Medicina e ricerca

I cardiologi: il futuro è “mininvasivo”, Italia in ritardo

di Francesco Romeo (presidente Società italiana Cardiologia-Sic)

L’ultimo congresso nazionale, il numero 77, della Società italiana di Cardiologia (Sic) ha riunito nella Capitale oltre 2.500 cardiologi da tutta la Penisola e numerosi relatori provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti. Tra i molteplici temi trattati, in particolare le tecniche mininvasive per intervenire sulle valvole cardiache e le ultime linee guida sul colesterolo e la prevenzione.

Novità importanti sono state riscontrate nel trattamento delle valvulopatie e nella cardiologia interventistica. In particolare nella possibilità di intervenire efficacemente su valvola aorta e mitralica per via percutanea. È stato presentato il follow up a un anno del primo caso al mondo di sostituzione di valvola mitralica per via percutanea. L’operazione è stata effettuata presso il centro di Tor Vergata a Roma. Per quanto riguarda l’intervento percutaneo sulla valvola aortica è ormai di routine e applicabile anche nei pazienti molto anziani che hanno controindicazioni alla chirurgia tradizionale. Quindi non potrebbero affrontare un intervento e un periodo post operatorio più complesso, con mortalità molto elevata. Il cardiochirurgo talvolta sceglie di non operare con tecniche tradizionali un anziano, sapendo che non supererebbe un intervento in cui va intubato il paziente, utilizzata la circolazione extracorporea. Ma così il paziente muore entro sei mesi, quando con l’intervento per via percutanea potrebbe essere salvato.

In Italia abbiamo un grosso problema: i costi
Queste metodiche mininvasive non sono praticate in tutte le strutture ospedaliere, perché molte direzioni generali italiane tendono a contingentare le risorse per contenere i costi autorizzando questi interventi solo nei pazienti che hanno controindicazioni assolute all’intervento tradizionale. La Sic, in questo congresso, ha voluto ribadire il suo “no” al contingentamento delle risorse in questo ambito. Per questo è stata lanciata la campagna “One valve, one life”, perché vogliamo avere la possibilità di estendere a tutti i pazienti anche anziani, anche ultrasettantacinquenni, la possibilità di fruire di questi interventi percutanei che potrebbero garantire magari altri 10 anni di vita e la cui mortalità è quasi zero. Il confronto per capire come ci si dovrebbe orientare in questo delicato ambito. In Germania si effettuano ogni anno circa 50mila interventi per via percutanea. In Italia, con una popolazione simile, si arriva a circa 5mila. I cardiologi Sic non vogliono discriminare nessuno, per questo chiediamo che i tagli si facciano su altre cose, non sul diritto alla vita.

Le novità sul colesterolo sono già state evidenziate nell’ultimo congresso della Società europea di Cardiologia (Esc) lo scorso agosto. L’unico valore importante è quello del colesterolo Ldl, i cui valori devono essere compresi tra 70 e 100. Gli altri valori che fino ad oggi erano richiesti, il colesterolo totale e l’Hdl, non rivestono in realtà importanza ai fini della terapia. Se i livelli dell’Ldl superano i 100 mg/dl, bisogna modificare il proprio stile di vita, intervenendo sull’alimentazione e aumentando l’esercizio fisico. Quando queste correzioni non sono sufficienti e in molti casi non basta, bisogna fare ricorso ai farmaci, in particolare alle statine che sono state la più grande rivoluzione terapeutica degli ultimi 30 anni nel nostro settore. Al congresso si è parlato anche di una nuova classe di anticorpi monoclonali, gli anti - PCSK9: agiscono sul recettore che metabolizza il colesterolo, bloccando l’enzima che impedisce all’organismo di eliminare l’Ldl. Sono farmaci costosissimi, non ancora erogati dal Sistema sanitario nazionale, che per questo sono destinati oggi ai pazienti che non rispondono alle statine, affetti da dislipidemie familiari e genetiche. Nelle nuove linee guida sarà indicato anche l’uso di questi farmaci per verificare in quali casi è corretto somministrarli.

In Italia è allarme cardiovascolare
Ogni anno si registrano in Italia circa 196.000 ictus e il 10-20% delle persone colpite muore entro un mese. E un altro 10% entro il primo anno di vita. 600mila persone soffrono di scompenso cardiaco e si stima che la frequenza raddoppi a ogni decade di età. In totale sono oltre 220.500 i decessi provocati da malattie del sistema circolatorio: 95.952 negli uomini e 124.587 nelle donne. Di questi più di 72mila sono attribuibili a malattie ischemiche del cuore e 60.500 a patologie cerebrovascolari. Per ridurre il rischio cardio-vascolare bisogna seguire alcune accorgimenti come: controllare regolarmente la pressione arteriosa (deve essere non superiore a 140/90 mmHg nelle persone anziane); non fumare (è il fattore più importante dell’aumento del rischio cardiovascolare); mantenere un giusto peso-forma (l’Indice di Massa Corporea deve essere 20-25 kg/m2 e la circonferenza inferiore a 94 cm per gli uomini e 80 per le donne); seguire una dieta sana ed equilibrata (pochi grassi saturi e preferire prodotti integrali, vegetali, frutta, verdura e pesce); svolgere regolarmente attività fisica (2,5-5 ore di attività moderatamente vigorosa per settimana o 30-60 minuti quasi tutti i giorni) e monitorate la glicemia (il livello di zuccheri nel sangue deve essere fino a 100 mg/dl e l’emoglobina glicata inferiore al 7%).


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