Medicina e ricerca

Un nuovo modello di prevenzione attiva contro i tumori: in campo il protocollo Helixafe

di Adriana Albini *, Rossana Berardi **

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Si chiama "Cancer Driver Interception" ed è una nuova frontiera della lotta al cancro, la prevenzione attiva sulle condizioni che possono far nascere un tumore. È provato scientificamente: la cancerogenesi dura anni. All’inizio si verificano alcune condizioni predisponenti che, se intercettate e modificate, possono arrestare il processo, prevenendo l'insorgere della neoplasia. Condizioni ora studiate con decine di pubblicazioni scientifiche che possono essere monitorate con test non invasivi. In Italia è stato messo a punto uno dei modelli più innovativi: si chiama Helixafe ed è un protocollo sviluppato da una spin-off dell'Università Tor Vergata, è stato presentato in una Consensus Conference a Palazzo Giustiniani, presso il Senato della Repubblica.
Una rivoluzione che trasforma radicalmente il punto di vista sull'approccio ai tumori, incentrato oggi soprattutto sulle terapie, a partire dall'individuazione di Cancer Drivers che intercettano e trattano le condizioni fisiopatologiche che determinano lo sviluppo dei tumori. Come per le malattie cardiovascolari possiamo controllare la pressione arteriosa e il livello di colesterolo, fattori di rischio davvero importanti, oggi possiamo verificare le mutazioni che portano all’insorgenza dei tumori e i cambiamenti del "microambiente". Come? Con l'analisi dell'instabilità genomica, del controllo dell'infiammazione cronica, dello squilibrio del sistema immunitario e della flora batterica intestinale.
L'instabilità genomica è il driver principale. Il Dna di ciascuno di noi riceve diverse migliaia di "aggressioni" quotidiane che vengono però riparate da sofisticati meccanismi. Se i sistemi preposti, però, smettono di funzionare e non riparano più i danni, le cellule si propagano con mutazioni somatiche (acquisite). Queste rappresentano la condizione prodromica dello sviluppo dei tumori solidi.
La valutazione delle mutazioni avviene mediante il sequenziamento del Dna libero circolante, che si ottiene con un semplice prelievo di sangue. Non solo, è importante controllare anche l'infiammazione cronica, con l'analisi delle citochine per evidenziare una condizione di infiammazione sistemica. E ancora, la misurazione del rapporto CD4/CD8, e dei monociti, che evidenzia l'equilibrio o lo squilibrio del sistema immunitario. Mentre con il sequenziamento di un campione di feci, è possibile analizzare una quarta funzione driver, che è lo squilibrio della flora batterica intestinale.
Le tecniche di sequenziamento del Dna libero circolante rappresentano una svolta epocale nella prevenzione del cancro, ciò perché consentono la valutazione delle conseguenze dovute all’impatto genotossico accumulato nel Dna che può diventare driver del cancro. L’innovazione del progetto di Bioscience è che, oltre all’analisi delle mutazioni nel Dna circolante, misura anche la situazione infiammatoria e il microbioma, per cui si ha per la stessa persona che fa il test una serie di informazioni complementari che possono contribuire a valutare un rischio e intervenire con l’interception. Come studiato dallo spin-off dell’Università Tor Vergata, frutto della ricerca italiana.
Il numero assoluto di tumori nei Paesi occidentali aumenta, anche se cala la mortalità, grazie alla diagnosi precoce. In Italia nel 2022 sono state registrate 390.000 diagnosi, 14.000 in più rispetto al 2020. Dobbiamo intervenire sulla prevenzione primaria, con la correzione di scorretti stili di vita, soprattutto fumo, errata alimentazione, sovrappeso, sedentarietà ed eccessivo consumo di alcool ed ora anche sulla prevenzione attiva. Per questo va sviluppato un progetto di comunicazione ed educazione importante fra i clinici, ma soprattutto fra i medici di famiglia, che possono contribuire a ridurre il carico di malattia oncologica, che rischia di diventare un problema enorme anche dal punto di vista della sostenibilità dei Sistemi Sanitari.
La Consensus Conference organizzata a Roma e promossa Bioscience Foundation, un’associazione no profit che nasce fra Università Tor Vergata di Roma e sita presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, rappresenta un innovativo convegno nazionale di confronto sulla prevenzione attiva. Questo è parte un lungo percorso educazionale e culturale rivolto a 360 gradi ai medici, alle istituzioni, alle associazioni pazienti, alla popolazione, per promuovere la prevenzione oncologica e diminuire lo sviluppo dei tumori.

* Istituto europeo di oncologia (Ieo), Responsabile del Working Group Cancer Prevention di AACR (American Association for Cancer Research)
** Ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche, e membro del Direttivo nazionale Aiom (Associazione italiana di Oncologia medica)


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