Medicina e ricerca

Linfedema, la rivoluzione nella diagnosi e nella cura è l’ecografia ad altissima frequenza

di Giuseppe Visconti *

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Il linfedema è una patologia cronica e debilitante, caratterizzata da edema degli arti superiori o inferiori, che impatta notevolmente sulla qualità di vita del paziente, sia in ambito personale che lavorativo (oltre l’80% dei pazienti affetti necessita di usufruire di giorni di malattia, il 9% ha subito un demansionamento per limiti funzionali e il 2% un licenziamento). Tutt’altro che rara, questa patologia colpisce circa 300 milioni di persone in tutto il mondo. In Italia, si stimano circa 40.000 nuove diagnosi all’anno. Tra le principali cause, gli esiti dei trattamenti oncologici per tumore della mammella, tumori ginecologici, della prostata e melanomi. Nel mondo occidentale il linfedema secondario è considerato il fardello dei Cancer Survivors (sopravvissuti al tumore) con un’incidenza in aumento a seguito dei progressi in campo oncologico, che consentono ad un numero sempre crescente di pazienti di sconfiggere il cancro. Si stima che circa il 20% delle donne trattate per il tumore della mammella svilupperanno linfedema dell’arto superiore, percentuale che sale al 40% nelle cancer survivors dopo tumori ginecologici (cervice uterina, utero e ovaie) e tumori della prostata, e al 67% nei pazienti sottoposti ad asportazione dei linfonodi inguinali, come per il trattamento di un melanoma.
I pazienti sopravvissuti al cancro affetti da linfedema vivono quello che viene definito un paradosso terapeutico: “Liberi dal cancro al costo di una patologia benigna ma cronica, progressiva e debilitante”.
La supermicrochirurgia del Linfedema, nata circa 15 anni fa in Giappone, viene così definita in quanto richiede particolari strumentazioni e skills tecnici necessari a manipolare con successo strutture anatomiche tra le più piccole oggetto di chirurgia oggi, quali i vasi linfatici, di dimensioni comprese tra i 0.2 e i 0.8 millimetri. Grazie a una stretta collaborazione con Istituzioni giapponesi di riferimento nel trattamento microchirurgico del linfedema e il riconoscimento di un Grant Ministeriale per Giovani Ricercatori, abbiamo introdotto per la prima volta in Italia e in Europa una nuovissima tecnologia, l'ecografia ad altissima frequenza presso il Centro per il Trattamento del Linfedema della Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” Irccs di Roma. Con sonde di 48 e 70 MhZ, questa consente di mappare i vasi linfatici in modo minimanente invasivo e con un dettaglio d' informazione che sarebbe stato impensabile prima.
L’anatomia dell’albero linfatico funzionante varia da soggetto a soggetto e la sua corretta mappatura è necessaria per poter pianificare in modo efficace la chirurgia. Tra le tecnologie oggi a disposizione vi sono la linfoscintigrafia, la risonanza magnetica linfatica, la linfografia a fluorescenza. Queste metodiche presentano tuttavia dei limiti di risoluzione e non sempre sono in grado di fornire tutte le informazioni necessarie per la corretta stadiazione della malattia e pianificazione dell’ intervento chirurgico.L’utilizzo di una particolare tecnologia, l’Ecografia ad altissima frequenza, ci consente ad oggi di oltrepassare questi limiti permettendoci di visualizzare i vasi linfatici prima dell’intervento, con un potere risolutivo fino a 30 micron. La capacità di vedere oltre le possibilità delle tecnologie tradizionali a disposizione è stata anche definita Supervision. L’ecografia ad altissima frequenza consente di valutare lo stato di degenerazione dei vasi linfatici con immagini comparabili con l’istopatologia, come dimostrato in un lavoro scientifico pubblicato sul Journal of Plastic, Reconstructive and Aesthetic Surgery. Questo fornisce delle informazioni prima impensabili, che consentono una nuova e più completa stadiazione della malattia. Inoltre, grazie a questi dati, si è in grado di pianificare con altissima precisione la supermicrochirurgia anche nei casi avanzati, spesso esclusi per l’impossibilità a visualizzare correttamente i vasi linfatici da bypassare.
L’ecografia ad altissima frequenza è un esame minimamente invasivo che viene oggi offerto nei Centri per il trattamento del linfedema più avanzati, come quello presente presso la Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” Irccs di Roma. Questo esame viene infatti impiegato nello studio dei pazienti affetti da linfedema, sia nella forme iniziali, cioè appena il linfedema inizia a manifestarsi, che nelle forme avanzate. Ricordiamo che è importante intervenire prima possibile nel trattamento microchirurgico del linfedema, proprio per evitare che la degenerazione linfatica possa far peggiorare la patologia e ridurre le possibilità di trattamento chirurgico.
Negli ultimi 3 anni, l’interesse verso questo approccio rivoluzionario alla diagnosi ed alla microchirurgia del linfedema ha conosciuto un interesse esponenziale nella comunità scientifica internazionale. La metodica è stata infatti presentata nell’ambito di molteplici Meeting Internazionali tra cui il Boston Lymphatic Symposium - Harvard University, il Congresso Annuale all’American Society of Reconstructive Microsurgery ed il Congresso Biennale della World Society of Reconstructive Microsurgery.
Il continuo impegno nella ricerca sul trattamento del linfedema ha dato la possibilità di cambiare la storia di centinaia di vite. L'obiettivo rimane quello di restituire alle persone che hanno sconfitto un cancro, il diritto a una vita il più normale possibile, attraverso un percorso di progressiva indipendenza e benessere. Da qui l’importanza di campagne di sensibilizzazione rivolte sia ai pazienti, che agli operatori sanitari quotidianamente coinvolti nella gestione dei pazienti oncologici, che consentano una diagnosi precoce per una ottimale gestione di questa patologia.

* Chirurgo plastico presso Fondazione Policlinico Universitario “A.Gemelli” Irccs - Roma


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