Medicina e ricerca

Risultati dell’effetto dell'aggiunta di L-arginina per via orale alla terapia standard in pazienti con Covid-19

di Gaetano Santulli *

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L-arginina è un amminoacido polare, con catena laterale idrofilica, basico. La L-Arginina è coinvolta in diverse vie metaboliche; tra queste, è particolarmente rilevante la conversione in citrullina tramite l'enzima ossido nitrico sintasi che determina la produzione di Ossido Nitrico (NO). L’NO è un mediatore endogeno di processi biologici quali la vasodilatazione e la trasmissione degli impulsi nervosi e viene prodotto dall’endotelio come modulatore del tono vascolare. L’endotelio è il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, linfatici e del cuore. La produzione di livelli adeguati di NO nell'endotelio vascolare è fondamentale per la regolazione del flusso sanguigno e per la vasodilatazione.
Esistono prove concrete che la disfunzione endoteliale sia uno dei principali meccanismi alla base dello sviluppo della patologia grave da Covid-19. Tuttavia, nessuno studio clinico aveva fino ad oggi dimostrato che un intervento mirato a migliorare la funzione endoteliale potesse essere effettivamente utile a migliorare il decorso dei pazienti affetti da questa malattia.
Lo studio condotto dall’Ospedale Cotugno di Napoli, in collaborazione con l’Università Federico II e l’Albert Einstein tdi New York City, ha dimostrato che l’aggiunta di L-arginina per via orale ad alto dosaggio (due flaconcini da 1,66g al giorno) alla terapia standard in pazienti ricoverati in unità sub-intensiva per Covid-19 consente una riduzione più precoce dell’assistenza respiratoria (al decimo giorno di trattamento, nel gruppo trattato con L-arginina si riscontra un miglioramento in un numero di pazienti superiore del 60% rispetto al gruppo di controllo) e una marcata riduzione dei giorni di ospedalizzazione rispetto ai pazienti trattati con la sola terapia standard (p>0.0001).
Lo studio, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, che nella sua analisi ad interim ha determinato l’arruolamento di 100 pazienti, è stato pubblicato sulla testata di libero accesso di The Lancet (EclinicalMedicine), che ha l’obiettivo di aiutare gli operatori sanitari in prima linea a risolvere le sfide della salute, ed è stato registrato sulla piattaforma internazionale ClinicaTrials.gov.
La dimostrazione, sia pur preliminare visto che lo studio è ancora in corso, che due flaconcini al giorno di L-arginina (1,66g x 2) per via orale in aggiunta alla terapia standard in pazienti ospedalizzati per Covid-19 possano migliorare sensibilmente il decorso della malattia da Covid-19 è di particolare importanza vista la penuria di trattamenti disponibili in questo tipo di pazienti e rappresenta una nuova frontiera per una gestione migliore dei pazienti Covid-19 basata su un solido razionale fisiopatologico.
Positive le esperienze di altre realtà ospedaliere italiane. Diverse sono le strutture ospedaliere che nell’ultimo anno sono ricorse alla supplementazione di L-arginina nella terapia dei pazienti covid. L’Ospedale Cotugno di Napoli è stato il primo ospedale a somministrare L-arginina nei pazienti ricoverati per patologia da Covid-19. Oggi viene utilizzata in diversi ospedali italiani tra cui l’Irccs -San Raffaele di Roma e l’ospedale di Codogno di Lodi. Ma anche al presidio Columbus della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma al ‘Day Hospital Post Covid’.

* Professore di Cardiologia e ricercatore presso l'Albert Einstein University di New York


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