Aziende e regioni

Le Rsa, la presa in carico degli anziani e la dura legge del "minutaggio"

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

Le prestazioni socio-sanitarie sono tutti quegli interventi di cura ed assistenza che racchiudono insieme entrambe le componenti, quella sanitaria e quella sociale in un unicum inscindibile. Sono da tempo contemplati dal nostro ordinamento che, sebbene li disciplini minuziosamente sin dagli albori del Sistema sanitario nazionale, per arrivare ai più contemporanei Lea, alimentano da un decennio un animato contenzioso per la determinazione pratica di chi, di volta in volta, se ne debba assumere gli oneri economici tra Asl, Comuni e cittadini.
Attualmente sull’intero territorio nazionale sono presenti 12.576 presidi residenziali per un ammontare complessivo di circa 414mila posti letto, ovvero 7 ogni mille persone residenti. Il computo complessivo naturalmente riguarda tutte le diverse tipologie di strutture, rivolte a una molteplicità di soggetti (anziani autosufficienti e non, minori, vittime di violenze, disabili, soggetti con dipendenze e così via). Sul numero totale di ospiti presenti all'1 gennaio 2022, pari a 356.556, gli anziani (65anni e più) rappresentano oltre i tre quarti del totale, vale a dire poco meno di 267mila persone; di questi, l’80% (circa 215mila unità) si trova in una condizione di non autosufficienza.
L’aumento delle strutture residenziali è avvenuto in tutta Europa. Dal 2008 a oggi l’incremento è stato originato da iniziative private con finalità d’investimento a fine di generare profitti. In sostanza, il funzionamento di tali case di cura organizzate sotto la forma giuridica di una società privata (di capitale) non differisce da quello di altre società private. Da un lato, il profitto viene realizzando il massimo fatturato possibile in altre parole, vendendo il proprio prodotto o servizio e, dall'altro, riducendo talvolta al minimo i costi. Per raggiungere questi obiettivi è stato possibile applicare un’ampia varietà di metodi, tra cui: mantenere basso il numero del personale; contenerne i salari; cercare i fornitori più economici e spesso esternalizzare attività secondarie.
L’organizzazione attuale delle Rsa è subordinata alle normative regionali di accreditamento: in questo settore esiste una differenziazione su base regionale dei parametri di assistenza, tutti comunque legati alla logica dei "minutaggi" di assistenza attribuiti al singolo paziente. Entrando nel merito in regioni come la Lombardia, il minutaggio per le Rsa stabilisce che 911 minuti la settimana a paziente sia il tempo sufficiente a garantire assistenza e cure sanitarie. Dividendo poi i minuti per i 7 giorni la settimana abbiamo circa due ore e dieci di assistenza giornaliera, moltiplicate per il numero dei pazienti e poi dividendo per le ore di un turno, otteniamo che per un reparto di 20 anziani potrebbero essere sufficienti 6 operatori a copertura delle 24 ore.
Questi numeri sono comprensivi di tutte le figure professionali. A volte anche le figure amministrative rientrano nel minutaggio. In altre Regioni i parametri rapportati a minutaggi sono divisi fra le varie figure professionali, ma il meccanismo resta lo stesso : fare quel che si deve fare nel minor tempo possibile. I parametri stabiliti sono i parametri minimi ma difficilmente chi si aggiudica un appalto mette a proprio carico migliorie significative e il risparmio per aggiudicarsi i vari appalti si gioca non solo sul numero del personale.
La difesa dei diritti degli utenti si scontra con le difficoltà di accesso che nel periodo del Covid sono state particolarmente difficili sia per i pazienti che per gli operatori, con la mancanza di organismi di reale partecipazione dei familiari, con la burocratizzazione delle normative e delle procedure.
Con l’approvazione della Legge n. 33 del marzo 2023 in favore delle persone anziane indubbiamente è stato fatto un importante passo in avanti, ma il percorso è ancora lungo e pone notevoli sfide a chi dovrà definirne le modalità concrete di attuazione. Bisognerà infatti giungere a un quadro di regole strutturale, che definisca i principi cardine, la governance multi-livello, l’insieme coerente dei servizi e la valorizzazione di tutti gli attori in campo, e soprattutto del personale infermieristico di cui si sottolinea l’insufficienza.


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