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A Isi Foundation di Torino la gestione della piattaforma RespiCast, il primo Hub europeo per la previsione delle malattie respiratorie
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ISI Foundation, Istituto per l'Interscambio scientifico con sede a Torino, ha ufficializzato la gestione della piattaforma RespiCast, il primo Hub Europeo per la previsione delle malattie respiratorie. Si tratta di uno strumento di fondamentale importanza per la salute pubblica in quanto, grazie alle previsioni probabilistiche a breve termine (da 1 a 4 settimane) riguardanti sindromi simil-influenzali, infezioni respiratorie acute e indicatori correlati al Covid-19, consentirà alle strutture sanitarie di tutti i paesi europei di stimare in anticipo l’evoluzione della situazione epidemiologica e quindi di attrezzarsi per assicurare la migliore assistenza sanitaria ai cittadini.
RespiCast non è la sola piattaforma che Isi Foundation governa: il centro di ricerca torinese, che da oltre 20 anni si occupa di scienza dei dati e di salute pubblica, ha infatti lanciato, meno di un anno fa,Influcast , hub che analizza l’evoluzione delle sindromi simil-influenzali aggregando predizioni provenienti da più modelli, con un monitoraggio non solo su scala nazionale ma anche regionale. Un progetto pilota che ha mostrato sin da subito una grande affidabilità previsionale, tanto che l’Ecdc (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) ha voluto che proprio Isi, insieme alla London School of Hygiene & Tropical Medicine, gestisse e coordinasse lo strumento di previsione su scala europea, per fornire ai decisori e al pubblico informazioni sul futuro a breve termine della situazione epidemiologica delle malattie respiratorie.
«Si tratta di un riconoscimento molto importante per la nostra organizzazione – commentano Daniela Paolotti, Nicolò Gozzi e Corrado Gioannini, ricercatori senior di Isi e coordinatori del progetto RespiCast -. Essere riconosciuti come punto di riferimento europeo per la gestione di modelli previsionali delle malattie respiratorie è fonte di orgoglio e ci motiva a tenere alte le ambizioni di impatto del nostro lavoro. L’esperienza ventennale nello studio della diffusione delle malattie infettive su scala globale e le alte competenze dei nostri ricercatori, ci consentiranno di aiutare concretamente i sistemi sanitari di tutta Europa, in modo che l’uso dei modelli epidemiologici si affermi sempre di più».
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