Endometriosi, Marcello Ceccaroni vince con la sua équipe il Golden Laparoscope Award

Ricerca e formazione specialistica all’avanguardia sono indispensabili per migliorare le cure per l’endometriosi, malattia cronica che colpisce 150 milioni di donne nel mondo, di cui 3 milioni in Italia. Di qui l’impegno dell’A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi, che unisce pazienti volontarie in tutta la penisola, nell’organizzare corsi di formazione per il personale medico e sanitario, grazie al coinvolgimento dei migliori professionisti specializzati nelle terapie per l’endometriosi. Tra questi c’è Marcello Ceccaroni, direttore dell’Ostetricia e Ginecologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, che con la sua équipe ha vinto il "Golden Laparoscope Award" della Società mondiale di laparoscopia, per aver rivoluzionato il trattamento dell’endometriosi. Un riconoscimento prestigioso assegnato allo specialista per aver messo a punto una tecnica chirurgica mini-invasiva, denominata "Negrar Method", in grado di risparmiare il più possibile le fibre nervose ed evitare importanti conseguenze post-operatorie alle donne che soffrono della patologia.
Il premio è stato consegnato il 7 novembre 2023 a Nashville-Tennessee al dottor Ceccaroni e al suo assistente, il dottor Giovanni Roviglione, entrambi tra i protagonisti del corso di formazione avanzato sul trattamento integrato medico chirurgico dell’endometriosi profonda che è stato organizzato dall’A.P.E. ad ottobre a Negrar per ginecologi e medici provenienti da tutta Italia, grazie ai fondi del 5X1000. «Siamo molto orgogliose di collaborare con il Dr. Ceccaroni e con la sua équipe da tanti anni e insieme abbiamo realizzato progetti molto importanti, dalla formazione del personale sanitario alla diffusione di conoscenza e consapevolezza alla cittadinanza e agli adolescenti», spiega Jessica Fiorini, vicepresidente dell’associazione. Grazie alla collaborazione con gli specialisti si lavora per formare il personale sanitario nel riconoscere l’endometriosi, una patologia ancora difficile da diagnosticare, e dunque accorciare la diagnosi per consentire alle donne una buona qualità della vita con terapie mirate.