Medicina e ricerca

La sfida biomedica dell’invecchiamento

di Simone Cenci *

S
24 Esclusivo per Sanità24

L’invecchiamento è un fenomeno di enorme impatto demografico che sta modificando profondamente la struttura delle popolazioni, con la proporzione di anziani, un tempo minoritaria, che tende a diventare preponderante. Negli ultimi decenni, infatti, l’aspettativa media di vita è cresciuta notevolmente, ed oggi diventare centenari non è più un sogno impossibile.
Un paradosso recita che il progresso della medicina abbia “creato malattia”. Oggi, infatti, viviamo vite più lunghe, ma siamo costretti a convivere per un numero maggiore di anni con le malattie croniche tipiche dell’età avanzata e la progressiva perdita di autonomia funzionale, con conseguente disabilità, che inevitabilmente ne derivano.
L’invecchiamento di popolazione non solo ha un notevole impatto sulla domanda di salute, ma sta modificando profondamente il mercato, la richiesta di servizi e di assistenza, il mondo dell’informazione, le esigenze abitative e molto altro. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le Nazioni Unite hanno dedicato il decennio 2021-2030 all’Invecchiamento in Salute (“The Decade of Healthy Aging”), richiamando alla necessità di un approccio trans-disciplinare che coinvolga la politica, le organizzazioni internazionali e regionali, la società civile, il settore privato, l’università e i media.
Il nostro paese ha risposto a tale sfida mettendo in campo un progetto unico nel suo genere: il partenariato esteso “Age-It: Ageing Well in an Ageing Society”, un ambizioso programma transdisciplinare che intende fare dell’Italia, uno dei paesi più longevi del mondo, un polo scientifico internazionale per la ricerca sull’invecchiamento, integrando ricerche in ambito socio-economico, biomedico e tecnologico per costruire una società inclusiva per tutte le età.
L’invecchiamento pone una sfida affascinante alle nostre conoscenze biomediche ed alla nostra capacità di cura. Dal punto di vista medico, il paziente anziano ci sfida con la sua complessità, che deriva dalla concomitante presenza di età avanzata, di più malattie contemporaneamente, dalla assunzione di più farmaci, da una psicologia peculiare e da uno stato socio-ambientale non di rado critico. Benché l’invecchiamento sia un fenomeno universale, mentre l’età avanza diventiamo sempre più diversi dal punto di vista biologico e clinico, disegnando traiettorie di invecchiamento individuali tra loro divergenti e molto difficili da prevedere. La gerontologia e la medicina geriatrica, mediante strategie e specificità proprie, cercano di comprendere tali traiettorie e di offrire risposte personalizzate ai bisogni della popolazione anziana.
L’invecchiamento pone anche un’affascinante sfida conoscitiva che ha appassionato per secoli moltissimi pensatori, in primis filosofi, medici e biologi. Oggi sappiamo che studiarlo e cercare di comprenderlo dal punto di vista molecolare offre opportunità senza precedenti per imparare a prevenire, rallentare e contenere le malattie età-relate. L’attuale conoscenza di diversi processi che giocano un ruolo causale nell’invecchiamento di cellule e tessuti, e la conseguente capacità di manipolarli in adeguati modelli sperimentali, modulando invecchiamento dell’organismo e longevità, generano entusiasmo. Siamo però ancora lontani dal comprendere in dettaglio i meccanismi molecolari sottostanti e le complesse interconnessioni esistenti tra tali circuiti. La ricerca di base ci aiuta generando modelli riduzionisti che ricapitolino invecchiamento e malattie età-relate per comprenderne i meccanismi e sperimentare strategie di intervento: è la ricerca pre-clinica.
Un ulteriore approccio di ricerca complementare ed estremamente promettente nasce dall’osservazione della natura, come già intuito da Aristotele, e in particolare dallo studio degli animali che hanno sviluppato, nel corso dell’evoluzione, una longevità superiore a quella di Homo sapiens: quali superpoteri biologici rendono certi mammiferi fino a dieci volte più longevi della media? I primi studi che applicano tale approccio non convenzionale svelano capacità biologiche uniche che sostengono salute e longevità e che possiamo comprendere ed imparare a promuovere per prevenire le malattie e sviluppare strategie di invecchiamento in salute. Come amava ripetere il celebre biologo evoluzionista Theodosius Dobzhansky (1900-1975), rendendo onore a Charles Darwin (1809-1882), per orientarci nel buio dei misteri della biologia vale la pena di affidarci “alla luce della teoria dell’evoluzione”. Per continuare a indagare la sfida all’invecchiamento si terrà il Milan longevity Summit – Riscrivere il tempo – Scienza e Miti nella corsa alla longevità, la serie di conferenze gratuite e aperte al pubblico tenute dai maggiori esperti mondiali che vedrà protagonista, nella giornata del 22 marzo, l’Irccs Ospedale San Raffaele, con i suoi specialisti.

* Responsabile dell’Unità di malattie età-relate, vicedirettore della Divisione di Genetica e Biologia cellulare dell’Irccs Ospedale San Raffaele e professore associato di Biologia molecolare all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano


© RIPRODUZIONE RISERVATA