

Perché sono arrivato a questa conclusione? Lo spiego subito…
Ero arrivato a vedere una bozza di protocollo in cui il nostro progetto sarebbe diventato realtà. Sono però passati quasi due mesi e non ne so più nulla.

Non vorrei pensare che noi autistici siamo stati presi in giro, ma è nei fatti che ci hanno assicurato che sarebbe stato imminente l'inaugurazione di un progetto sensato e rivoluzionario per tentare di dare una risposta concreta dove tutte le istituzioni stanno fallendo: assicurare una vita dignitosa e inclusa a persone autistiche che hanno tatuata addosso la data di scadenza per smettere di essere cittadini con dei diritti, perché destinati a varcare le porte di un posto simile alla galera dove restare chiusi finché avranno vita, con il tacito beneplacito di tutti.

La storia del Casale
Il ministero dell'Istruzione si è proposto capofila con grande entusiasmo per realizzare il nostro “Casale delle Arti”. Ho partecipato io di persona a un incontro avvenuto in 5 dicembre tra la ministra Valeria Fedeli e la Sindaca di Roma Virginia Raggi. Le due importanti donne hanno concordato assieme che il Casale delle Arti è un progetto utile alla cittadinanza e hanno cominciato a lavorarci di comune accordo.
Il Comune di Roma (che è proprietario dell'immobile) aveva posto come unico problema un vincolo che aveva con la Regione proprio riguardo una sua richiesta di Roma Natura. La sindaca Virginia Raggi ha comunque dichiarato sia pubblicamente che a noi in privato la sua totale adesione al progetto.
La Regione Lazio ha appositamente deliberato (Delibera di Giunta n.914 del 22 dicembre 2017) il sostegno alla realizzazione del progetto Casale delle Arti, promosso dal Miur, localizzato nella struttura denominata Casale Gomenizza all'interno della Riserva Naturale Regionale Monte Mario (Ente Gestore RomaNatura) in Roma. Il presidente Nicola Zingaretti ci ha ribadito, anche personalmente e con grande passione, la sua volontà di veder realizzato il progetto.

Non c'è stata però nessuna firma dopo le promesse
Al momento non vedo nulla di concreto, oltre alle parole, nonostante abbia coinvolto tante importanti cariche pubbliche, purtroppo penso che, almeno a Roma Capitale d'Italia, costruire un progetto di vita per autistici sia impossibile.
Eppure ho visto cose che voi umani… Una ministra del Governo Gentiloni e una sindaca di Roma che risponde a Beppe Grillo, cordialmente sedute allo stesso tavolo, impegnandosi a collaborare perché il progetto si potesse realizzare. Ho visto il governatore di una Regione imponente come ­­il Lazio fare deliberare alla Giunta il suo appoggio al nostro progetto. Ho visto un'importante Università come Roma Tor Vergata organizzarsi per essere il braccio scientifico del progetto, impegnando i suoi specializzandi in quello che sarebbe potuto essere il laboratorio più innovativo in Italia sul trattamento dell'autismo e sul sostegno alle famiglie.
Ho partecipato a un bando pubblico della Commissione per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, proponendo un progetto di micro impresa familiare, per realizzare un futuro dignitoso per dei ragazzi autistici. Il bando lo abbiamo pure vinto e assieme a noi lavorerà un'altra Università importante come la LUISS.
Ho visto ingegneri, professionisti, avvocati, medici, commercialisti, alcuni con figli autistici come me, che hanno garantito un piano economico sostenibile e si sono resi disponibili a costruire il management per la gestione del nostro progetto.
Tutto era pronto, ma qualcuno doveva firmare un accordo per destinare a un uso sociale un casale, di proprietà del Comune di Roma, che è abbandonato tra le erbacce da anni e cominciare a lavorare. La legge tra l'altro questo consente e auspica (art. 71 del D.L. del 3 luglio 2017, n. 117 “Codice del Terzo settore”).
Tutto però al momento è fermo, tutto tace, nessuno sa dirmi perché ma tutto si è arenato, apparentemente nelle pastoie della burocrazia, ma in sostanza sembra che a mancare veramente sia proprio la volontà politica di realizzare questo progetto. È assurdo, sembra che tutti abbiano persino dimenticato che anche le famiglie di autistici abbiano diritto di voto.
Dal Comune di Roma non arriva nessun segnale, il ministero, se il Comune non risponde, forse comincia a pensare che non sia più cosa. Posso anche capire l'apparato interno, tra poco cambia ministro, vale la pena impegnarsi? La Regione ha fatto quel che poteva fare e più non può. Poi c'è la campagna elettorale in corso e nessuno ha più tempo per gli autistici.
Dire che sono amareggiato è poco. Ho l'atroce certezza che per i nostri ragazzi non ci sia più nulla da fare, se non abbandonarli al destino di dover scomparire dallo sguardo di tutti, che alla fine è quello che tutti si augurano senza avere il coraggio di dirlo.

P.S.
Questa lettera è diretta anche a tutti i genitori di bambini autistici, che ancora avete possibilità di mandarli a scuola e di essere, bene o male, seguiti e sostenuti. Non vorrei angustiarvi, ma ricordate che quando anche i vostri figli compiranno i fatidici 18 anni, scompariranno dall'orizzonte di tutti e nessuno verrà più a cercarvi, se non al momento di trasformarli in una retta. Il Casale delle Arti voleva essere un prototipo sperimentale da applicare ovunque, avremmo lavorato per assicurare una futura vita dignitosa e felice anche per i vostri figli.


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