Aziende e regioni

Sardegna/ Mancano camici bianchi nei reparti, in campo i medici pensionati

di Davide Madeddu

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24 Esclusivo per Sanità24

Mancano medici e la Regione corre ai ripari con un reclutamento straordinario per rispondere alle carenze d’organico più urgenti nei reparti ospedalieri e nei territori. Proprio per questo motivo l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, ha inviato una comunicazione ai direttori generali delle aziende sanitarie dell’isola, finalizzata all’apertura di avvisi rivolti all’assegnazione di incarichi ai medici in quiescenza che non abbiano ancora compiuto settant’anni d’età e al personale del comparto secondo quanto previsto dalla norma nazionale emanata durante la pandemia. Una possibilità che, come indicato nella circolare dell’Inps del 6 settembre scorso, resterà aperta fino al 31 dicembre 2023. «La possibilità di assegnare incarichi al personale in pensione rappresenta chiaramente uno strumento ulteriore rispetto a quelli già messi in campo per rispondere alla carenza di medici nei reparti ospedalieri - fa sapere l’assessore regionale -. L’obiettivo è quello di dare soluzioni rapide ed emergenziali e per farlo utilizzeremo ogni mezzo a nostra disposizione, analogamente, ad esempio, a quanto avviene per l’impiego degli specializzandi secondo quanto previsto dal Decreto Calabria».
Dalla proroga degli effetti della normativa al 31 dicembre 2023 è prevista la possibilità di assunzioni anche per gli specializzandi in pediatria. Figure che, come sottolinea l’esponente dell’esecutivo regionale «potranno assumere incarichi provvisori o di sostituzione nelle sedi vacanti dei pediatri di libera scelta, quest’ultima ipotesi in analogia a quanto già avviene per i medici specializzandi in medicina generale».
Soluzioni non definitive ma provvisorie che saranno adottate per superare una fase che è ancora di emergenza. Non a caso l’assessore specifica che si parla di «misure emergenziali per sopperire a una carenza che, in particolare in alcune specialità, riguarda l’intero sistema sanitario nazionale e che deriva da una mancata programmazione che parte da lontano e per cui occorrono soluzioni strutturali».
E la decisione del Governo che per la Sardegna ha aumentato il tetto del numero degli iscritti alle facoltà di medicina, dando risposta positiva alle nostre richieste, è, per l’assessore, un fatto positivo ma «solo il primo passo». «La Regione con risorse proprie ha stanziato fondi per la riattivazione e il potenziamento dell’offerta delle scuole di specializzazione nelle discipline in cui la carenza è più sentita all’interno del nostro territorio. Alle soluzioni di lungo periodo dobbiamo però affiancarne altre che ci consentano di dare una risposta immediata che garantisca la piena funzionalità dei reparti e della sanità del territorio, ed è anche su queste che stiamo concentrando il nostro impegno».


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