Dal governo

Confronto aperto sui «Lea» versione hi-tech

di Barbara Gobbi e Roberto Turno (da Il Sole24Ore dell’8 agosto 2016)

S
24 Esclusivo per Sanità24

È una scommessa da 771,8 milioni l'anno. Una complessa e delicata operazione di taglia e cuci con prestazioni sanitarie che si aggiungono ed altre che escono. E che saranno pagate dagli italiani, chissà quanto e se allo stesso modo in tutta Italia. Con una dose alleggerita di «appropriatezza» prescrittiva anti-spreco, che chiamerà in causai medici. Eccoli finalmente i Lea, i livelli essenziali di assistenza sanitaria che lo Stato deve garantire ai cittadini. L'asticella di base che, secondo la manovra 2016, ogni anno andrà aggiornata in base alle nuove evidenze scientifiche, dopo che per ben 16 anni si era rimasti al palo. Quasi che la scienza,e i bisogni di cura, non avessero intanto completamente cambiato volto. Una scommessa, perché i governatori vogliono vederci chiaro. Tanto che sulla bozza del voluminoso documento inviato dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin - anticipato dal quotidiano digitale Sanità24 - ci sarà una seduta straordinaria della conferenza Stato-Regioni mercoledì 7 settembre. Le Regioni d'altra parte hanno messo da tempo le mani avanti, con un via libera temporaneo condizionato alla valutazione sul campo dell'effetto del provvedimento e, dunque, alla tenuta reale delle risorse finanziarie messe in campo.

Il provvedimento non entrerà immediatamente in vigore (ed è già in ritardo abbondante): dopo il sì delle Regioni ci sarà il passaggio parlamentare e poi ancora servirà l'ok di Palazzo Chigi. Solo allora, e dopo la pubblicazione in Gazzetta, i nuovi Lea saranno operativi. Ben che vada, dunque, tra ottobre e novembre. Per poi subire un eventuale nuovo scossone nel 2017. Prevenzione, assistenza distrettuale e cure ospedaliere: queste le tre maxi-aree in cui si articolano le prestazioni offerte. Non poche le novità, a partire dalla riscrittura del Nomenclatore delle protesi e degli ausili, che manda in soffitta i presìdi più obsoleti. D'ora in poi, il cittadino che voglia ancora il plantare diventato “vecchio” secondo i criteri Lea, dovrà acquistarlo a proprie spese. Saranno invece garantiti dal Ssn ausili hi-tech: dai comunicatori oculari alle tastiere adattate per persone con gravissime disabilità; dagli arti artificiali a tecnologia avanzata ai sisterni di riconoscimento vocale e di puntamento dello sguardo. E cambia faccia anche la specialistica ambulatoriale: d'ora in poi il nuovo Nomenclatore includerà prestazioni che 15 anni fa erano considerate sperimentali e quindi eseguibili solo in regime di ricovero. Ora, entrate di routine nella pratica clinica, saranno erogabili in ambulatorio. Anche se andrà capito l'importo della compartecipazione dei cittadini. I nuovi Lea garantiscono in ogni caso prestazioni molto innovative come l'adroterapia e individuano chiaramente tutte le prestazioni di procreazione medi-calmente assistita (pma) a carico del Servizio sanitario e finora offerte solo in regime di ricovero.

La nuova griglia recepisce poi interamente il Piano nazionale vaccini, che con il suo calendario vaccinale “esteso” - ad esempio entrano l'anti papillomavirus offerto anche ai maschi, l'anti pneumococco e l'anti meningococco - assorbe il 30% circa del budget complessivo. Ancora: il nuovo Dpcm aggiorna l'elenco delle malattie rare e recepisce le due leggi appena approvate dal Parlamento: quella sulla tutela dei soggetti autistici (la n. 134/2015) e quella sugli screening metabolici obbligatori alla nascita, approvata giovedì dalla commissione Igiene e sanità del Senato. Rivisto, poi, il panel delle malattie croniche: entrano nei Lea sei nuove patologie esenti, tra cui l'endometriosi negli stadi medio e grave, ed escono dalle “rare” per entrare nelle “croniche” la sindrome di Down e la celiachia. I nuovi Livelli essenziali di assistenza puntano infine a disinnescare la “bomba” dell'appropriatezza. L'articolo 16 del Dpcm sigla la pace tra la ministra e i medici prescrittori: il camice bianco potrà continuare a prescrivere tutto quanto riterrà opportuno, fatto salvo l'obbligo di inserire in ricetta il sospetto diagnostico. Le eventuali sanzioni per iperprescrizione sono demandate ai contratti in via di riscrittura.


© RIPRODUZIONE RISERVATA