Medicina e ricerca

Insonnia e apnee notturne: con l’Intelligenza Artificiale le diagnosi possono diventare più efficaci

di Sergio Garbarino* e Nicola Luigi Bragazzi**

S
24 Esclusivo per Sanità24

L’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA) sta innovando numerosi aspetti del nostro quotidiano, dall’istruzione alla medicina, dall’economia al mondo del lavoro. Il sonno, una componente ubiquitaria e pervasiva della nostra esistenza, occupando circa un terzo della vita umana, è un’altra importante dimensione che è già stata toccata dalla rivoluzione dell’IA e si appresta nel futuro prossimo a esserne ulteriormente e profondamente coinvolta.
Le ricerche contemporanee assistite dall’IA ne hanno approfondito la comprensione, confermandone il ruolo cruciale nel mantenimento della salute fisica e mentale e rivelandone nuovi dettagli. Inoltre si stima che l’uso dell’IA in ambito sanitario consentirebbe un risparmio dei costi della sanità pubblica rilevante. L’introduzione degli assistenti virtuali basati su IA, come Siri di Apple, Google Assistant di Google, e Alexa di Amazon, permette di assistere le persone nell’esecuzione di compiti tramite input vocali e/o testuali. L’avvento di chatbot fa sì che programmi progettati appositamente, come Copilot di Microsoft, Bard di Google e ChatGPT-4 di OpenAI, siano in grado di interagire con gli esseri umani. Questi nuovi device, assieme ai dispositivi indossabili intelligenti, hanno reso possibile monitorare e analizzare i pattern del sonno con precisione senza precedenti, fornendo dati dettagliati sulle fasi del sonno, la quantità e la qualità del riposo, e i suoi potenziali disturbi. Questo monitoraggio continuo offre, inoltre, l’opportunità di personalizzare i consigli per migliorare il sonno.

La capacità dell’IA di elaborare grandi quantità di dati può contribuire a diagnosticare in modo più efficace disturbi molto diffusi e di grande rilevanza epidemiologica e clinica, come l’insonnia che colpisce circa 13,4 milioni di persone (60% donne, 20% bambini e ragazzi, il 10-15% della popolazione italiana) o la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno che nella sua forma moderata-grave colpisce fino al 30% degli adulti dai 40 ai 60 anni. Questo può portare a trattamenti più mirati, migliorando così la quantità e la qualità del sonno e, di conseguenza, la qualità della vita. L’IA, oltre a ruoli di diagnosi e terapia, può svolgere un ruolo cruciale nella prevenzione di problematiche quali l’eccessiva sonnolenza diurna che può avere gravi ripercussioni sulla performance lavorativa e sulla sicurezza, aumentando il rischio di incidenti stradali e errori sul posto di lavoro. Il monitoraggio del sonno tramite l’IA può consentire l’identificazione precoce dei disturbi del sonno e l’intervento strategico, migliorando la performance e l’efficienza sul lavoro, e contribuendo a un ambiente lavorativo più sano e produttivo.

D’altro canto, la presenza sempre più invadente della tecnologia, inclusa l’IA, porta anche nuove sfide: l’onnipresenza dell’IA e la iper-connettività digitale possono, infatti, avere un impatto negativo sul sonno. L’esposizione a schermi luminosi prima di coricarsi, l’uso di social media e il flusso costante di informazioni possono disturbare i ritmi circadiani e ridurre la quantità e la qualità del sonno. Pertanto, è fondamentale utilizzare saggiamente l’IA, in modo che diventi un alleato prezioso nel migliorare il nostro sonno. In conclusione, il sonno rappresenta un modello di studio unico all’intersezione tra salute e tecnologia. Il suo ruolo nell’equilibrio biologico e psicologico dell’individuo lo rende un campo di ricerca ideale per esplorare come l’integrazione tra l’IA e le scienze umane possa migliorare la qualità della vita, aprendo nuove strade e frontiere nella biomedicina contemporanea.

*Neurologo Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili Università di Genova

**Epidemiologo Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, Università di Parma


© RIPRODUZIONE RISERVATA