Medicina e ricerca

Sindrome del colon irritabile: le opzioni terapeutiche dalla dieta mirata alle nuove tecniche chirurgiche

di Massimiliano Varriale*

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Sono molti gli acronimi che cercano di identificare quello che rappresenta attualmente il fenomeno disfunzionale intestinale più frequente da osservare nella società contemporanea.Con una incidenza compresa tra il 9 e 20% della popolazione, con un rischio doppio per le donne rispetto agli uomini di soffrirne in particolare in una fascia di età compresa tra la seconda e terza decade, la sindrome del colon irritabile ( I.B.S.: Inflammatory Bowel Syndrome ) rappresenta una miscellanea di segni e sintomi, da cui appunto la definizione di sindrome e non di malattia, che manifestano essenzialmente la disfunzione dell’intestino, in questo caso il tratto del colon retto ano. Sintomi anche profondamente diversi tra loro ma che, insieme, costituiscono facce diverse di una stessa medaglia.Essenzialmente, in tema di inquadramento clinico, la disfunzione intestinale può dare luogo a quadri di vere e proprie malattie del colon retto ano, a causa del suo manifestarsi in maniera cronica e ciclica, intervallata cioè da periodi di benessere che si susseguono a periodi di malessere.Dolori addominali, di varia intensità e localizzazione preferibilmente nei quadranti inferiori addominali associati a stipsi che si alterna a diarrea, ovvero esclusivamente stipsi o diarrea.Si hanno manifestazioni anche a carico della cute, ad esempio prurito alla cute posta negli spazi interdigitali, afte della bocca o a livello del lobo dell’orecchio, forfora, infine lievi forme di eczema in particolare alle giunzioni degli arti superiori ed inferiori.

Attualmente le cause sono incerte ma si riconosce alla predisposizione genetica sulla cui base stress ed alimentazione non appropriata intesa sia come assunzione di cibi non idonei, sia come igiene alimentare.La classificazione che permette al medico di inquadrare la sindrome del colon irritabile in maniera diretta, semplice e facilmente comprensibile per il paziente è quella definita "Criteri di Roma" attualmente alla IV edizione. La classificazione permette anche di distinguere almeno quattro quadri clinici da disfunzione intestinale ognuno di questo caratterizzato dalla presenza di dolore addominale- questo sempre presente in tutti i gradi – associato ad alvo misto, diarroico e stitico, alvo esclusivo stitico, alvo esclusivo diarroico ovvero non inquadrabile. Inevitabili, avendo la sindrome del colon irritabile un’evoluzione cronica in cui fasi acute si susseguono a fasi di quiescenza, le ripercussioni cliniche a carico del colon, retto ed ano.

La malattia diverticolare del colon, le MICI ( Malattie Intestinali Croniche dell’Intestino ) aspecifiche – che si differenziano dalle specifiche come la Malattia di Crohn o la retto Colite Ulcerosa essendo quelle aspecifiche di minor intensità clinica ed avendo delle caratteristiche non sovrapponibili a quelle specifiche – , malattia emorroidaria, fistola in ano, ragade anale, ascesso perianale, prolassi del retto, infezioni delle vie urinarie sono quadri clinici che possono manifestarsi nel tempo quale effetto della I.B.S., a loro volta necessitanti di trattamento medico e/o specifico chirurgico.

In particolare le tecniche chirurgiche, ad esempio utilizzabili nella cura della malattia emorroidaria da IBS o della Ragade funzionale, tengono conto delle nuove e perfezionate tecniche chirurgiche-taylored surgery- più versatili, conservative e mininvasive, estremamente performanti e con Evidence Base Medicine di alto grado; delle conoscenze sulle dinamiche di insorgenza di tali malattie complicanti la IBS e dei relativi nuovipercorsi diagnostico terapeutici dedicati; delle nuove tecnologie chirurgiche come ad esempio l’utilizzo del doppler e di nuovi presidi di sutura, gli ultrasuoni, la radiofrequenza, il laser e le cellule staminali.

I Criteri di Roma rispettivamente stilati nella loro prima edizione nel 2006 poi aggiornati fino alla ultima edizione del 2016, stabiliscono i percorsi diagnostici terapeutici da adottare come gestione altamente specifica e performante della IBS: in particolare gli stili di vita, l’igiene alimentare e la dieta specifica costituiscono elementi di base propedeutici all’ottenimento di prolungati periodi di quiescenza vs periodi di recrudescenza sintomatologia della sindrome più brevi e meno intensi.Non saltare mai i pasti, evitare pasti particolarmente abbondanti, ricca idratazione quotidiana e attività fisica, costituiscono le basi rispettivamente di una corretta igiene alimentare e stili di vita.

La dieta per il colon irritabile si basa su di un criterio ben preciso: utilizzare cibi che non peggiorano il quadro clinico che, nella fase acuta, esprime il colon irritabile.In generale le diete specifiche per il colon irritabile vedono nel limitare - escludere nei casi ad alta intensità sintomatologica – cibi ad elevato contenuto di zuccheri semplici o a catena corta, carboidrati fermentabili - FODMAP: FermentableOligosaccarides, Disaccarides, Monosaccarides, Polyols – dall’elevata capacità di fermentazione, ad esempio: sorbitolo, mannitolo, fruttosio presente nelle gomme da masticare o in alcuni dolci, birra, caffè, succhi, sciroppi, condimenti particolarmente elaborati, brodi già pronti, aglio, cipolle, carciofi, cavolfiori, asparagi, cereali, legumi, marmellate, precotti, lattosio. Utile limitare teina e caffeina.Nelle IBS importante è la valutazione di alcune intolleranze alimentari ad esempio il nichel, il lattosio ed il glutine; possono osservarsi con incidenza statisticamente significativa per cross reazione immunitaria.La corretta assunzione di fibre deve essere sempre sottolineata al paziente unitamente ad un corretto uso di fermenti lattici: in genere le fibre insolubili come ad esempio la crusca vanno escluse nelle sindromi diarroiche da IBS; utile l’uso di fibre solubili come bieta, lattuga et similia nella costipazione da IBS.

* Servizio di Colonproctologia dell'Unità Operativa Complessa II Chirurgia Generale presso Presidio Ospedaliero Sandro Pertini AslRM2 - Roma


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