Medicina e ricerca

La prevenzione necessaria per il cuore e l'agguato del Covid in termini di salute e costi

di Michele Gulizia *

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24 Esclusivo per Sanità24

Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la prima causa di morte nel mondo, con 18,5 milioni di vite perse ogni anno. Rappresentano uno dei più importanti problemi di salute pubblica, poiché rientrano tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. In Italia sono responsabili del 34,8% di tutti i decessi, sia per gli uomini (31,7%) che per le donne (37,7%), con 230mila morti ogni anno certificate dall’Istat. Dopo il dietrofront causato dal Covid rispetto ai progressi degli ultimi decenni, si prevede nel mondo un forte aumento di decessi per cause cardiovascolari, che si stima raggiungeranno 24 milioni nel 2030, più di 66.000 in media al giorno, per un costo globale che passerà da circa 863 miliardi di dollari nel 2010 a oltre 1 trilione.
In questo terribile bilancio diventa prioritario ridurre il rischio cardiovascolare attraverso comportamenti modificabili e attività di prevenzione. E se è vero che le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte nel nostro Paese è però d’obbligo ricordare che sono in buona parte prevenibili, poiché accanto a fattori di rischio non modificabili (età, sesso e familiarità) vi sono anche fattori modificabili, legati a comportamenti e stili di vita (come fumo, alcol, scorretta alimentazione o sedentarietà) spesso a loro volta causa di diabete, obesità, ipercolesterolemia e ipertensione arteriosa. La prevenzione è dunque importantissima e va attuata il più precocemente possibile, ancor di più in questo momento storico in cui la pandemia ha avuto purtroppo un effetto aggravante sul cuore dei cittadini sotto diversi aspetti: il Sars-CoV-2, oltre a peggiorare precedenti condizioni di cardiopatia o di insufficienza cardiaca, ha avuto effetti negativi sul sistema cardiovascolare innescando gravi problematiche in alcuni individui, come aritmie e scompenso, in alcuni casi persistenti anche dopo la guarigione dal virus. È infatti emerso come fino a un paziente su otto, tra quelli ospedalizzati, mostri nel tempo segni evidenti di problemi cardiaci, conseguenti al Covid-19. A causa dell’emergenza sanitaria si è inoltre assistito ad una notevole riduzione delle attività di prevenzione cardiovascolare per cui i pazienti hanno saltato molti controlli, e ciò ha portato inevitabilmente ad un aumento di decessi e ospedalizzazioni.
Le malattie cardiovascolari rappresentano un problema sanitario di rilievo non solo negli uomini ed è pertanto essenziale che cresca nella popolazione e nella classe medica il concetto di prevenzione cardiovascolare anche per le donne, ad oggi sicuramente sottovalutato, perché se fino alla menopausa sono maggiormente aiutate dalla protezione ormonale femminile, successivamente vengono colpite da malattie cardiovascolari addirittura più degli uomini. Tra i fattori di rischio possiamo ricordare l’ipertensione, gli altri livelli di colesterolo LDL e di trigliceridi, i bassi livelli di colesterolo HDL, il sovrappeso e l’obesità, la storia familiare di patologie cardiovascolari prima dei 60 anni, la sedentarietà, il fumo di sigaretta, il consumo eccessivo di alcolici e il diabete. Nelle donne generalmente il quadro clinico si mostra in maniera meno evidente, con dolore assente o localizzato in altra sede, e questo non fa altro che confondere i sintomi con altre patologie, comportando spesso un ritardo diagnostico rispetto agli uomini che determina una tardiva ospedalizzazione che culmina spesso con peggiori conseguenze per la salute.

* Presidente della Fondazione per il Tuo cuore dei Cardiologi Ospedalieri Italiani Anmco e Direttore della Cardiologia dell’Ospedale “Garibaldi-Nesima” di Catania


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