Lavoro e professione

Manovra/ Recupero pensionistico sempre più ridotto

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

Con la pensione di dicembre arriva anche l’anticipo del conguaglio relativo alla rivalutazione definitiva degli assegni alle pensioni, per l’anno 2023. L’adeguamento è dovuto al fatto che a gennaio 2023 le pensioni erano state adeguate all’inflazione dell’anno precedente, come di consueto, prendendo a riferimento l’indice provvisorio dell’Istat: quest’ultimo indicava un +7,3% per i prezzi del 2022. A consuntivo dell’anno, però, l’inflazione è andata anche peggio: +8,1% da qui l’incremento del trattamento per il 2023.
Nel frattempo il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, di concerto con la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone, ha firmato il decreto che dispone a partire dal 1° gennaio 2024 un adeguamento all'inflazione pari a +5,4% delle pensioni. Ma, come è ormai prassi, nel 2024 il meccanismo di adeguamento dei trattamenti pensionistici alla variazione del costo della vita sarà analogo a quello utilizzato quest’anno, tranne, con maggiore restrizione, per l’aliquota applicata ai trattamenti di importo complessivo superiore a dieci volte il minimo Inps. Infatti nella bozza della legge di bilancio 2024, che si appresta a essere discussa nei prossimi giorni in Parlamento c'è una novità che riguarda le pensioni di importo elevato.
L’articolo 29 infatti modifica nuovamente per l’anno 2024, la disciplina transitoria già vigente in materia in materia di indicizzazione dei trattamenti pensionistici (ivi compresi quelli di natura assistenziale). La modifica concerne esclusivamente la classe di importo, superiore a dieci volte il trattamento minimo Inps, per le quali viene fissata l'aliquota di rivalutazione del 22%, invece che del 32% come nel 2023.
La rivalutazione delle pensioni rispetto all'inflazione, con il tasso fissato al 5,4%, significherà nel 2024 aumenti fino a 122 euro per gli assegni fino a quattro volte il minimo, quelli che per cui è previsto il recupero pieno dell'aumento dei prezzi, ovvero quelli fino a 2.272,96 euro lordi. Chi ha redditi da pensione tra i 2.272,96 euro (quattro volte il minimo) e 2.841,2 euro al mese (cinque volte il minimo) prende un recupero del 4,59% (l'85% del 5,4%) quindi al massimo 130,41 euro. Chi ha redditi tra cinque e sei volte il minimo (3.409,44 euro) ha diritto ad un recupero del 53% quindi ha un aumento del 2,862% pari al massimo a 97,57 euro. Chi ha pensioni fino a otto volte il minimo (4.545,92 euro al mese) ha diritto a un recupero del 47% dell'inflazione quindi al 2,538 per un aumento del cedolino al massimo di 115,37. I pensionati che hanno redditi tra otto volte (4.545,92 euro) e 10 volte il trattamento minimo (5.682,4 euro al mese) hanno diritto a un recupero del 37% dell'inflazione quindi a fronte di un aumento dei prezzi del 5,4% all'1,998%. Potranno ottenere al massimo un aumento sul cedolino di 112,96 euro. Chi ha pensioni oltre le dieci volte il minimo avrà una percentuale sull'aumento dei prezzi del 22% quindi solo l'1,188% a fronte di un'inflazione nel 2023 valutata al 5,4%. Se si ha un assegno lordo da pensione da 7mila euro al mese si avrà un aumento di 131,6 euro sempre lordi.
Ricordiamo che la rivalutazione viene attribuita sulla base del cumulo perequativo, considerando come un unico trattamento tutte le pensioni di cui beneficia una persona, quindi non sui singoli assegni se si è titolari di più di uno, erogate dall’Inps e dagli altri enti previdenziali, presenti nel casellario centrale delle pensioni.
Infine, dall'analisi del dipartimento previdenza della Cgil e dello Spi, si calcola che i tagli pesantissimi sulle pensioni nel biennio 2023-2024, raggiungono 962 euro per una pensione lorda di 2.300 euro (netta 1.786), fino ad arrivare a 4.849 euro lorde per un importo di pensione lorda pari a 3.840 euro (2.735 euro nette). Questi tagli, irrecuperabili per il futuro, proiettati sull'attesa di vita media raggiungono importi elevatissimi, si parte da 6.673 euro netti per un pensionato con una pensione netta di 1.786 euro, fino a raggiungere 36.329 euro nette, per una pensione di 2.735 euro nette.

RIVALUTAZIONE PENSIONI 2024
- fino a 4 volte la pensione minima (sotto i 2.102 euro), rivalutazione del 100%;
- tra 4 e 5 volte la pensione minima (tra i 2.102 e i 2.627 euro), rivalutazione dell'85%;
- tra 5 e 6 volte la pensione minima (tra i 2.627 e i 3.152 euro), rivalutazione del 53%;
- tra 6 e 8 volte la pensione minima (tra i 3.152 e i 4.203 euro), rivalutazione del 47%;
- tra 8 e 10 volte la pensione minima (tra i 4.203 e i 5.254 euro), rivalutazione del 37%;
- sopra le 10 volte la pensione minima (sopra i 5.254 euro), rivalutazione del 22%.


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