Medicina e ricerca
Disagio giovanile, il 49,4% degli adolescenti soffre di ansia o depressione. I risultati del progetto “Mi vedete?”
di Sergio De Filippis *
24 Esclusivo per Sanità24
Il 49,4% dei giovani italiani tra i 18 e i 25 anni ha affermato di avere sofferto di ansia e depressione a causa dell’emergenza sanitaria. Per la stessa ragione, il 62,1% ha cambiato la propria visione del futuro. Sono solo alcuni dei dati emersi dal Rapporto “Generazione Post Pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid 19”, elaborato in collaborazione con Censis, Consiglio nazionale dei giovani e Agenzia nazionale dei Giovani a giugno 2022. Per far comprendere quanto sia importante ascoltare i ragazzi e intervenire per intercettare il disagio prima che diventi un disturbo, è nato il progetto scuole “Mi vedete?”, che all’interno degli istituti scolastici ha coinvolto attivamente studenti, insegnanti, famiglie, esperti e figure professionali del territorio.
L’iniziativa, realizzata grazie alla collaborazione tra Lundbeck Italia e Your Business Partner, azienda di consulenza, vuole rappresentare un punto di partenza per disegnare un modello di ascolto e di lettura dei disagi adolescenziali al fine di dare risposte appropriate e tempestive, con il supporto di figure professionali e l’attivazione di una risposta all’interno del territorio. Attraverso giornate di awareness, conversazioni antropologiche e workshop, sono stati raccolti dati quali e quantitativi che sono stati presentati oggi in una conferenza stampa, preceduta da un incontro a porte chiuse con le Istituzioni per promuovere un dibattito sul progetto perché possa essere replicato in altre scuole.
L’attenzione delle istituzioni al tema è alta, il tavolo tecnico sulla Salute mentale sta infatti progettando, insieme all’Istituto superiore di Sanità, delle linee guida sui disturbi affettivi e dell’età evolutiva. Uno dei progetti del Ministero riguarda la promozione di un nuovo piano d’azione nazionale per la salute mentale, proprio con grande attenzione all’età evolutiva e alla transizione all’età adulta.
Durante la pandemia tutti gli italiani hanno dichiarato di avere avuto problemi psicologici, ma sui giovani l’impatto è stato maggiore: i dati Censis mostrano che negli adulti dai 37 ai 64 anni e negli anziani i numeri di chi ha sofferto di disturbi psicologici sono molto più bassi, in media poco più di 1 su 5, mentre per i ragazzi si sale al 44,6% degli under 37 e addirittura al 49,4% dei giovani tra i 18 e i 25 anni. È un aspetto importante che segnala un’altra epidemia di cui hanno sofferto i più giovani.
Nel mondo sono quasi 1 miliardo le persone che soffrono di disturbi mentali e il 14% sono adolescenti, come riportato nel World Health Organization. Secondo lo State of Children in the European Union del 2024, si stima che tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni circa l’8% soffra di ansia e il 4% di depressione, e nel 2020 circa 931 giovani in Europa sono morti all’anno per suicidio.
Per valutare la portata di questo rischio è stato necessario entrare nelle scuole e far parlare ragazzi, genitori e docenti. Abbiamo così scoperto che, nel campione selezionato, il 71% degli studenti intervistati dice di provare un disagio, mentre, tra i genitori, solo il 31% si accorge dei problemi del proprio figlio. Il 100% dei docenti denuncia questa situazione tra gli studenti, addirittura più di quanto non raccontino loro stessi. Il 27,6% degli studenti incolpa la sfera familiare, ma quasi a parimerito con la scuola. Per i genitori, invece, la causa è da attribuire principalmente all’ambiente scolastico (39%). I docenti dicono che è dovuto nel 37% alla sfera familiare e poco (12%) alla scuola. Notiamo che ogni adulto tende a incolpare l’altro di ciò che avviene.
Nella ricerca svolta sono state prese in analisi alcune tra le situazioni e disturbi più comuni tra i giovani, cioè l’uso di sostanze, i disturbi alimentari, del sonno e il bullismo. Il 54% degli studenti ha raccontato che loro, o i loro compagni, hanno fatto uso di sostanze, il 15% dei genitori ne ha riportato l’uso da parte dei propri figli o dei compagni di quest’ultimi. Dal punto di vista dei docenti il dato sale al 19%. Per quanto riguarda i disturbi alimentari, il 38% dei ragazzi racconta di averne o averne avuti, il 13% dei genitori è consapevole di un disturbo alimentare dei figli, il 33% dei docenti riporta problemi di questo genere tra i propri allievi. I disturbi del sonno sono diffusi tra il 63% degli studenti. Il 38% dei ragazzi ha riportato esperienze di bullismo subite personalmente o dai compagni. Di questo problema è consapevole il 17% dei genitori, ma solo il 4% dei docenti. Emerge quindi chiaramente una diversa percezione della realtà e una difficoltà nell’acquisire una maggiore consapevolezza da parte del “mondo degli adulti”.
È fondamentale quindi incrementare l’ascolto dei nostri ragazzi, essere maggiormente empatici con il loro mondo, accettare e comprendere la parte più oscura di quel mondo, solo così potremmo davvero tendere una mano, guidarli e accompagnarli in questo delicato passaggio all’età adulta.
* Docente di Psichiatria delle Dipendenze all’Università di Roma La Sapienza, Direttore Sanitario Villa von Siebenthal e consulente scientifico del progetto scuole “Mi vedete?”
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