Medicina e ricerca

Covid-19/ Mantovani: dalla lotta al virus nuovi approcci alle malattie croniche

di Alessandra Ferretti

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«Per ciò che sappiamo e non sappiamo ancora del Covid-19, è ragionevole pensare che fattori fondamentali per la malattia causata del virus Sars-CoV-2 siano la carica virale, l'invecchiamento legato all'infiammazione, lo stile di vita e probabilmente una componente genetica». Sono parole di Alberto Mantovani, professore emerito di Patologia generale all'Humanitas University di Milano e direttore scientifico dell'IRCCS Istituto Clinico Humanitas, il ricercatore italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale, soprattutto per i suoi contributi al progresso delle conoscenze nel settore dell'immunologia.

Da un paio di settimane Mantovani è tornato in libreria con "Il fuoco interiore. Il sistema immunitario e l'origine delle malattie", che iniziò a scrivere un anno e mezzo fa, quando non immaginava che saremmo andati incontro ad una pandemia o, almeno, non in così breve tempo. «Anche nel caso del Covid-19 – spiega l'immunologo – abbiamo a che fare con una risposta immunitaria inappropriata e fuori controllo (il fuoco interiore, appunto, ndr), che caratterizza anche altre patologie, come abbiamo scoperto di recente: malattie cardiovascolari, ad esempio ictus e aterosclerosi, neurodegenerative, infettive e oncologiche». Ed è proprio firmata Mantovani l'intuizione per cui anche queste ultime siano sostenute da cellule dell'immunità che invece di arrestare il tumore lo aiutano a proliferare comportandosi come "poliziotti corrotti".

«Il sistema immunitario – prosegue Mantovani - è un'orchestra straordinaria, di cui non conosciamo tutti gli orchestrali, né tutti gli strumenti che da costoro vengono suonati. Dal suo buon funzionamento dipende la nostra armonia, che è a sua volta in rapporto col nostro mondo interiore e con un mondo esterno potenzialmente causa di danno. E, come se ce ne fosse stato bisogno, Covid-19 ce lo ricorda tutti i giorni».

Prosegue l'esperto: «Come tale, il sistema immunitario, come un vero e proprio esercito, è in guerra perenne. L'equilibrio con il mondo microbico dipende da uno stato di guerra continuo, in cui tutti i giorni si stima che qualche centinaio di milioni dei nostri fantaccini muoiano per mantenere l'equilibrio con esso. Questo lo abbiamo imparato dai pazienti che hanno difetti di funzionamento del sistema immunitario. E lo abbiamo visto anche nei pazienti Covid, che di fatto sono la dimostrazione del fallimento del controllo del virus da parte del nostro sistema immunitario».

Proprio per far seria luce su ciò che ad oggi sappiamo sul virus Sars-CoV-2 e per auspicare un equilibrio tra emergenza e rigore metodologico, Mantovani ha curato, insieme a Maurizio Cecconi e Guido Forni, il "Rapporto Covid-19" per l'Accademia Nazionale dei Lincei. Quest'ultima ha ritenuto fosse doveroso "mettere a disposizione della comunità un riepilogo, necessariamente provvisorio, delle attuali conoscenze sull'origine, sui meccanismi e sui trattamenti a disposizione e in preparazione per trattare la nuova pandemia".

«Partiamo dall'istologia», inizia l'oncologo. «Fino a due mesi fa, si pensava che l'interazione avvenisse nel polmone profondo. Un recente lavoro pubblicato su "Nature" ci ha insegnato poi che, in realtà, la sorgente del virus sono le vie respiratorie alte. Da qui vengono spunti interessanti dal punto di vista del sistema immunitario e degli strumenti diagnostici. Sappiamo che il virus interagisce con uno o più recettori e molecole accessorie (ACE2 e TMPRLRS). Non conosciamo invece quasi nulla dei sensori ovvero di come le prime linee di difesa dell'immunità (immunità cellulare e umorale innata) sappiano riconoscere la presenza del virus. Nel 90% dei casi in cui incontriamo un patogeno, queste sono le linee che risolvono il problema senza che ce ne accorgiamo. Mi piace pensare che tale sia il motivo per cui oltre l'80% delle persone che incontrano il virus sia asintomatico, ma non ne abbiamo evidenze».

Ancora Mantovani: «Anche nel caso del Covid, dunque, abbiamo una risposta infiammatoria fuori controllo ovvero una tempesta citochinica, una sindrome di attivazione dei macrofagi in cui sono state bloccate le difese antivirali. Successivamente abbiamo un'alterazione della parete vascolare e dei microtrombi. E, infine, abbiamo la manifestazione clinica: polmonite, sindrome da distress respiratorio e insufficienza d'organo».

Del Covid ancora non sappiamo dunque cosa riconoscano i direttori d'orchestra immunitaria (i linfociti T), se gli anticorpi, così come li conosciamo, siano protettivi e come si prospetti il campo di battaglia ovvero cosa accada, ad esempio, all'interno dei polmoni o altri organi. Gli scienziati di tutto il mondo sono al lavoro per questo e sarà possibile che le stesse conoscenze che man mano vengono acquisite nella lotta al virus potranno essere d'aiuto nel comprendere meglio altri processi infiammatori e suggerire nuovi approcci verso le malattie croniche, a cominciare dal cancro.


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