Aziende e regioni

Raffaele Donini: da E.Romagna una pdl per scongiurare il crack del Ssn e spero che altre Regioni si associno. I paletti: 5 mld per spese Covid ed energia e Fsn ancorato al 7,5% del Pil

di Red. San.

S
24 Esclusivo per Sanità24

La sua ricetta per scongiurare il crack del Ssn l'assessore alla Sanità dell'Emilia Romagna e coordinatore degli assessori alla Sanità delle Regioni, Raffaele Donini, l'ha affidata da ultimo a un intervento su RaiNews24. Dove ha annunciato anche una proposta di legge che la sua Regione presenterà al massimo per settembre, con l'auspicio che gli altri governatori si aggreghino.
«Per evitare il crack - ha affermato - serve innanzitutto la consapevolezza politica di far tornare la sanità centrale rispetto all'agenda del Governo e di tutti i partiti che oggi si confrontano in Parlamento. Poi servono almeno 5 miliardi: 3,8 miliardi di spese Covid non rimborsate alle Regioni nel 2021 e che ancora gravano sui nostri bilanci e 1,4 miliardi per i costi energetici non rimborsati per il 2022 perché l'innalzamento dei costi energetici ha colpito prevalentemente le Regioni che hanno una sanità pubblica molto diffusa e molto estesa sul territorio». Ma questa misura riparatrice non sarebbe comunque sufficiente e anzi occorre un intervento di lungo respiro: «Serve almeno un aumento del Fondo sanitario nazionale che porti l'Italia a quanto era nel 2020 - ha dichiarato ricordando che allora il Fsn era pari «al 7,5% del Pil. Sarebbero circa 4 miliardi all'anno almeno in cinque anni, da qui al 2027 per raggiungere quello che eravamo nel 2020: oggi stiamo scivolando pericolosamente da qui al 2025 al 6% del Pil». La politica e le istituzioni, ha concluso Donini, avevano detto che «dopo le immagini terribili di Bergamo che non ci sarebbero mai stati più tagli alla sanità. Invece ci sono stati: dal Covid questo Paese non ha imparato nulla».
Sulla proposta di legge «che avanzeremo entro l'estate, al massimo a settembre», compariranno questi «punti per noi indispensabili», ha precisato Donini riferendosi alla doppia copertura delle spese Covid ed energia ancora in sospeso e all'adeguamento del fondo sanitario. «Non è una proposta di legge della Conferenza Stato-Regioni - ha proseguito -: è una Pdl che come Emilia-Romagna avanzeremo e speriamo che altre Regioni ci possano accompagnare nell'ancorare il Fondo nazionale sanitario al 7,% del Pil arrivandoci in 5 anni, con ogni anno 4 miliardi di aggiunta al fondo».
La proposta dell'Emilia Romagna «prevede anche l'eliminazione di questo odiosissimo tetto di spesa al personale dipendente che oggi si somma al fatto che già non ci sono medici e infermieri a sufficienza e in più molte Regioni hanno anche il limite di poterli assumere. Noi - ha concluso l'assessore regionale - la proporremo come Emilia-Romagna ma speriamo che molte Regioni si associno».
Secondo Donini, inoltre, «l'art. 32 della Costituzione non è attuato con la stessa omogeneità. D'altra parte quella che tecnicamente si chiama mobilità attiva o passiva, cioè la propensione di cittadini ad andare a curarsi in altre Regioni è un fenomeno molto diffuso. L'articolo 32 - ha affermato ancora - non parla di cittadini, il diritto alla Salute è un diritto inviolabile, fondamentale per ogni individuo. Noi curiamo gli individui, non curiamo i cittadini. È per questo - ha aggiunto riferendosi alla sanità pubblica - che non dobbiamo andare in crisi, è per questo che la sanità pubblica e universalistica deve irrobustirsi dopo il Covid e deve riprendere vigore. E questo - ha concluso Donini - non soltanto nelle strutture , nel piano edilizio del Pnrr ma anche nei fondi a supporto delle professioni mediche e infermieristiche».


© RIPRODUZIONE RISERVATA