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Mattarella: gli ospedali specchio della vita. «La sofferenza si batte con assistenza e ricerca»

Abbattere le barriere della sofferenza è possibile e lo si può fare attraverso «la scienza, l’assistenza, la ricerca». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della sua visita alla Fondazione Santa Lucia di Roma, centro specializzato nella riabilitazione motoria e cognitiva di pazienti con deficit di origine neurologica. Il Capo dello Stato ha visitato alcuni reparti e laboratori ma anche incontrato gli ammalati e il personale della struttura.

«Gli ospedali - ha detto - sono un luogo dove tutte le persone in buona salute dovrebbero andare frequentemente a visitare per rendersi conto dei problemi e delle difficoltà esistenti». Questi grandi ospedali, come l’Istituto Santa Lucia, «sono un crocevia, un punto d'incontro tra sofferenza, impegno professionale, solidarietà. Qui siamo ai confini di cose che sembrano quasi impossibili, ma che alla fine vengono conseguite. L'obiettivo - ha sottolineato Mattarella - è quello di abbattere le barriere che a volte sembrano impossibili da superare ma si riesce a farlo con la scienza, l'assistenza, la ricerca».

Ricordando i rapporti tra la Fondazione Santa Lucia e la Nasa, il presidente della Repubblica ha invitato a riflettere sull’«universalità della scienza, il superamento dei confini che essa comporta è un grande valore dei nostri giorni». Mattarella ha perciò manifestato «sostegno alle persone di coloro che sono curati e che sono al centro dell’attenzione, dei loro famigliari, di coloro che lavorano qui, con le loro energie e la loro dedizione umana perchè si possano abbattere tutte le barriere».

Per il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha accompagnato il capo dello Stato nella visita, «si parla ancora poco di riabilitazione in Italia , un campo dove i centri di eccellenza sono a macchia di leopardo». Secondo il ministro è necessario «attivare un network per mettere in relazione i vari centri di riabilitazione, creando un grande sistema senza confini di regione e di territorio. Così possiamo dare più ricerca ai pazienti».

La Fondazione, ha rilevato Lorenzin, «fa parte dei 49 Irccs italiani, luoghi in cui si fa ricerca traslazionale, ovvero direttamente sul paziente. Una delle caratteristiche del nostro Ssn».
Infine, ha concluso Lorenzin, «la fondazione Santa Lucia riceve il 9% dei fondi nazionali per la ricerca. Questo perché vince i bandi. Dobbiamo valorizzare il merito e non fare più interventi a pioggia. Le risorse vanno destinate dove si produce ricerca. Dobbiamo fare in modo di valorizzare gli istituti che meritano di più».

Un riconoscimento all’operato del Santa Lucia è venuto anche dall’assessore per le Politiche sociali della Regione Lazio, Rita Visini: «Siamo in un'eccellenza di Roma e del Lazio, dove si affrontano quotidianamente tre sfide cruciali: quella della capacità di cura, della ricerca e dell’integrazione sociale».

«Il Santa Lucia è un mondo senza, barriere dove persone in carrozzina e normodotate vivono insieme - ha concluso il direttore generale della Fondazione, Luigi Amodio - . Oggi l’accresciuta capacità di cura della fase acuta della malattia regala maggiore aspettativa di vita. La vita deve però poter essere vissuta bene fino in fondo. Per questo la riabilitazione rappresenta oggi una sfida importante per un moderno sistema sanitario, tanto più se parliamo di una riabilitazione altamente specializzata, che tratta deficit motori e cognitivi di origine neurologica, anche molto gravi, come il caso dei nostri pazienti post-coma».


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