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Aderenza terapeutica: un Policy Report contro l’inefficacia delle terapie e lo spreco di risorse

di Paolo Castiglia

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24 Esclusivo per Sanità24

‘’L’aderenza terapeutica è al centro di un Policy Report recentemente presentato al Parlamento europeo, con l’obiettivo di presentare cause e impatto di una non corretta adesione alle terapie nelle malattie non trasmissibili con particolare attenzione alle malattie cardiovascolari, primo big killer a livello globale”. Per Claudio Borghi, direttore UO Medicina Interna, Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna, il documento “vuole rappresentare uno strumento di riflessione e stimolo per inserire l’aderenza terapeutica nell’agenda della politica sanitaria europea e, si spera, anche in quella delle singole nazioni”. Si tratta di un tema di salute pubblica che incide direttamente sulla tenuta dei conti dei vari sistemi sanitari nazionali, che già una ventina di anni fa l’Organizzazione mondiale della sanità aveva definito “un problema mondiale di portata impressionante”, ma che a distanza di anni ancora oggi rappresenta un preoccupante motivo di inefficacia delle terapie e di spreco di risorse economiche, aspetto quest’ultimo attualissimo nel nostro Paese con un Sistema sanitario pubblico in grave difficoltà.
È necessario, dunque, un cambio di paradigma in cui la strategia per l’aderenza alle terapie sia sistemica e organica. L’aderenza alla terapia deve diventare una metrica essenziale nella valutazione delle performance sanitarie a tutti i livelli interessati.
‘’Gli interventi europei come gli orientamenti e l’attenzione del ministero della Salute sul tema, sollecitano l’utilizzo di un indicatore sintetico funzionale per dare avvio concretamente al cambio di paradigma culturale e operativo indispensabile per la salute dei cittadini, per l’efficacia delle cure e per l’efficienza del Servizio sanitario nazionale”, afferma dal canto suo Ludovico Baldessin, amministratore delegato di Edra, in occasione della recente presentazione del documento, “Il valore, attuale e prospettico, dell’aderenza alla terapia. Scenario e proposte di raccomandazioni”, presentato con il supporto non condizionante del Gruppo Servier in Italia.
Il documento - che prende spunto anche dal Policy Report presentato al parlamento europeo, realizzato da una coalizione di società scientifiche, associazioni pazienti e aAziende - e dalle principali Linee Guida di riferimento - nasce in risposta al fatto che, per più del 50% nei pazienti affetti da ipertensione e dislipidemie, si riscontra una scarsa aderenza alle cure. E’ un problema che rappresenta oggi la principale causa di non efficacia delle relative terapie farmacologiche ed è associato ad un aumento degli interventi di assistenza sanitaria dovuti al peggioramento della malattia e mortalità, con il conseguente incremento dei costi per il Sistema Sanitario e per la Società. Secondo l’OMS, esistono molteplici ostacoli che portano a una scarsa aderenza alla terapia farmacologica, riconducibili a fattori socio-economici, legati al tipo di terapia, al paziente, alla patologia e al sistema /team sanitario.
Il documento punta quindi a stimolare il dibattito a livello politico-istituzionale intorno al tema annoso dell’aderenza suggerendo proposte che possono essere trasformate in azioni concrete. Gli strumenti. Tra i possibili strumenti per migliorare l’aderenza vi sono gli interventi educativi rivolti ai pazienti e al personale sanitario, l’utilizzo di farmaci in associazione fissa o di poli-pillole che consentono di semplificare la terapia, il coinvolgimento in rete di farmacie, medicina del territorio e infermieri di comunità, nonché l’inserimento nel Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) dei LEA di un indicatore che misuri questo parametro a livello regionale.
“Il tema dell’aderenza è decisivo per il Gruppo Servier in Italia per il valore che assume in tutte le sue dimensioni e per l’impatto in termini di responsabilità sociale – ha spiegato in proposito Viviana Ruggieri, responsabile delle Relazioni Esterne del Gruppo Servier in Italia. - Ci siamo impegnati negli ultimi anni a sensibilizzare i pazienti, gli operatori sanitari e le Istituzioni su questo tema perché ci sentiamo parte della soluzione , grazie anche al nostro attuale portfolio in ambito cardio-metabolico, frutto di una strategia di innovazione incrementale in grado di aumentare i livelli di aderenza nei pazienti cronici poli-trattati affetti da patologie cardiovascolari. Guardando al futuro, però, abbiamo la consapevolezza che tutto questo non basta: è necessario percorrere un ultimo miglio che richiede l’implementazione di sistemi non soltanto di monitoraggio ma soprattutto di misurazione a disposizione dei sistemi sanitari regionali. Visti i costi evitabili, anche da questo dipenderà la futura sostenibilità del nostro sistema sanitario”.


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