Dal governo

Sindacati medici a Palazzo Chigi: sciopero rinviato di due mesi, ma non revocato. A breve manifestazione a Firenze

Lo sciopero del 17 e 18 marzo non ci sarà ed è stato rinviato di 60 giorni, ma non revocato, perché il governo ha dato un segnale di «attenzione sincera» verso il mondo della sanità. Resta però in piedi lo stato di agitazione della categoria, che proseguirà la protesta delle «cento piazze» per far conoscere ai cittadini le ragioni del malessere con un nuovo appuntamento per una manifestazione tra aprile e maggio a Firenze. Lo hanno detto i sindacati dei medici al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con le ministre Lorenzin e Madia e il sottosegretario De Vincenti.

«Lo sciopero è stato rinviato - hanno annunciato i camici bianchi - ma le manifestazioni riguardo alla vertenza salute continuano con assemblee, incontri e riunioni in tutta Italia. A tale riguardo, annunciamo che tra aprile e maggio ci sarà a Firenze una manifestazione nazionale presso la struttura della Leopolda, laddove sia disponibile».

«Fermo restando che `dare soldi, vedere cammello´- proseguono i sindacati - noi non abbiamo ritenuto di revocare lo sciopero ma solo di rinviarlo di 60 giorni. Ora individueremo una data. Questo perché naturalmente un incontro e un comunicato congiunto non rappresentano la soluzione dei problemi, mentre tutti i medici sono assolutamente determinati nel raggiungere il più alto obiettivo possibile, per cui ci teniamo la riserva di poter eventualmente fare lo sciopero a distanza, qualora non avessero completa applicazione gli impegni».

L’incontro di oggi è stato in ogni caso definito «positivo». «Il principio importante da cui partire - dicono i sindacati medici - è il riconoscimento comune dell'impegno a difesa della sanità pubblica, assicurando la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale nelle sue caratteristiche anche attraverso un finanziamento che sia adeguato. Crediamo quindi sia importante che il governo abbia assunto l'impegno ad affrontare le questioni su tavoli di controllo specifici, questioni che possono sintetizzarsi in una riforma della formazione pre e post laurea; in un processo che garantisca la stabilizzazione del precariato in tempi certi, seppur graduali; in una definizione delle tipologie di contratto flessibili compatibili con l'attività sanitaria dentro la pubblica amministrazione, che metta fine all'abuso di contratti atipici; con una regolamentazione e contenimento dell'attività di esternalizzazione di interi pezzi dei servizi sanitari, oggi in voga in molte regioni di questo Paese».

«C'è anche un impegno- hanno proseguito- a valorizzare il ruolo e il lavoro della professione medica, riconoscendone la leadership nei processi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, oltre che di dare avvio ad un tavolo di rinnovo contrattuale definendone il finanziamento e l'autonomia della dirigenza medica e sanitaria. C'e' inoltre un impegno, da parte del ministero della Funzione pubblica e del Mef, a valutare l'ambito applicativo del comma 236 della Legge stabilità, che congelava le risorse accessorie dei fondi contrattuali al 2015».

I sindacati, dunque, ritengono l'esito dell'incontro «altamente positivo nel quadro delle compatibilità date e delle politiche governative - hanno aggiunto - così come l'impegno riconfermato dal sottosegretario De Vincenti di continuare a difendere la sanità pubblica e il sistema sanitario. C'è stato quindi il riconoscimento di ruolo e di valore della professione medica e un'apertura di un percorso che, in qualche modo, ci riconduca nei tavoli dove si decidono aspetti fondamentali di questa professione».

Hanno fatto sapere ancora i sindacati dei medici: «Ci pare che la gran parte dei punti che abbiamo presentato abbiano trovato spazio nella discussione. L'impegno programmato, ovviamente, andrà verificato nelle modalità applicative e nei tempi, ma per ora questo ha portato alla decisione di rinviare lo sciopero previsto per il 17 e 18 marzo di 60 giorni. Questo per andare a monitorare il punto di arrivo dei processi che oggi abbiamo innescato».

Insomma, adesso c'è solo «da aspettare e verificare l'attivazione e l'andamento del confronto. Noi andiamo però forti delle nostre proposte e delle nostre idee e ora ci auguriamo di trovare un'analoga disponibilità - hanno concluso- la stessa che abbiamo potuto misurare questa mattina».


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