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Medicina: verso lo stop ai test d’ingresso, dal 2025 iscrizione libera al primo semestre

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Ci si potrà iscrivere liberamente al primo semestre della facolta di Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e in Medicina veterinaria senza passare attraverso test. E’ quanto prevede la riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina che ha ricevuto il primo via libera dal Comitato ristretto della commissione Cultura e Istruzione del Senato . Verranno individuate le discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria che devono essere superate per l’ammissione al secondo semestre. Nel caso di mancata ammissione verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà. Le nuove norme dovrebbero scattare nel 2025.

Il testo prevede che il Governo sia delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Nell’esercizio della delega il Governo deve tra l’altro garantire programmi uniformi e coordinati e l’armonizzazione dei piani di studio dei corsi, per un numero complessivo di crediti formativi universitari (Cfu) stabilito a livello nazionale; prevedere che l’ammissione al secondo semestre dei corsi di laurea magistrale sia subordinata al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari (Cfu) stabiliti per gli esami di profitto del primo semestre svolti secondo standard uniformi nonché alla collocazione in posizione utile nella graduatoria di merito nazionale; garantire, nel caso di mancata ammissione al secondo semestre dei corsi di laurea in Medicina, Veterinaria ed Odontoiatria il riconoscimento dei crediti formativi universitari conseguiti dagli studenti negli esami del primo semestre per il proseguimento in un diverso corso di studi da indicare come seconda scelta, rendendo obbligatoria e gratuita la doppia iscrizione limitatamente al primo semestre.

“Restiamo fermamente contrari all’abolizione del numero programmato a Medicina - afferma il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli - ma apprezziamo l’intenzione del Legislatore di correlare il numero degli studenti ai fabbisogni di professionisti e al numero delle borse di specializzazione. Nutriamo tuttavia perplessità sulle modalità di attuazione, che auspichiamo siano presto chiarite”. Fnomceo valuta positivamente “il fatto che nel provvedimento sia in qualche modo normato il percorso, già messo in atto dalla Fnomceo insieme al ministero dell’Istruzione, dei licei a curvatura biomedica, e che sia riconosciuto il ruolo degli Ordini”. “Proponiamo inoltre di anticipare il semestre di orientamento - conclude Anelli - spostandolo al periodo precedente l’inizio dell’anno accademico, per dar modo agli studenti di sostenere gli esami per la graduatoria di accesso già a settembre. L’Università curerebbe la preparazione gratuita alle materie oggetto d’esame tramite l’organizzazione di corsi anche in modalità asincrona”.

In disaccordo anche il sindacato dei medici ospedalieri. “Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando ed è il colpo di grazia alla formazione medica”, commenta Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed.. “Abolire il numero programmato - prosegue - è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Ssn”.

Il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini dai suoi profili social difende il testo e replica: “Trasparenza, equità, merito: è su questi principi che il governo e il ministero vogliono riformare l’accesso a Medicina, combinando le legittime aspirazioni degli studenti alle necessità del sistema sanitario. Sappiamo che nei prossimi anni potremo formare almeno 30mila futuri nuovi medici, ai quali dobbiamo garantire una preparazione di qualità, attenta soprattutto alle opportunità che le nuove tecnologie offrono in campo medico. Stiamo lavorando ad una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all’eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze”.


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