Medicina e ricerca

Infiammazione e invecchiamento, quali terapie per interrompere il circolo vizioso

di Lorenzo Dagna *

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24 Esclusivo per Sanità24

Ridurre l’infiammazione, ritardare l’invecchiamento: il nuovo paradigma della longevità
L’invecchiamento è un processo inevitabile della vita umana, caratterizzato da cambiamenti fisiologici e biologici che possono influenzare la salute e il benessere. Uno dei fenomeni chiave associati all’invecchiamento è quello dell’inflammaging, ovvero uno stato di infiammazione cronica sistemica che si accompagna alla senescenza cellulare, del sistema immunitario, talvolta alla disfunzione d’organo e alla comparsa delle cosiddette malattie legate all’età.
Recenti studi hanno evidenziato un legame profondo tra le malattie legate all’età, come le malattie cardiovascolari, le malattie renali croniche, il diabete mellito, il cancro, la depressione, la demenza e la sarcopenia, e uno stato infiammatorio cronico predominante nell’organismo. Questo stato infiammatorio, che può manifestarsi a causa di cattive abitudini di vita o per predisposizione genetica, sembra essere un comune denominatore di molte condizioni associate all’invecchiamento.
Ciò che rende questa connessione ancora più significativa è il fatto che l’invecchiamento stesso sembra essere responsabile dell’aumento dell’infiammazione, mentre condizioni di infiammazione cronica, a loro volta, possono accelerare il processo di invecchiamento. Questo ciclo vizioso può portare a un rapido deterioramento della salute e può contribuire allo sviluppo e alla progressione di disturbi legati all’età.
È cognizione comune che l’attesa di vita delle donne è superiore a quella degli uomini. Meno noto è al contrario che gli anziani di sesso maschile mostrano uno stato di infiammazione cronica di fondo e una maggiore propensione a sviluppare risposte infiammatorie rispetto alla loro controparte femminile. Inoltre, è stato riscontrato che i centenari hanno livelli di infiammazione sistemica molto bassa, anche grazie all’attivazione di specifiche vie cellulari e metaboliche con capacità antiinfiammatorie.
Alla luce di questo è possibile esplorare approcci terapeutici che mirano a ridurre l’infiammazione cronica nell’organismo per prevenire o ritardare lo sviluppo delle malattie legate all’età, ma anche ritardare il processo dell’invecchiamento stesso, incrementando la qualità e l’attesa di vita.
Al momento, oltre alla restrizione calorica e all’attività fisica, le opzioni terapeutiche per l’infiammazione si basano su piccole molecole o anticorpi che interferiscono con i mediatori dell’infiammazione o con i loro bersagli biologici, piuttosto che prendere di mira le cause sottostanti. Questa nuova prospettiva offre un approccio innovativo alla gestione della salute nell’anziano, spostando l’attenzione verso strategie che mirano a contrastare l’infiammazione cronica anche attraverso una migliore comprensione dei meccanismi sottostanti e lo sviluppo di trattamenti mirati. Riuscire a controllare lo stato infiammatorio potrà allora portare ad ottimizzare lo stato di salute a lungo termine e aprire la strada a una vita più sana e più longeva.
Secondo il World Social Report 2023 delle Nazioni Unite, entro il 2050 il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni raddoppierà, superando i due miliardi di individui. Si prospetta quindi una società sempre più longeva: l’invecchiamento sano e intelligente (healthy aging & aging intelligence) e il prolungamento della vita (Longevity) saranno le sfide delle prossime ricerche scientifiche, e la consapevolezza dei comportamenti individuali, l’applicazione dell’intelligenza artificiale e degli strumenti tecnologici entreranno senza dubbio in gioco per affrontare le sfide associate all’invecchiamento della popolazione.
Proprio questo sarà il tema principe del Milan longevity Summit – “Riscrivere il tempo” – Scienza e Miti nella corsa alla longevità, la serie di conferenze gratuite e aperte al pubblico tenute dai maggiori esperti mondiali che vedrà protagonista, nella giornata del 22 marzo, l’Irccs Ospedale San Raffaele, con i suoi specialisti.
Rallentare l’invecchiamento mantenendo una vita più lunga in buona salute psicofisica risulta quindi un tema di grande attualità, una sfida per i principali centri di ricerca e università di tutto il mondo, per questo già nel 2023 Irccs Ospedale San Raffaele ha avviato un nuovo progetto di ricerca strategico sull’aging con lo scopo di indagare il fenomeno dell’invecchiamento nel suo doppio ruolo di causa e conseguenza degli stati di malattia permettendo la sinergia tra le competenze scientifiche e mediche in diversi campi come la senescenza cellulare, la risposta allo stress, l’infiammazione, la neurodegenerazione e la genesi tumorale. Nell’ambito di queste attività è stato poi sviluppato Genos, il nuovo Centro di Medicina Personalizzata e Preventiva di Irccs Ospedale San Raffaele, che propone check-up e percorsi di screening innovativi per la valutazione dei fattori di rischio, mirati alla diagnosi precoce nei soggetti a rischio e alla promozione della salute e del benessere nella popolazione giovanile, al fine di favorire il migliore invecchiamento possibile.

* Professor , primario di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie Rare all’IRCCS Ospedale San Raffaele (Milano) e professore Associato di Medicina Interna e Vice-Coordinatore dell’International MD Program all’Università Vita-Salute San Raffaele


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