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Lega del filo d'Oro: le persone sordocieche rischiano l'invisibilità, avanti con la legge 107/2010

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Pari opportunità, un futuro privo di barriere, accessibile in egual misura in tutta Europa, in cui il pieno riconoscimento dei propri diritti venga attuato garantendo un'inclusione reale: chiedono questo le persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, oltre un milione e 400mila in Europa (lo 0,3% della popolazione residente, il 2,5% per gli anziani) e oltre 360mila in Italia (lo 0,7% della popolazione). In occasione della Giornata Europea della sordocecità (22 ottobre), la Lega del Filo d'Oro riaccende l'attenzione su questa disabilità specifica e complessa, portando avanti il proprio impegno affinché in Italia l'iter per la revisione e la piena applicazione della legge 107/2010 sul riconoscimento della sordocecità non si fermi. Si tratta, ricorda l'associazione, di una fascia di popolazione spesso invisibile, agli stessi governi, che rischia di essere confinata nell'isolamento imposto dalla propria disabilità a causa dell'assenza di efficaci processi di analisi dei bisogni specifici di queste persone, delle barriere e delle disuguaglianze che sono costrette ad affrontare. Oggi la più grande paura è quella di essere lasciate sole, nuovamente invisibili di fronte a una crisi di dimensioni globali, che rischia di far percorrere passi indietro rispetto ai diritti faticosamente conquistati.

"Negli ultimi venti anni, risultati importanti sono arrivati tanto in Europa, con la risoluzione del Parlamento Europeo che riconosce la sordocecità quale disabilità specifica unica, sia sul piano internazionale, con la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con disabilità. Risultati che hanno prodotto conseguenze dirette sulla legislazione italiana, con la legge-delega 227/2021 per la riforma della materia della disabilità, e con la legge 107/10, che riconosce la sordocecità nell'ordinamento nazionale - spiega Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Fondazione Lega del Filo d'Oro - Ciononostante, i problemi sono ben lontani dall'essere risolti: la legge 107/10, che si faceva carico di applicare la risoluzione del Parlamento dell'Unione Europea in tema di sordocecità, per esempio, è incompleta e inapplicata, mentre la legge-delega che si propone di uniformare il nostro Paese alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con disabilità, non ha, per il momento, ancora trovato attuazione nei necessari decreti legislativi. È innegabile, però, l'importanza della cooperazione a livello europeo e internazionale tra le associazioni, che accelera i processi migliorativi delle condizioni delle persone sordocieche a livello europeo e internazionale, e di conseguenza a livello di ciascun Paese. Restateci accanto, perché, come insegnava Helen Keller, 'da soli possiamo fare poco, insieme possiamo fare molto'".


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