In parlamento

Stop al precariato e spazio ai giovani: disco verde della Camera alle mozioni sul personale Ssn

di Ro. M.

Stop al precariato, ricambio generazionale, sblocco del turnover e formazione. Sono alcune delle priorità rilanciate dalle mozioni approvate oggi dall'Aula della Camera (quella di Sel è stata respinta) sul personale del Servizio sanitario nazionale, al fine di assicurare i livelli essenziali di assistenza.

Sulla base dei testi approvati, il Governo risulta impegnato, tra l'altro: «a predisporre una revisione complessiva dei vincoli imposti per la gestione del personale del Servizio sanitario nazionale con provvedimenti volti a favorire il ricambio generazionale; ad assumere iniziative per preservare la dotazione di personale attraverso assunzioni a tempo indeterminato nei servizi strategici come i servizi d'emergenza-urgenza, terapia intensiva e subintensiva, centri trapianti, assistenza domiciliare».

C'è poi l'impegno per il governo «ad assumere iniziative per limitare il blocco del turnover e, più in generale, per evitare l'adozione di vincoli che producono effetti perversi, perché riducono il personale dipendente ma aumentano il ricorso a personale precario e/o a servizi esterni molto spesso più costosi a parità di attività; a rimuovere, per quanto di competenza, gli ostacoli che di fatto, oggi, impediscono la mobilità a livello regionale; a valutare la necessità di assumere iniziative di competenza per introdurre una distinta area negoziale della dirigenza sanitaria del Servizio sanitario nazionale ai fini della stipula dei relativi accordi nazionali di lavoro, in aggiunta a quelle già attualmente previste, visto che la dirigenza medica veterinaria e sanitaria costituisce oltre l'80 per cento di tutta la dirigenza pubblica contrattualizzata».

«Dopo anni di tagli, blocco del turn over e aumento del precariato - ha detto oggi Federico Gelli, deputato e responsabile sanità del Pd durante il suo intervento alla Camera in merito alla mozione, promossa dal Pd e approvata a larga maggioranza dall'aula - chiediamo al Governo di favorire il ricambio generazionale nella sanità perché i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sono il vero patrimonio del nostro sistema sanitario pubblico».

«Non dobbiamo guardare alla sanità solo come fonte di spesa - ha aggiunto Gelli - ma come ad una risorsa importante per il futuro del nostro paese. Giusto tagliare gli sprechi, razionalizzare il sistema ma tutto questo deve essere fatto in favore di una maggiore sostenibilità ed efficienza. Soprattutto bisogna guardare con occhi diversi al personale sanitario, oltre 700 mila persone che ogni giorno sono chiamate ad assicurare i livelli essenziali di assistenza e garantire il diritto alla salute in condizioni sempre più difficili. Oltre il 36% dei medici ha più di 55 anni e il 30%
degli infermieri ha più di 50 anni, con un incremento dei carichi di lavoro e dei turni straordinari di lavoro del personale. Questo Governo e la sua maggioranza hanno già dato segnali importanti per cambiare in meglio il nostro sistema sanitario. È stata introdotta l'impossibilità da parte dei presidenti delle regioni di fare i commissari nei piani di rientro; con il decreto Madia attualmente in discussione, abbiamo messo fuori la politica nella scelta dei manager con l'istituzione dell'albo nazionale dei direttori generali. Ora è giunto il momento - ha proseguito Gelli - di dare una risposta concreta anche sul fronte del lavoro perché il precariato non può essere una risposta definitiva e non deve essere utilizzabile in settori sanitari molto delicati (emergenza urgenza, terapia intensiva, centri trapianti ecc). Per questo motivo il Governo deve rimuovere gli elementi che creano difficoltà nelle assunzioni a tempo indeterminato, favorire una distinta area negoziale per i dirigenti sanitari che rappresentano l'80% di tutta la dirigenza pubblica, inserire la mobilità regionale, sbloccare il turn over nelle
regioni con i conti a posto e sostenere un corretto processo formativo. In questo modo - ha concluso il parlamentare democratico - possiamo dare un forte segnale di attenzione e di valorizzazione a tutti coloro che operano nella nostra sanità».


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