Medicina e ricerca

Cheratosi attinica: le nuove terapie per prevenire e curare le lesioni

di Ketty Peris*

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La cheratosi attinica è una malattia pre-cancerosa che merita un’attenta considerazione e che non può essere sottovalutata. Colpisce oltre 400mila italiani e si manifesta dopo i 40 anni come macchie rosa, rosse o marroni che nel tempo possono ispessirsi e diventare dure, ruvide e molto aderenti alla pelle. Le dimensioni possono variare da pochi millimetri fino ad alcuni centimetri e il 45% dei pazienti presenta almeno sei o più lesioni sulla pelle. Le zone più colpite del nostro corpo sono quelle maggiormente esposte al sole quali il viso, le orecchie, il cuoio capelluto e il dorso delle mani. Se le cheratosi attiniche non vengono trattate, possono, fino al 16% dei casi, evolvere in un carcinoma squamocellulare.

Quest’ultimo rappresenta da solo il 25% di tutte le forme di cancro che possono interessare la nostra pelle e ha un alto rischio di sviluppare metastasi. Diventa così fondamentale poter utilizzare un trattamento in grado di agire non solo sulla patologia già presente ma anche sullo sviluppo di nuove lesioni. Una delle ultime terapie disponibili si chiama 5-Fluorouracile 4% ed è un trattamento topico in grado di agire sulle lesioni cutanee, neoplastiche e preneoplastiche. Al tempo stesso ha dimostrato di poter esercitare un’azione selettiva sulla malattia senza determinare alterazioni significative della cute sana. La nuova terapia, prodotta da Pierre Fabre, è stata autorizzata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a fine aprile 2021 e da alcune settimane è in commercio. 5-Fluorouracile 4% è una crema che deve essere applicata, negli adulti, una volta al giorno per almeno quattro settimane. Ha dimostrato un tasso di guarigione del 100% nel 54% dei pazienti mentre un tasso di guarigione del 75% nell’80% dei casi. Inoltre il 45% dei pazienti risulta, dopo 12 mesi, ancora libero da recidive.

Il principio attivo è il fluorouracile, un agente citostatico che previene la formazione degli acidi nucleici e determinando così un’inibizione della crescita cellulare. E’ semplice da applicare, presenta un basso assorbimento sistemico dopo l’applicazione cutanea e ha dimostrato una grande tollerabilità. Tutto ciò favorisce l’aderenza terapeutica che anche in dermatologia è fondamentale soprattutto quando riguarda patologie che colpiscono principalmente i non più giovanissimi. Solo un malato su dieci ha, infatti, interrotto la cura in seguito alla comparsa di eventi avversi. La cheratosi attinica è una delle lesioni dermatologiche più diffuse e frequenti in Italia così come in molti altri Paesi occidentali. Si calcola che un terzo degli over 70 presenti almeno una lesione da cheratosi. Il 27% dei pazienti dermatologici ambulatoriali italiani è invece colpito dalla malattia. Vi è spesso la tendenza a non considerarla come un grave problema di salute. In realtà è a tutti gli effetti un tumore nelle sue primissime fasi iniziali che però non sempre degenera in un carcinoma invasivo.

Bisogna tuttavia contrastare lo sviluppo delle lesioni prima che la situazione possa peggiorare. Da qui l’esigenza di avere trattamenti che agiscano in modo tempestivo. Molto importante è anche la prevenzione primaria della patologia che passa da un’esposizione corretta ai raggi solari soprattutto per alcune categorie di persone. Risultano più esposti al rischio d’insorgenza gli uomini e le donne con capelli biondi o gli occhi chiari nonché alcune particolari categorie di lavoratori o sportivi. Esistono infine altri fattori di rischio tra cui alcune patologie infiammatorie croniche o condizioni di immunodepressione che possono favorire lo sviluppo di cheratosi attiniche.

Senza dubbio però il sole rimane il principale responsabile dell’insorgenza delle cheratosi attiniche. Come dermatologi consigliamo di proteggersi sempre, con creme e indumenti adeguati, quando ci si espone al sole E’ una regola che vale durante tutto l’anno, anche in queste ultime settimane d’estate. Bisogna poi evitare il ricorso a lettini e lampade abbronzati che sono molto pericolosi per la salute della nostra pelle in quanto incrementano il rischio di altri tumori cutanei sia melanoma che non-melanoma.

*Presidente Nazionale della SIDEMAST (Società Italiana di Dermatologia Medica, Chirurgica, Estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse)


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