Medicina e ricerca

Tumore del seno, dopo 5 anni un milione di donne guarda al futuro. Aigom: Servono nuove regole nella gestione del follow up

di Stefania Gori *

S
24 Esclusivo per Sanità24

Con oltre 60mila nuovi casi per anno attesi nel 2025 (+10%) e oltre 66mila nel 2030 (+21%) il tumore del seno rappresenta la forma tumorale più frequentemente diagnosticata nelle donne. Il numero delle nuove diagnosi è quindi destinato ad aumentare in base alle proiezioni dell’Associazione internazionale dei Registri tumori. Grazie a cure sempre più complesse e precise che migliorano nel tempo, allo screening mammografico e alla diagnosi precoce - legata alla maggior consapevolezza delle donne in presenza di sintomi/segni sospetti e ai trattamenti adiuvanti post-chirurgia - queste donne hanno raggiunto una sopravvivenza dell’87% a 5 anni dalla diagnosi e dell’80% a 10 anni. Questo significa che, anno dopo anno, aumenta il numero di donne che vivono in Italia dopo una diagnosi di carcinoma della mammella: nel 2020 erano 850mila e circa 250mila di queste avevano avuto una diagnosi da meno di 5 anni. Significa che anche l’attività chiamata di "follow-up" è sempre più importante. Senza contare l’importanza delle terapie integrate, ancora poco conosciute e praticate oggi in Italia.
Come aggiornare e valorizzare questa importantissima fase della vita di un paziente è stato il tema del convegno "Follow up of Early Breast Cancer: Working for a 2023 consensus", organizzato da Aigom (Associazione italiana Gruppi oncologici multidisciplinari) che si è svolto a Roma. Con un obiettivo in più: costruire le condizioni per arrivare a una conferenza di consenso per aggiornare e rendere più efficace l’attività di follow-up.
A rendere necessario "rivedere" le modalità con cui viene effettuato il follow up del carcinoma mammario in fase precoce è l’assenza di evidenze recenti della letteratura sulla tipologia di follow up, i progressi diagnostico-terapeutici che indicano oggi con maggior definizione i sottogruppi di carcinoma mammario a maggior rischio di ripresa, e le possibilità terapeutiche efficaci qualora la malattia diventi metastatica. Questo potrà permettere di identificare modelli di follow up diversi: esami strumentali e visite oncologiche più frequenti magari nelle donne con carcinomi mammari a maggior rischio di ripresa, meno frequenti nelle donne a basso rischio.
Per delineare un consenso "formale" si dovrà avviare un percorso specifico, attraverso una metodologia (Estimate-Talk-Estimate, detta anche mini-Delphi) che incentivi al massimo l'autonomia e la libertà di giudizio di ogni professionista, e seguendo un approccio ibrido (in remoto e in presenza). Il primo momento di lavoro riguarderà la generazione e la condivisione dei punti meritevoli di interesse relativi ai vari aspetti del follow up, poi la produzione di "statement" (dichiarazioni) per ciascuno di questi punti e, attraverso vari fasi, si arriverà dapprima a due web meeting di condivisione e poi a successivo convegno, in presenza, al quale saranno invitati esperti di patologia oncologica mammaria per verificarne il consenso mediante votazione (con metodologia specifica, chiamata Rand-Ucla).

* Presidente Aigom (Associazione italiana Gruppi oncologici multidisciplinari)
Direttore Dipartimento Oncologico Irccs Negrar di Valpolicella


© RIPRODUZIONE RISERVATA