Dal governo
Dalla ministra della Pa Madia all’Aran la direttiva madre che riapre la stagione contrattuale. Domani il punto sulla sanità
di Rosanna Magnano
È stato inviato dalla ministra della Pa Marianna Madia all’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) l’atto di indirizzo per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro del personale delle pubbliche amministrazioni (sanità compresa) per il triennio 2016-18. Si tratta della cosiddetta direttiva madre che dovrebbe segnare la riapertura della tornata contrattuale dei 4 comparti e delle relative aree dirigenziali. Un testo che domattina in un incontro tra Madia, Comitato di settore Regioni Sanità presieduto da Massimo Garavaglia, e Aran sarà messo a confronto con gli atti di indirizzo messi a punto lo scorso autunno (settembre 2016). Se non emergeranno conflitti, domani potrebbe quindi essere la «giornata storica» che darebbe il via dopo otto anni di blocco alla nuova stagione contrattuale, affidata successivamente ai singoli comitati di settore.
Per il settore sanità, ovvero dirigenza medica sanitaria e comparto (amministrativi e Pta hanno lasciato il tavolo sanitario per andare agli Enti locali, ancora molto indietro nei lavori), significa comunque trovare una difficile quadratura del cerchio. Il vero nodo del contendere sarà infatti come declinare concretamente l’aumento «medio» di 85 euro in un settore che ha 130mila dirigenti con stipendi molto più alti.
I soldi sono infatti pochissimi e nell’atto di indirizzo trasmesso dalla ministra Madia le cifre sono ribadite chiaramente: 300 mln per il 2016, 900 mln per il 2017 e 1.200 mln dal 2018. Si parte quindi da un aumento medio di 12 euro per arrivare a regime nel 2018 con 85 euro. Ma se per 2016 e 2017 gli stanziamenti ci sono, restano ancora da definire le risorse aggiuntive per arrivare ai sospirati 85 euro: il quadro di risorse finalizzato ai rinnovi contrattuali dovrà infatti essere completato attraverso la previsione nella prossima legge di bilancio della quota di stanziamento che serve per dare attuazione ai contenuti dell’intesa del 30 novembre 2016 . Tutte cifre che valgono per il comparto Funzioni centrali (Stato) mentre per la sanità le coperture, che saranno similari, saranno in capo alle rispettive amministrazioni (Regioni e poi aziende), quindi a valere sul Fondo sanitario nazionale. Insomma la stagione contrattuale forse si riapre ma la coperta resta corta e le aspettative ormai si concentrano (soprattutto per gli infermieri) sulla parte normativa, che punterà sulla valorizzazione professionale.
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