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Ventilazione meccanica a domicilio: la partnership pubblico-privato funziona

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24 Esclusivo per Sanità24

E' stato pubblicato sulla rivista internazionale HealthCare lo studio condotto dall'Unità Operativa di Pneumologia Riabilitativa degli Istituti Clinici Maugeri di Lumezzane (Bs) insieme a Vivisol, azienda leader nelle cure domiciliari, che dimostra la validità di un sistema di monitoraggio da remoto dei pazienti con insufficienza respiratoria cronica che integri l'assistenza dell'ospedale con quella di un provider privato.
Lo studio pilota ha coinvolto 19 pazienti con insufficienza respiratoria cronica, la maggior parte dei quali anziani con BPCO, e ha dimostrato come da un lato il monitoraggio del paziente a domicilio, lo aiuta ad adattarsi efficacemente alla ventilazione meccanica non invasiva (NIV), dall'altro che tale modello è in grado di portare vantaggi per il sistema sanitario con una diminuzione del carico di lavoro del personale ospedaliero a fronte di un ruolo comunque centrale del medico nella gestione del paziente.

"Il nostro primo obiettivo è stato quello di stabilire la fattibilità di un percorso ibrido ospedale-provider privato per l'adattamento alla NIV e il successivo follow-up - afferma Michele Vitacca, Direttore del dipartimento Pneumologia Riabilitativa degli Istituti Clinici Maugeri e primo autore dello studio -. Il secondo obiettivo è stato quello di valutare la risposta dei pazienti, con particolare attenzione alla capacità e aderenza al protocollo di adattamento a NIV, nonché i cambiamenti clinici e funzionali dopo 3 mesi". In entrambi i casi le risposte sono state positive. "La redistribuzione delle competenze tra ospedale e provider ha permesso un contributo bilanciato del totale tempo impiegato per l'adattamento della NIV e il suo monitoraggio, grazie al ruolo fondamentale giocato da un fisioterapista respiratorio del provider stesso. Durante l'intero studio, il team ospedaliero ha però mantenuto il coordinamento delle attività cliniche assistenziali svolte dal provider", afferma Vitacca.
Il "change management" organizzativo permette quindi non di sostituire le attività sanitarie, ma di integrare i servizi con modalità tecnologicamente avanzate, all'avanguardia e altamente professionali.



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