Medicina e ricerca

Riduzione del rischio: Osservatorio Mohre in campo su stili di vita e corretta informazione

di Board Scientifico MOHRE Mediterranean Observatory of Harm Reduction*

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24 Esclusivo per Sanità24

Stile di vita e comportamenti scorretti nuocciono gravemente alla salute, ma quando le proposte degli esperti appaiono impraticabili proprio a causa della fragilità umana, esistono altre strade per favorire un cambiamento? La questione si pone per le dipendenze, nell'ambito delle quali il tabagismo presenta specifiche peculiarità, ma anche per le malattie sessualmente trasmesse, per l'alimentazione, per il consumo di alcolici e di carne, per la sedentarietà. Quando il "gold standard" non viene raggiunto è possibile percorrere la strada della riduzione del danno. Nell'ambito degli stili di vita l'abbassamento del rischio, pur non proponendosi come soluzione definitiva, rappresenta una forma di prevenzione parziale più facilmente ricevibile, spalanca le porte al cambiamento e può intervenire positivamente su malattie oncologiche, cardiovascolari, respiratorie, andrologiche, infettive ma anche sui disturbi alimentari e del comportamento.

Spesso in un processo di cura le proposte rigide determinano il rifiuto e l'allontanamento del paziente. Si tratta in massima parte di persone fragili nelle quali sono apprezzabili anche piccoli progressi che, pilotati da esperti, hanno il vantaggio di mantenere viva l'alleanza medico paziente. Questa infatti si basa sul principio di cura più che su quello delle certezze o della guarigione definitiva. MOHRE, il nuovo Osservatorio Mediterraneo per la Riduzione del Danno in medicina nasce con l'obiettivo di esplorare questa dimensione di trattamento.
L'obiettivo è di monitorare costantemente tutta la letteratura scientifica in tema di riduzione del danno nelle diverse branche della medicina, contrastare le informazioni scorrette, smontare le fake news, creare cultura sull'argomento e mettere a punto buone pratiche da diffondere a livello nazionale ed europeo

La promozione degli stili di vita è essenziale per il mantenimento della salute ma è anche utile in molte patologie croniche. E noto che agire su abitudini scorrette rappresenta una sfida molto complessa proprio perché alla base della possibilità di un risultato positivo c'è il bisogno di sostenere la motivazione al cambiamento. E' cruciale mettere a punto strumenti che motivino le persone a modificare concretamente il proprio stile di vita. Cogliere questo obiettivo porterebbe ad una maggiore speranza di vita, ad una diminuzione dei decessi evitabili, ad una vita più libera da limitazioni e disabilità ed in definitiva ad un miglioramento della qualità dell'esistenza. Spesso i comportamenti sani sono percepiti come meno attraenti rispetto ad una lunga serie di attività molto più ‘piacevoli' e gratificanti, mediate da neurotrasmettitori come la dopamina che in alcuni casi possono sfociare in dipendenza.

Lo stile di vita coinvolge il 50% dei più noti fattori di rischio e quindi deve essere concepito come la prima componente nella terapia delle malattie cardiovascolari. Pensiamo al ruolo di attività fisica, peso corporeo, alimentazione, restrizione del sale, fumo ecc. nella cura di ipertensione, dislipidemie, diabete, obesità.
Ricordiamo che l' Ipertensione arteriosa in Piemonte colpisce il 72%% degli uomini e il 64%delle donne, e purtroppo è una delle cause leader di morte e disabilità.

Nell'ambito dello stile di vita quasi sempre occorre intervenire con modalità che implicano la conoscenza di tecniche di psicologia del cambiamento, processo che non risponde alla logica del "tutto-o-nulla" ma è contraddistinto da una serie di fasi. Per comprendere in quale fase si trovi l'interlocutore è essenziale l'ascolto. A questo consegue la forma di aiuto più appropriata al caso specifico che abbia le caratteristiche della ‘ricevibilità. Questa è funzione del contesto di vita, abitudini, lavoro, livello di stress ecc. Modificare lo stile di vita vuol dire diventare protagonisti e responsabili del proprio cambiamento ma la motivazione non può esser prescritta come un farmaco. Una azione sbagliata con premure, consigli, indicazioni mal poste possono avere come ‘effetto collaterale' la resistenza al cambiamento. Risultati anche parziali invece rinforzano il processo di cambiamento e implementano la motivazione.

Nei soggetti che abbiano avuto un evento cardiovascolare acuto o una neoplasia le modificazioni dello stile di vita non sono ovvie: smette di fumare solo il 40% di coloro che dovrebbero e troppi continuano a consumare alimenti ricchi di zuccheri o grassi e cibi raffinati con un aumento del rischio di recidiva.
Nel caso dell'ipercolesterolemia l'associazione di consigli dietetici alle statine aumenta l'efficacia e necessita che il paziente ne sia consapevole.
Nel caso di proposte chirurgiche demolitive nel campo della oncologia, il rifiuto di un intervento non può corrispondere ad una negazione della cura. Si procede ad offrire al paziente un trattamento di seconda linea che pur nella consapevolezza di una riduzione delle percentuali di successo offre delle possibilità di miglioramento della salute o della qualità dell'esistenza.

La storia della riduzione del danno e del rischio è scritta nei manuali di Medicina delle Dipendenze: l'utilizzo del metadone è essenziale quale tappa nel processo di recupero del paziente che abusa di oppioidi. E' poi ampiamente dimostrato che l'uso del profilattico e delle siringhe sterili riduce fortemente il rischio della trasmissione di malattie infettive ed ha contribuito alla cronicizzazione dell'HIV, insieme alle terapie antiretrovirali.
Sorprendentemente in tema di tabagismo non esiste alcuna flessibilità, nonostante le morti fumo correlate siano 80mila all'anno solo in Italia. La proposta secca della cessazione non appare ricevibile da gran parte dei fumatori. Se si vuole intervenire su grandi numeri la sigaretta elettronica è uno strumento utile per chi non riesce o non vuole smettere di fumare.

Non significa dimenticare che la cessazione è l'obiettivo ideale ma colmare un vuoto nei casi di insuccesso della applicazione delle linee guida e consentire una forma di aiuto nella fragilità. Il vapore elettronico, dedotto di gran parte degli elementi della combustione, consente di continuare ad erogare nicotina favorendo un cambiamento e successivi ulteriori progressi con la riduzione dello stesso consumo di nicotina che poi è il farmaco maggiormente utilizzato al mondo per sostenere la cessazione. Un consumo deprivato in massima parte degli elementi della combustione può significare un importante passo in avanti rispetto alla salute.

* Prof. Fabio Beatrice - Primario Emerito Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e fondatore dell'omonimo Centro Antifumo e Direttore del Board Scientifico MOHRE
Prof. Oscar Bertetto - Oncologo medico ex direttore Rete oncologica Piemonte e Valle d'Aosta
Prof. Virginio Bobba – Presidente ANDI sez. Piemonte
Prof. Fabio Lugoboni - Responsabile del Reparto di Medicina delle Dipendenze dell'Università di Verona
Prof. Sebastiano Marra - Primario Emerito di Cardiologia ed ex Direttore del Dipartimento Cardiovascolare della Città della Salute e della Scienza, Torino
Prof. Giacomo Mangiaracina - Medico chirurgo e Presidente Agenzia Nazionale per la Prevenzione (ANP)
Dr.ssa Giusy Massaro - Psicologa e Coach esperta in percorsi di cambiamento degli stili di vita
Prof.ssa Giulia Veronesi – Chirurga toracica Università Vita e Salute San Raffaele di Milano


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