Aziende e regioni

Regione Lazio alla prova della Corte dei conti: le responsabilità da accertare, le stranezze evidenti e la certezza del “buco” per il 2023

di Ettore Jorio

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24 Esclusivo per Sanità24

La sanità laziale sta affrontando un periodo davvero difficile, a seguito della scoperta della sezione di controllo della Corte di conti, in sede di parifica del rendiconto consolidato regionale del bilancio del 2022. Il tutto con il Presidente della Regione sentito in Procura, come persona informata sui fatti.
Troppo gravi i rilievi evidenziati dalla giustizia contabile - tali da causare le dure reprimenda del giudice che li ha accertati, riportate nella sentenza del 14 novembre 2023 n. 148 – tanto da interessare la Procura della Repubblica capitolina, attesi i reati evidenziabili nell’anzidetto dictum (si veda su questa rivista “Regione Lazio/ La Corte dei conti toglie il velo: sanità verso il baratro con conti in rosso e Lea precari” del 30 ottobre 2023 ).
Toccherà ovviamente alla Sezione regionale di controllo ogni prosieguo, già impegnata nello specifico nell’adunanza pubblica fissata per il 19 marzo prossimo relativamente ai bilanci 2017-2019 dell’Asl Roma 2. Di conseguenza, la stessa dovrà, nello specifico, disporre in relazione alle altre quattro aziende sanitarie, oltra alla suddetta Roma2, interessate dalla formazione delle anomalie contabili individuate dal Magistrato dei conti attraverso il bilancio consolidato regionale. Queste ultime saranno, ovviamente scrutinate nella diversità delle illegittimità perfezionate, suddivise per quelle ospedaliere e quelle territoriali, interessate da un non propriamente corretto svolgimento dei rapporti dare/avere con gli erogatori privati.
Quanto a questi ultimi, i rilievi sono stati pesanti e hanno riguardato la emissione, a fronte di extra budget pagati, di corrispondenti note di credito da ricevere da fornitori – quelli che ebbero a percepito indebitamente – alle quali tuttavia non è stato dato il puntuale riscontro da parte dei medesimi.
In assenza, quindi, del documento contabile lungamente atteso (nota credito da ricevere), non sarebbe stato fatto alcunché da parte delle Asl divenute creditrici. Sarebbe bastato emettere corrispondenti note di debito e trattenere ai fornitori stessi i relativi importi dai pagamenti periodici successivi all’accertamento del pagamento indebito.
La soluzione sembra invece essere stata diversa, ovverosia di far confluire l’impagato quale credito, considerato inesigibile senza però esserlo, nel Fondo di dotazione.
A seguito di tutto questo bailamme, che sarà ovviamente attentamente valutato dalla Sezione di controllo della Corte di conti per ogni azienda sanitaria laziale, sono stati notificati otto avvisi di garanzia ai dirigenti generali ed ex dirigenti generali delle anzidette aziende, accusati di avere elaborato e redatto illegittimamente i bilanci riguardanti il periodo 2017/2020, sino a concretizzare il reato di falso.
A margine della vicenda, è da sottolineare la stranezza delle giustificazioni addotte dagli indagati, ovverosia di essersi resi responsabili della errata registrazione contabile a seguito di precise indicazioni regionali fornite in tal senso. Un aspetto difensivo che, sotto il profilo giuridico, suscita non poche perplessità, attesa la riconosciuta autonomia imprenditoriale che caratterizza tutte le aziende della salute. Una peculiarità che, nel caso di specie, non escluderebbe affatto l’illegittimità e la reità dell’accaduto con conseguente responsabilità dei manager agenti. Anzi, tutt’altro, detta così aggiungerebbe al reato la caratteristica della commissione sistemica e associativa.
Un’altra stranezza che, per come e per quanto tempo impiegato nella concretizzazione dell’evento, evidenzierebbe quantomeno una responsabilità di chi, tenuto alle verifiche del bilancio, non si sia accorto della grave anomalia. Ciò messa anche in relazione con la formazione del consenso obbligatorio prestato nel 2020 a che la Regione Lazio uscisse dal commissariamento ad acta, ex art. 120, comma 2, della Costituzione.
Il danno al bilancio delle aziende e, quindi, della Regione, è di notevole entità, rappresentativo di una cifra che va oltre i 900 milioni di euro, che così come accertata dovrebbe gravare sul bilancio di esercizio del 2023 in quanto insussistenza di credito, generando un disavanzo di dimensioni insostenibili.


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