Medicina e ricerca
Endometriosi: conosciuta solo da una donna su due, colpisce il 15% delle italiane in età fertile
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L'endometriosi è conosciuta solo da una donna su due, colpisce il 15% delle italiane in età fertile mentre resta ancora bassa la propensione a controlli medici periodici. Sono alcuni dati della ricerca commissionata da Carrefour Italia e realizzata da SWG, presentati questa mattina a Roma, presso la sala “Caduti di Nassirya” del Senato, nell'ambito dell’evento “Dare voce al silenzio: Prevenire ed affrontare l'endometriosi” promosso da Carrefour Italia su iniziativa del senatore De Priamo.
La ricerca ha evidenziato che solo 1 donna su 4, tra i 35 e i 55 anni, parla di aiuti economici e di azioni di sensibilizzazione all’interno delle aziende, che permettano di evitare pregiudizi sul posto di lavoro. A questo si aggiunge che il 51% delle intervistate individua nello smart working una delle principali soluzioni da adottare per favorire l’inclusione lavorativa, mentre il 33% chiede più giorni di congedo retribuito e il 32% chiede azioni di informazione finalizzate a promuovere un accesso più tempestivo e appropriato ai percorsi specifici di diagnosi e cura. Il 24%, vorrebbe avere un aiuto economico per sostenere le spese mediche e il 23% richiede azioni di sensibilizzazione interna per evitare pregiudizi. Questo perché per il 76% delle intervistate l’endometriosi incide sulla stabilità psicologica ed emotiva e per il 61% sulle performance lavorative, per il 47% sulle possibilità di carriera e per il 41% sui rapporti con colleghi e colleghe.
“Consapevole di questa situazione, Carrefour Italia ha implementato una Policy /Endometriosi che prevede un giorno al mese di congedo, interamente retribuito e rivolto a tutte le collaboratrici che ne soffrono per fornire loro supporto e affrontare con maggiore serenità questa patologia, in assenza – al momento - di una normativa specifica dedicata - afferma Paola Accornero, General Secretary and HR Director di Carrefour Italia -. Siamo qui anche per questo motivo: aprire un dialogo con le istituzioni e associazioni per fare un percorso insieme, che aiuti a superare lo stigma su questo tema attraverso l’introduzione di strumenti che aiutino ad affrontare con maggiore serenità una problematica di salute che influenza la quotidianità lavorativa e che garantiscano pari opportunità tra uomini e donne sul luogo di lavoro”.
“L'incontro di oggi è un'occasione importante per sollevare l’attenzione sull'endometriosi, una patologia ancora troppo poco conosciuta nonostante la sua ampia diffusione tra le donne italiane. In Parlamento ci siamo mossi proattivamente presentando un disegno di legge per aiutare concretamente le donne afflitte da questa patologia. La creazione di una normativa che disciplini la formazione del personale sanitario rappresenta un passo cruciale per migliorare la gestione e la diagnosi tempestiva di questa malattia. È essenziale estendere la possibilità di supporto sia dal punto di vista sanitario che lavorativo. Questo non solo migliorerà la qualità della vita delle donne, ma contribuirà anche a favorire una maggiore conciliazione tra lavoro e famiglia”, ha affermato il senatore De Priamo, Commissioni Affari Costituzionali, Innovazione e Ambiente del Senato della Repubblica.
“L’endometriosi è una malattia a carattere cronico potenzialmente molto invalidante, con molteplici ricadute al di là degli aspetti puramente sanitari. Infatti, le conseguenze dell’ampio spettro dei sintomi determinano in molte donne una scarsissima qualità di vita, in grado di condizionare pesantemente il loro intero percorso esistenziale e di subire ripercussioni o, ancor peggio, discriminazioni in ambito scolastico, lavorativo, sportivo, sociale ed affettivo. Lo scorso anno, ho depositato una proposta di legge che punta a migliorare la salute e le condizioni di vita delle pazienti attraverso la prevenzione, con una più approfondita conoscenza della malattia, il riconoscimento dell’endometriosi come patologia invalidante soggetta a esenzione, l’istituzione di un registro nazionale e di registri regionali per la raccolta e l’analisi dei dati clinici, campagne di informazione e sensibilizzazione, l’aggiornamento del personale medico, le disposizioni in caso di assenze dal lavoro, l’istituzione di una commissione nazionale. Accolgo dunque con favore questa iniziativa di Carrefour, che si è dotata di una policy sull'endometriosi a favore delle proprie dipendenti e che ha commissionato questa approfondita ricerca, i cui risultati dimostrano che, ancora, esistono lacune in merito a conoscenza e percezione di una malattia che, troppo spesso, molte donne vivono in modo silenzioso e da sole”, ha affermato l’On. Malavasi, Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.
