Dal governo

Vaccini a scuola, il decreto nelle mani del Quirinale

di Barbara Gobbi

A 18 giorni dal via libera in Consiglio dei ministri, il decreto legge sull’introduzione dell’obbligo vaccinale a scuola è appeso: arrivato solo oggi al Quirinale, per la necessaria e attesa firma del Presidente della Repubblica, il testo potrebbe approdare in Gazzetta ufficiale stasera o, con maggiore probabilità, domani.
I tempi si allungano ancora, dunque, per un provvedimento complesso e discusso, che ha incontrato una serie di battute d’arresto. Fin dal momento in cui la ministra della Salute - che si dice pronta a illustrare i contenuti nei dettagli già domani, a firma presidenziale avvenuta - ha compiuto la classica “fuga in avanti”, annunciando un testo che imponesse l’esibizione del certificato vaccinale per l’iscrizione alle scuole dell’obbligo di ogni ordine e grado. Poi il tiro è stato corretto: il confronto con la titolare del Miur Valeria Fedeli e con il governo a trazione Pd hanno portato ad un testo attenuato rispetto alle premesse e alla garanzia - rilanciata a più riprese - di fornire alle Regioni, alle famiglie e agli operatori sanitari tutte le garanzie di informazione e di sicurezza sui percorsi. Ma l’obbligo per bambini e ragazzi di presentarsi a scuola con le vaccinazioni richieste, pena l’esclusione dall’asilo nido e dalle materne o - per le scuole dalle elementari in su - pena multe salatissime e la segnalazione degli inadempienti alla Procura della Repubblica da parte delle Asl, continua a dividere.
Tanto che in Parlamento non vedono l’ora di mettere mano al provvedimento, che avrebbe dovuto essere incardinato in commissione Igiene e Sanità del Senato già oggi. Tempistica che, ovviamente, è stata riveduta e corretta. «Incardineremo lunedì prossimo - ha spiegato Emilia Grazia De Biasi (Pd) a margine della presentazione del secondo Rapporto della Fondazione Gimbe sulla sostenibilità del Ssn, in commissione Igiene e Sanità del Senato, il decreto vaccini che dovrebbe esser pubblicato entro domani in Gazzetta Ufficiale. Cominceremo subito con le audizioni e, come fatto finora, cercheremo di andare oltre le differenze politiche, in favore della salute dei bambini».
Il giorno prima dell’avvio di iter a partire dal Senato, domenica 11 giugno, è prevista la manifestazione nazionale contro il decreto vaccini. «Atteggiamenti inaccettabili - secondo De Biasi - perché un conto è dare informazioni su eventi avversi e rischi vaccini, un altro è avere un atteggiamento “no vax” contrario per principio a uno strumento di prevenzione». Ci sono, ha proseguito la senatrice, «criticità da affrontare, come quelle di garantire giusta informazione, avere personale pronto, tempistiche adeguate e costi sostenibili per le famiglie. Ma sempre con un atteggiamento che mira a risolvere i problemi e non a criticare per posizione presa. Non si tratta - aggiunge - di una questione di opinioni ma di salute pubblica».
E la presidente della commissione Igiene e Sanità fa del calo vaccinale registrato in Italia anche una questione organizzativa e di carichi di lavoro. «Senza un’adeguata dotazione di professionisti sanitari - afferma - nessun sistema sanitario può vivere. In Italia abbiamo avuto un calo della copertura e uno dei motivi è anche che c’è meno personale nelle Asl, i tempi di attesa sono molto lunghi e diventano disincentivanti» Per questo «un finanziamento adeguato alla sanità pubblica è importantissimo - ha detto la senatrice - ma è importante anche la finalizzazione e tra le priorità c’è quella del personale. La stessa prevenzione si può fare solo con il personale adeguato. Per avere coperture vaccinali adeguate abbiamo bisogno non solo medici, pediatri e infermieri per fare materialmente i vaccini, ma anche di personale per organizzare controlli e richiami e svolgere tutto quel lavoro fondamentale per tornare a far alzare le coperture vaccinali».


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