Aziende e regioni
Liste d’attesa, le soluzioni possibili guardando al costo-beneficio ed educando (anche) il cittadino
di Davide Croce *
24 Esclusivo per Sanità24
Nonostante i differenti modelli di finanziamento e di organizzazione dei Servizi sanitari adottati nel mondo, le liste di attesa rappresentano un elemento di imbarazzante comunanza, come certificato dall’Oecd (“Waiting Times for Health Services: Next in Line”, May 2020), colpendo soprattutto le fasce deboli della popolazione, ovvero i cittadini a basso reddito, scolarità, residenza in luoghi a bassa assistenza o disabilità/fragilità specifiche. Il problema acquista particolare rilevanza in Paesi, come il nostro, in cui le risorse individuali e la spesa personale sanitaria sono eterogenee. Si osservi che su 40,26 miliardi di euro nel 2022 monitorati attraverso la Tessera Sanitaria dal Mef questa varia tra i 931,39 € in Lombardia ai 38,64 € in Calabria.
Nel nostro Paese vi sono stati numerosi interventi a livello centrale e a livello regionale, tra i tanti ricordiamo le misure del Piano nazionale di governo delle liste di attesa (Pngla) ed i fondi vincolati alla diminuzione delle liste di attesa, con alterni risultati. La percezione del cittadino è 1) di scarsa rappresentatività delle dichiarazioni ufficiali sulle prestazioni monitorate e 2) che la pressione causata da una popolazione in progressivo invecchiamento sulle richieste di prestazioni specialistiche provoca un continuo allungamento dell’intervallo tra richiesta ed erogazione. Con l’allargamento alla sanità integrativa per la ricerca di prestazioni sanitarie erogate in tempi rapidi (circa 5 miliardi nel 2022).
Gli interventi possibili. Al fine di gestire un fenomeno altamente complesso per l’incontro domanda-offerta, si rende necessario intervenire con strumenti analitici secondo un rapporto di costo-beneficio e la letteratura suggerisce due differenti approcci:
a) metodi per l’allineamento domanda-offerta, quali la collaborazione pubblico privato, appropriatezza prescrittiva, espansione delle prestazioni con fondi ad hoc, ecc.;
b) strumenti per l’ottimizzazione dell’efficacia operativa quali metodologie lean e pratiche di operations management, investimenti in tecnologie.
Lungi dal voler indicare strumenti operativi che dipendono dalle condizioni locali rispetto all’allineamento quantitativo ed all’efficacia operativa, essenziale diventa capire “dove” agire, in che termini e in che misura, anche con suggerimenti secondo il modello del Mystery Patient. Un semplice approccio metodologico riguarda l’analisi delle performance rispetto ai tempi massimi previsti per la classe di prestazione e la scelta di intervenire non a pioggia ma sulle criticità riscontrate. Anche la storia analitica del fenomeno dei pazienti che non si presentano (e.g. specialità clinica, distanza della residenza dal punto di erogazione), oppure i rapporti tra personale mediche e prestazioni erogate per specialità possono costituire base di analisi per il miglioramento delle prestazioni.
Un concetto che invece si sta diffondendo sul territorio italiano e che permette di gestire, almeno in parte, il problema è quello di gestione con “lista attiva”, come implementato da Asst Lodi (Gioia, 2023). La metodologia prevede che, per le prenotazioni oltre la soglia massima prevista dalla classe indicata dal prescrittore, le prestazioni vengano inserite in una “lista attiva”, e dopo 2/3 giorni vengano individuate prestazioni ad hoc per quei pacchetti oltre soglia. L’organizzazione può così identificare i pazienti da ricontattare e garantire un accesso congruo e in linea alla regolazione con agende aggiuntive o inserimento in spazi liberati da cancellazioni successivamente intervenute. La lista d’attesa diventa quindi dinamica e perde quella staticità tipica della prenotazione one shot.
Interventi possibili:
• evitare il fenomeno delle duplicazioni di prenotazioni;
• automazione delle proposte di appuntamento per distanza;
• gestione del fenomeno dei pazienti no-show in modo da ridurre le assenze degli appuntamenti e massimizzare l’utilizzo degli slot disponibili;
• implementazione di PDT anche con blocchi informatici, con ascolto continuo degli specialisti clinici;
• incarichi specifici aziendali con personale competente e costruzione di una rete regionale di tale personale, con formazione e confronto continuo tra specialisti.
Responsabilizzare i cittadini. Parallelamente agli sforzi e alle iniziative del Ssn, è necessario confrontarsi con il fenomeno sempre più diffuso del “consumismo sanitario”, il quale va affrontato con una forte responsabilizzazione del cittadino in un’ottica del “consumo ciò che mi serve” evitando l’uso eccessivo o inappropriato dei servizi medici.
La gestione delle liste di attesa richiede, dunque, un approccio olistico che coinvolge una molteplicità di attori: si accettano suggerimenti e messe in comuni di buone pratiche per il miglioramento del servizio al cittadino.
* Centro di Ricerca in Economia e Management in Sanità e nel Sociale (Crems)
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