Medicina e ricerca

Pneumologia: le terapie digitali possono migliorare l'aderenza terapeutica e l'utilizzo dei device

di Loreta Di Michele*

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24 Esclusivo per Sanità24

In occasione della X edizione di Italia Sonno si è affrontato l’argomento delle terapie digitali in ambito pneumologico. I cambiamenti tecnologici della società, inevitabilmente associati a Internet, Big Data, Machine Learning e Intelligenza Artificiale, stanno rapidamente coinvolgendo l’ambito sanitario in tutti i settori, dal momento diagnostico a quello terapeutico sino al monitoraggio nel lungo termine.
Le terapie digitali (o DTx) fanno parte della digital health; si tratta di tecnologie avanzate guidate da software di alto livello e qualità, che utilizzano algoritmi avanzati e IA in grado di determinare un miglioramento clinico attraverso un vero e proprio intervento terapeutico che interagisce profondamente con l’utilizzatore, coinvolgendolo nel percorso di cura.
L’elevata interazione con i pensieri e i comportamenti dell’utilizzatore, al pari di una Terapia Cognitivo-Comportamentale, determina la correzione di atteggiamenti errati come il rifiuto e la scarsa partecipazione, aspetti molto comuni in diverse malattie croniche come il diabete, l’ipertensione, l’obesità, l’insonnia, l’asma e la BPCO.
Come può una DTx essere terapeutica per quest’ultime patologie?
Se i farmaci inalatori rappresentano un cardine terapeutico, uno dei principali problemi è rappresentato dalla aderenza alla terapia, e dal corretto uso dei dispositivi inalatori (device). E sono soprattutto gli asmatici ad avere problemi di aderenza alla terapia, in gran parte dovuto alla scarsa conoscenza della malattia che porta il paziente a pensare di essere in grado di saperla gestire autonomamente e di averne il perfetto controllo.Si parla allora di “inerzia clinica in asma”, nell’ambito della quale le DTx possono avere ampia applicazione. E’ evidente infatti che la terapia non possa funzionare se non arriva in sede, e ciò può avvenire per due motivi: quando il paziente non assume la terapia, volutamente, per scarsa aderenza; quando il paziente non usa correttamente il device prescritto.
Le DTx in ambito pneumologico, non prescrivibili ancora in Italia, dimostrano ampia attività nel correggere questi due aspetti. Un sensore (Propeller), approvato dalla FDA e dotato di marchio CE, viene applicato sugli spray e invia in modalità wireless all’App preposta sullo smartphone o al portale online, informazioni in tempo reale disponibili per il paziente e per il curante. L’App interagisce con il paziente: invia consigli quotidiani e istruzioni per aiutarlo a controllare l’asma e la BPCO; gli ricorda di assumere le dosi di farmaco all’orario stabilito; verifica se il device è stato correttamente utilizzato; controlla se l’uso del farmaco di emergenza è aumentato invitandolo a contattare il medico per possibile scarso controllo della malattia o riacutizzazione della stessa.
Nel tempo l’App “apprende” i sintomi e l’uso dei farmaci e aiuta il paziente a identificare i fattori scatenanti le riacutizzazioni. Sono ormai numerose le evidenze in letteratura che dimostrano come tale approccio conduca a un miglior controllo sia dell’asma che della BPCO, attraverso il corretto uso degli inalatori, la maggiore aderenza alla terapia, aspetti entrambi che comportano un minor accesso al PS, minore ospedalizzazione, minore uso del farmaco di emergenza.

*Pneumologo dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini – Roma


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