La situazione di forte disinformazione e confusione sul tema si riflette anche sulle abitudini e sulle scelte delle donne in materia di prevenzione e cura: solo una piccola parte delle intervistate (meno del 4%), è in grado di riconoscere correttamente tutti i sintomi, le cause, le conseguenze e le possibili terapie. Quasi una donna su 2 pensa che per alleviare i dolori basti assumere farmaci antidolorifici, mentre il 35% crede che sia facile da diagnosticare, già alla comparsa dei primi sintomi.
Quasi il 60% delle donne che ha il dubbio di essere affetta da endometriosi non ha mai effettuato una visita di controllo: un dato allarmante se pensiamo che si tratta di donne in età fertile, che pur essendo consapevoli delle caratteristiche e delle implicazioni dell’endometriosi, non hanno ancora trovato il coraggio o l’opportunità di verificare le proprie preoccupazioni. La percentuale di donne che non si sottopone a controlli aumenta tra le over 45 e tra chi non conosce la malattia.
In generale, le donne più informate sono le under 45 e quelle con una scolarità più elevata, mentre le intervistate con una scolarità più bassa sono anche quelle che dichiarano di non averne mai sentito parlare (il 21%). Tra le donne intervistate, solo il 4% afferma di soffrire di endometriosi, 1 su 3 conosce almeno una persona che ne è colpita mentre l’11% non esclude di poter essere affetta.
Le donne affette da endometriosi e/o che conoscono donne con questa patologia e le donne che hanno il dubbio di soffrirne dimostrano una maggiore conoscenza delle sue conseguenze nella quotidianità: l’82% sa che deve seguire precise terapie farmacologiche e il 62% che dovrà assentarsi dal lavoro/scuola nei giorni nel periodo mestruale. Il 35% è consapevole che potrebbe far ricorso alla procreazione medicalmente assistita e il 27% sa che potrebbe essere sottoposta a interventi chirurgici di isterectomia per risolvere la situazione.
L’incontro odierno è una occasione importante per promuovere corretta informazione e consapevolezza su una patologia femminile che, seppur benigna, può avere un impatto significativo non solo sulla salute sessuale e riproduttiva, ma anche sul benessere psico-fisico e sulla qualità della vita di tante donne. Una diagnosi precoce è cruciale, ma viene spesso formulata a distanza di anni dalla comparsa dei primi sintomi. - dichiara Nicoletta Orthmann, Direttrice Medico Scientifica Fondazione Onda - È necessario fare cultura su questo tema, educando fin dalla giovane età alla prevenzione, sensibilizzando le donne a non rassegnarsi al dolore e incoraggiandole a rivolgersi agli specialisti di riferimento per poterne comprendere la causa e identificare gli interventi terapeutici più appropriati.
“Troppe persone, affette da endometriosi, sono costrette a lasciare il proprio lavoro e a rinunciare alle proprie ambizioni professionali a causa dell’impatto fortemente invalidante che la malattia ha su di loro - dichiara Elena Crobu, collaboratrice Carrefour Italia e referente regione Sardegna dell’Associazione Lotta Italiana per la Consapevolezza sull’Endometriosi - A.L.I.C.E. Odv - Portare all’attenzione delle Istituzioni una misura di civiltà, quale il congedo mestruale adottato da Carrefour, è un’opportunità cruciale per tutte le persone che soffrono di dismenorrea dovuta all’endometriosi o ad altre patologie: è l’occasione affinché una best practice così importante diventi norma nazionale e non solo misura adottata dalla singola realtà aziendale”. E aggiunge: “Ci auguriamo che questo incontro sia il primo passo verso la costruzione di un lavoro di squadra, in cui le istituzioni, confrontandosi con rappresentanti del mondo dell’associazionismo e delle realtà aziendali, giungano ad adottare un pacchetto mirato di misure necessarie per il benessere della persona assegnata femmina alla nascita affetta da endometriosi. Siamo grate a Carrefour per aver promosso questa iniziativa contribuendo non solo a fare luce sull’endometriosi, ma anche ad avviare un dialogo con le Istituzioni”
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